Tag: amalia di Lanno

15
Feb

Ryoichi Kurokawa. Al-jabr (algebra)

FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE è lieta di presentare al-jabr (algebra), prima mostra personale in un’istituzione Italiana dell’artista giapponese Ryoichi Kurokawa, che inaugura venerdì 14 settembre 2018 alle ore 18 alla Galleria Civica di Modena, nella sede di Palazzo Santa Margherita, in occasione del festivalfilosofia 2018 dedicato quest’anno al tema della Verità. A cura di NODE – festival internazionale di musica elettronica e live media che si svolgerà a Modena dal 14 al 17 novembre 2018, l’esposizione raccoglie alcune tra le produzioni recenti più significative di Kurokawa, in un percorso multisensoriale caratterizzato da imponenti opere audiovisive, installazioni, sculture e stampe digitali.

Originario di Osaka ma residente a Berlino, Kurokawa descrive i suoi lavori come sculture “time-based”, ovvero un’arte fondata sullo scorrimento temporale, dove suono e immagine si uniscono in un legame indivisibile. Il suo linguaggio audiovisivo alterna complessità e semplicità combinandole in una sintesi affascinante. Sinfonie di suoni che, in combinazione con paesaggi digitali generati al computer, cambiano il modo in cui lo spettatore percepisce il reale.

Tema chiave della mostra è il concetto di unione, a cui si rimanda il titolo al-jabr, termine arabo da cui deriva la parola “algebra”, che indica appunto la ricomposizione delle parti di un insieme. Le opere in mostra presentano concetti e metodologie quali la decostruzione e la conseguente ricostruzione di elementi naturali (elementum, lttrans, renature), la riconciliazione di strutture divise (oscillating continuum), la rielaborazione di leggi e dati scientifici (ad/ab Atom, unfold.alt, unfold.mod). Tali metolologie ricordano una versione moderna e tecnologicamente avanzata della tecnica del kintsugi, ideata alla fine del XV secolo da ceramisti giapponesi per riparare tazze e vasi: le linee di rottura dei manufatti vengono saldate ed evidenziate dalla polvere d’oro, per rendere la fragilità il loro punto di forza. Il kintsugi non è solo un concetto artistico ma ha profonde radici nell’estetica del wabi-sabi, la visione del mondo tipica della cultura giapponese fondata sull’accettazione della transitorietà delle cose che echeggia anche nella poetica di Kurokawa.

Ne costituisce un esempio la serie elementum (2018): fiori essiccati e pressati che hanno perso la loro bellezza originale sono riassemblati dall’artista e arricchiti da un intervento su vetro creato attraverso un processo di elaborazione digitale dell’immagine che sembra collegare i vari frammenti e dare al fiore nuova vita valorizzandone il processo di decadenza. In maniera analoga le grafiche astratte della serie lttrans (2018), e le sculture appartenenti alla serie renature::bc-class (2015) possono essere percepite come immagini di fiori e insetti ma, avvicinandosi gradualmente, si rivelano un insieme di filamenti e particelle: si tratta quindi di una rappresentazione digitale del vero in cui viene reso visibile il processo di ricostruzione, esattamente come avviene nel Kintsugi.

Kurokawa considera l’osservazione della natura un’analisi scientifica, e negli anni l’interesse per questo tema lo ha portato a coinvolgere sempre più spesso membri di istituti di ricerca nel processo creativo, come nel caso dell’installazione audiovisiva unfold.alt (2016): posta in apertura del percorso espositivo, trae ispirazione dalle ultime scoperte nel campo dell’astrofisica e cerca di tradurre i fenomeni che caratterizzano la formazione e l’evoluzione di stelle e galassie. Per realizzarla, Kurokawa si è avvalso della collaborazione di Vincent Minier, astrofisico dell’Istituto di ricerca sulle leggi fondamentali dell’Universo che fa parte della Fundamental Research Division del CEA-Irfu, Paris-Saclay di Parigi.

In ad/ab Atom (2017) cambia l’ottica dello strumento: dal telescopio si passa al microscopio elettronico a scansione utilizzato per le ricerche sulle nanotecnologie. Realizzata durante una residenza presso l’INL, il Laboratorio internazionale di nanotecnologia iberica di Braga (Portogallo), l’opera è composta da sette schermi ad alta definizione posizionati in maniera elicoidale. Attraverso fenomeni audiovisivi generati dall’elaborazione di materiali quantistici, Kurokawa crea un viaggio nella scala nanoscopica in cui è possibile osservare l’estrema deformazione e astrazione del mondo atomico. Analogamente, la scultura audiovisiva oscillating continuum (2013) unisce l’infinitamente grande dell’universo e l’infinitamente piccolo,  nel tentativo di rappresentare la costante ricerca di equilibrio intrinseca in ogni forza e materia presente nel nostro universo.

Quella di Ryoichi Kurokawa è un’arte che mira dunque a rendere accessibile al pubblico livelli di osservazione del vero altrimenti impossibili da decifrare, suggerendo affascinanti parallelismi con il mondo interiore.Continue Reading..

11
Feb

Surrealismo Svizzera

Il MASI, in collaborazione con l’Aargauer Kunsthaus di Aarau, si confronta per la prima volta in modo approfondito con il tema del Surrealismo, indagando sia l’influenza che questa corrente fondamentale del XX secolo ha avuto sulla produzione artistica in Svizzera, sia il contributo degli artisti elvetici nel definire la stessa. Il percorso espositivo proposto al MASI si compone di un centinaio di opere e si apre con uno sguardo generale al contesto e allo sviluppo del movimento surrealista attraverso una significativa scelta di documenti e disegni. L’esposizione presenta al pubblico i più importanti rappresentanti svizzeri del Surrealismo, cominciando dai due imprescindibili precursori, Hans Arp e Paul Klee; ospita poi tutti i principali artisti svizzeri che hanno influenzato il Surrealismo, sia come membri effettivi del movimento parigino – Alberto Giacometti, Serge Brignoni, Gérard Vulliamy, Kurt Seligmann e Meret Oppenheim – sia come portavoce della nuova arte in Svizzera, come ad esempio Otto Abt, Max von Moos, Walter Johannes Moeschlin, Werner Schaad, Otto Tschumi, Walter Kurt Wiemken.

La pubblicazione scientifica
Una pubblicazione riccamente illustrata accompagna il progetto espositivo, oltre a fungere da catalogo, rivendica a ragione il diritto di essere considerato il manuale del Surrealismo svizzero per eccellenza. Il volume, edito da Snoeck in italiano e in tedesco, comprende infatti importanti contributi degli storici dell’arte Peter Fischer, Stephan E. Hauser, Julia Schallberger e Hans-Peter Wittwer e raccoglie le biografie di tutti gli artisti in mostra.

Artisti in mostra
Abt, Otto Hans (1903–1982)/ Arp, Hans (1886–1966)/ Ballmer, Karl (1891–1958)/ Bodmer, Walter (1903–1973)/ Brignoni, Serge (1903–2002)/ Erni, Hans (1909–2015)/ Giacometti, Alberto (1901–1966)/ Grindat, Henriette (1923–1986)/ Klee, Paul (1879–1940)/ Le Corbusier (1887–1965)/ Leuppi, Leo (1893–1972)/ Maass, Ernst (1904–1971)/ Moeschlin, Walter Johann (1902–1961)/ Moos, Max von (1903–1979)/ Oppenheim, Meret Elisabeth (1913–1985)/ Ricco (Erich Wassmer) (1915–1972)/ Schaad, Werner (1905–1979)/ Schiess, Hans Rudolf (1904–1978)/ Sekula, Sonja (1918–1963)/ Seligmann, Kurt (1900–1962)/ Spinelli, Anita (1908–2010)/ Thomkins, André (1930–1985)/ Tschumi, Otto (1904–1985)/ Viollier, Jean-Pierre (1896–1985)/ Vulliamy, Gérard (1909–2005)/ Wiemken, Walter Kurt (1907–1941).

Il Museo d’arte della Svizzera italiana
Il Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI Lugano), diretto dal Dr. Tobia Bezzola, appartiene al ristretto gruppo di musei d’arte in Svizzera capaci di attrarre oltre 100’000 visitatori annui e si posiziona, fin dalla sua creazione, come crocevia culturale tra il Nord e il Sud delle Alpi.
Grazie ad una ricca offerta espositiva di mostre temporanee e allestimenti della Collezione, rinnovati ciclicamente, il Museo offre un vasto programma di attività dedicate ai visitatori di ogni età nelle sue due sedi espositive: quella più recente, cuore pulsante del centro culturale LAC Lugano Arte e Cultura, e quella storica di Palazzo Reali, che riaprirà nell’autunno 2019 a seguito di un’importante ristrutturazione. Alle due sedi del MASI si aggiunge la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, aperta al pubblico gratuitamente in due periodi dell’anno.
Incluso tra i 13 musei svizzeri sostenuti dall’Ufficio federale della cultura per il quinquennio 2018-2022, il MASI è parte di “Art Museums of Switzerland”, il gruppo di musei d’arte selezionato da Svizzera Turismo come veicolo di promozione turistica nel mondo.

Surrealismo Svizzera
dal 10 febbraio al 16 giugno 2019

Curated by Tobia Bezzola, director and Francesca Benini, MASI, assistant curator

Exhibition project at Aargauer Kunsthaus curated by Peter Fischer, art historian and Julia Schallberger, Aargauer Kunsthaus, assistant curator

Image: Alberto Giacometti, Femme couchée qui rêve, 1929, bronzo dipinto di bianco. Kunsthaus Zürich, Alberto Giacometti-Stiftung © Succession Alberto Giacometti / 2019, ProLitteris, Zurich
09
Feb

MKUltra, il nuovo progetto di Mustafa Sabbagh

Wrong Weather Gallery è orgogliosa di accogliere il ritorno di Mustafa Sabbagh all’interno del proprio spazio espositivo, con la presentazione dell’installazione multimediale site-specific MKUltra. L’artista di fama internazionale, che ha fatto della sperimentazione una delle sue cifre più potenti, si appropria della sigla di uno dei progetti più sperimentali – e meno etici – della storia dell’umanità, per sovvertirne concettualmente l’esito attraverso un’arma altrettanto detonante: il gesto artistico. In mostra da Wrong Weather la cristallizzazione di un brainwashing, innescata in un esorcismo muto e serrato tra fotografia e scultura, sclerotizza età e identità incenerendo lineamenti, chiudendo occhi, obnubilando volti. Tutto per un solo scopo: quello di non disinnescare mai il pensiero.

EN below_

Wrong Weather Gallery is proud to welcome the return of Mustafa Sabbagh within its exhibition space, with the presentation of the site-specific multimedia installation MKUltra. The internationally renowned artist, who has made experimentation one of his most powerful features, appropriates the title of one of the most experimental – and less ethical – projects in the history of mankind, to conceptually subvert its outcome through an equally detonating weapon: the artistic gesture. On show in Wrong Weather a brainwashing’s crystallization, triggered in a silent and tight exorcism between photography and sculpture, scleroticizes age and identity incinerating features, closing eyes, obscuring faces. All for one purpose: that of never defusing thought.

MKUltra. Mustafa Sabbagh
vernissage: sat february 9th, h. 17:00:00, in the artist’s presence

#exhibition 9th February – 28th February 2019

WWG opening hours: monday to saturday, 10:30 – 19.30

wrong weather gallery
avenida da boavista, 754
4100-111 porto, portugal

08
Feb

Olafur Eliasson: In real life

This summer, Olafur Eliasson (b. 1967) will return to Tate Modern following his world-renowned Turbine Hall installation The weather project in 2003, for an unmissable exhibition of his career to date. Marking the most comprehensive solo presentation of Eliasson’s work, and his first major survey in the UK, Olafur Eliasson: In real life will offer a timely opportunity to experience the immersive world of this endlessly inquisitive artist.

Olafur Eliasson consistently seeks to make his art relevant to society, engaging the public in memorable ways both inside and outside the gallery. Driven by his interests in perception, movement, and the interaction of people and their environments, he creates artworks which offer experiences that can be shared by visitors of all ages. Tate Modern will bring together over 30 works spanning the last three decades – from celebrated early installations like Beauty 1993, to new paintings and sculptures. For the first time, the exhibition will also examine Eliasson’s wider collaborations in fields as diverse as sustainability, migration, education and architecture, allowing viewers to explore how these projects extend his artistic practice. Each installation, or group of works, will encompass a key theme explored within Eliasson’s career. This will include his early investigations into space, motion and natural phenomena – as explored in Moss wall 1994, featuring lichen native to Eliasson’s homeland Iceland – to extensive experiments with light, colour, geometry, perception and participation that characterise his work today – such as Stardust particle 2016. Other installations like Your spiral view 2002 and Your uncertain shadow (black and white) 2010 incorporate reflections and shadows to play with the way we navigate or perceive the world. Together they reflect the artist’s core principle of ‘seeing yourself sensing’. As the works reveal the mechanisms behind their own making, we are invited to consider the physical and psychological processes that contribute to how we experience them. The exhibition will culminate with a space exploring Eliasson’s deep engagement with social and environmental issues. This includes projects such as Little Sun, first launched at Tate Modern in 2012, which provides solar-powered lamps and chargers to communities without access to electricity; Green Light – An Artistic Workshop, hosted by various institutions around the world, in which asylum seekers and refugees, together with members of the public, construct Green light lamps and take part in an accompanying educational programme; and Ice Watch, an installation, recently experienced by visitors to Tate Modern and passers-by, featuring glacial ice from Greenland which aims to inspire public action against climate change. Eliasson’s wide-ranging architectural projects will be explored here, including the recently completed Fjordenhus in Denmark. Viewers will also get behind-the-scenes insight into how Studio Olafur Eliasson works day to day and will be able to engage in collaborative making activities. Not confined to the gallery walls, Eliasson’s work will extend onto the terrace outside Tate Modern, while further installations such as Room for one colour 1997 will animate the concourse outside the galleries. For the duration of the exhibition Studio Olafur Eliasson will also collaborate with Tate Eats on a special menu for Tate Modern’s Terrace Bar. This will be based on organic, vegetarian and ethically sourced produce that is central to the Studio’s own kitchen in Berlin, where studio members eat family-style meals together every day.Continue Reading..

07
Feb

Franco Grignani. Polisensorialità fra arte, grafica e fotografia

Ciò che mi fa paura è l’ovvio, la banalità, il già fatto, il non senso.
Franco Grignani

Il m.a.x. museo di Chiasso (Svizzera) offre l’occasione di conoscere in maniera approfondita la figura poliedrica di Franco Grignani (1908-1999), che si è mossa sul sottile confine che lega arte, design e grafica, che l’ha consacrato come un artista tra i più profondi innovatori del Novecento, assoluto precursore dell’arte ottico-visiva, nonché grafico tra i più apprezzati del secondo Novecento, cui si deve la creazione del marchio della Pura Lana Vergine. Fino al 15 settembre 2019, l’antologica, curata da Mario Piazza, docente alla Scuola di Design del Politecnico di Milano e Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo, abbraccia tutti i settori esplorati da Grignani nel corso della sua carriera, attraverso 300 opere – tra fotografie, opere pittoriche, logotipi, materiali originali legati alla grafica e alla comunicazione pubblicitaria, oggetti di design – e s’inserisce all’interno del filone d’indagine del museo svizzero che, per la stagione 2018-2019 si declina in Sinestesia. La mostra è il risultato di una lunga ricerca scientifica condotta nell’archivio Franco Grignani, oltre che nei fondi del MUFOCO — Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (MI), dell’Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva AIAP e in importanti collezioni private italiane e svizzere.

Nato nel 1908 a Pieve Porto Morone, in provincia di Pavia, Grignani si avvicina presto all’ambito artistico. Già alla fine degli anni venti inizia a dedicarsi alla sperimentazione innovativa, anche grazie all’uso della macchina fotografica. A metà del secolo scorso, Grignani scopre le possibilità linguistiche della fotografia, spingendosi nel territorio dell’astrazione, apparentemente estraneo a quella disciplina. A Chiasso saranno esposti alcuni esemplari di quegli anni, tra sperimentali ottici su tela emulsionata e tavola e fotografie ai sali di bromuro d’argento. A questi si accompagna una serie di rare fotografie naturali ovvero paesaggi, vedute di città, caratterizzate da inquadrature inconsuete. Fu proprio nel periodo immediatamente post-bellico, che Grignani a fianco della sua passione per la fotografia si dedica a quella di graphic designer. Negli anni’50 inizia una lunghissima collaborazione con Alfieri & Lacroix, diventa art director della rivista “Bellezza d’Italia”, house organ della Dompé Farmaceutici di cui sarà anche autore della comunicazione. È selezionatore, impaginatore e autore delle copertine di “Pubblicità in Italia”. Nel periodo del boom economico italiano, Grignani lavora come grafico per la grande committenza, per clienti quali Pirelli, Arnoldo Mondadori Editore, Fiat, Ermenegildo Zegnadisegna marchi (tra cui Camiceria Cinquini di BergamoChemiGalleria Peccolo di LivornoMontesudSolo Seta Sempre SetaAerhotelBreda NardiCeramiche FalcinelliCentro Cultura Giancarlo PuecherGalleria S.Fedele) e cura campagne pubblicitarie. Anche in questo ambito, Grignani si dimostra un grande innovatore: alle immagini oggetto degli annunci pubblicitari era solito aggiungere degli scritti, a metà tra la poesia e il racconto. Con l’inizio degli anni ’70, Grignani si specializza nella corporate image, ma dalla metà del decennio si dedica quasi esclusivamente all’attività artistica. Di questa fase del suo percorso creativo, il m.a.x. museo presenta una ventina di tele a grandi dimensioni, dai vetri industriali alle Diacroniche, dalle Dissociazioni alle Periodiche, oltre ad alcuni esempi di Psicoplastiche, a metà tra pittura e scultura. La rassegna di Chiasso, patrocinata dal Consolato Generale d’Italia a Lugano, può contare su collaborazioni con diverse istituzioni italiane, come il Museo della Seta di Como, che esporrà uno dei due foulard di seta realizzati per l’occasione, e la NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, dove Grignani insegnò a partire dagli anni ottanta, che ospiterà una serata di approfondimento sulla sua figura. Accompagna la mostra un catalogo edizioni d’arte Skira con i saggi di Roberta Valtorta sulla fotografia astratta, di Mario Piazza sul valore sinestetico di sperimentazione, di Giovanni Anceschi sulle alterazioni ottico-mentali, di Bruno Monguzzi sulle tensioni emotive dell’intera opera e di Nicoletta Ossanna Cavadini sul rapporto di esempio da seguire per i giovani grafici svizzeri agli inizi degli anni ’60 e ’70 nell’asse Basilea-Zurigo-Milano della Kunstgewerbeschule, oltre a testimonianze di grafici la cui vita professionale è mutata a seguito della conoscenza diretta dei lavori di Franco Grignani, fra cui Francesco Milani, Heinz Waibl, Laura Michieletto, Lora Lamm, Till Neuburg, Klaus Zaugg, Mario Trueb, Claude Gressli, Nanette Libiszewski, Serge Libiszewski, Ruedi Kuelling, Bruno Suter.

FRANCO GRIGNANI (1908-1999)
Polisensorialità fra arte, grafica e fotografia
a cura di Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini
Chiasso (Svizzera), m.a.x. museo (Via Dante Alighieri 6)
17 febbraio – 15 settembre 2019

Orari
martedì – domenica, ore 10.00 – 12.00 e 14.00 – 18.00

Aperture speciali
martedì 19.03 San Giuseppe
domenica 21.04 Pasqua
lunedì 22.04 Pasquetta
giovedì 30.05 Ascensione
lunedì 10.06 Lunedì di Pentecoste
giovedì 20.06 Corpus Domini
sabato 29.06 SS. Pietro e Paolo

Chiusure
martedì 05.03 Martedì Grasso
venerdì 19.04 Venerdì Santo
sabato 20.04 Sabato Santo
mercoledì 01.05 Festa del Lavoro

Chiusura estiva m.a.x. museo
lunedì 29.07 – lunedì 19.08 compreso

Ufficio stampa Svizzera                                          Ufficio Stampa Italia
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Image: Franco Grignani, Grandangolare, 1965, tecnica mista su cartone Schoeller, 75 x 104 cm, Collezione privata, © Matteo Zarbo

31
Gen

Isabel Alonso Vega. Senza fuoco

Suspension, evanescence, abstraction: these are the first sensations the sculptures of Isabel Alonso Vega evoke. The artist will present her works in Italy for the first time during her next solo show, Senza Fuoco, opening on January 19th at White Noise Gallery, Rome. Her artworks are absolute and archetypical images, able to communicate on an unconscious level. The artist overlaps several plexiglass centrings painted with different techniques -sooth, gold leaf, acrylic- inside clear cases, giving the illusion of an ethereal suspension. The pieces on view focus on two specific shades: black and gold, evoking a sequential path towards enlightening through meditation. The black clouds, created burning with live fire the different layers, are in dialogue with large-scale drawings, their two-dimensional ideal projection. Smoke columns, black holes or mysterious shadows embody the concept of unknown, taking the viewer to a dimension of pure contemplation. Taking inspiration from the Late-Medieval text “The Cloude of Unknowyng”, Alonso Vega creates weightless structures that overtake language and comprehension, allowing the viewer to contemplate the ineffable. The works of Isabel are a hybrid form of abstraction, whose references to understandable forms such as cells or clouds, are immediately lost in favour of a completely subliminal interpretation. Suspension and obsessive formal simplicity create an immediate fracture between meaning and signifier, creating a completely irrational form of communication. One of the main needs driving her work is the will to create something universally recognizable as precious, so precious that it is able to generate what Kant defines “mathematical sublime” In 1910, Vasilij Kandinskij entered his studio and got struck by a work accidentally hung upside down. What he saw was a perfect painting, irradiating an internal light, where he could finally only see forms and colours, free from any other meaning. It took us centuries and several revolutions to recognize the importance of Abstract art, to understand its ability to communicate without using any clear term. The work of Isabel Alonso Vega seems to be moving in the same direction: monumental sculptures without any mass, able to give form to the evanescence.

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29
Gen

Leandro Erlich. Collection de Nuages

Tra i main projects di ART CITY Bologna 2019 in occasione di Arte Fiera, presso l’Oratorio di San Filippo Neri a Bologna, è in corso la mostra personale di Leandro Erlich dal titolo Collection de Nuages a cura di Maura Pozzati in collaborazione con Galleria Continua. L’esposizione, che fa parte delle iniziative proprie della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Per questa importante occasione sono state prodotte tre sculture di grandi dimensioni della serie che l’artista argentino dedica alle “nuvole”, le quali dialogheranno con lo spazio magico dell’Oratorio, provocando lo stupore degli spettatori, che si troveranno in un ambiente semioscuro improvvisamente illuminato dalla luce che proviene dall’interno delle opere stesse. Lo spaesamento e lo sconcerto percettivo sono caratteristiche costanti dei lavori di Leandro Erlich, che si “diverte” a creare immagini che innescano nell’osservatore sensazioni illusorie. In questo caso la prima domanda che si porrà il visitatore sarà sulla consistenza materiale delle nuvole, su come l’artista sia riuscito a inscatolarle, per poi interrogarsi sul significato poetico del lavoro e sul potere immaginifico della creazione artistica. La domanda che si pone l’artista in questo caso è: Chi non hai mai giocato con le nuvole alla ricerca di forme e immagini nel cielo?

Quasi a volere catturare l’intangibile, la Collection de Nuages di Leandro Erlich propone tre nuvole in imponenti vetrine come provenienti da un gabinetto di curiosità, che sembrano sfidare le leggi della fisica e invitano lo spettatore a intraprendere un viaggio onirico, una passeggiata tra capricci di forme mutevoli ma immobili. Di fronte a questa delicata bellezza sospesa, Leandro Erlich ci pone di fronte alla poesia di un fenomeno lontano, quasi permettendoci di toccare le nuvole grazie alle vetrine che sembrano dare inizio a un catalogo infinito di forme riconoscibili.

Una volta fuori, è naturale alzare lo sguardo e guardare il cielo che, secondo l’artista, con le sue luci, forme e colori condiziona la percezione che ciascuno di noi ha della propria città.Continue Reading..

25
Gen

ICA Milano. Apologia della storia – The historian’s craft

Fondazione ICA Milano, a non profit space dedicated to the arts, contemporary culture, research and experimentation, opens its doors in Milan in the name of inclusion, under the direction of Alberto Salvadori.

The Institution inaugurates its program with the collective exhibition Apologia della storia – The historian’s craft, curated by Alberto Salvadori and Luigi Fassi.

ICA Milano has arisen from the passion, the need for discovery and the will for sharing of five people with a great dream: to build an ideal ecosystem for arts and contemporary cultures in which artists are able to find a free space of action where to stage the main urgencies of the intellectual research. The city of Milan, with its natural inclination toward hybrid projects between public and private, has offered the ideal framework to shape this new organism, which opens its space to the public Friday, January 25, 2019. Directed by Alberto Salvadori, ICA Milano is a private foundation merging different energies and protagonists of the art world: artist, collectors, art lovers and professionals. The exhibition and the Institute’s activities represent a dedication to offering the city and general public an opportunity to understand, share and participate in the attitudes and nature of the Institute.

Exhibitions, art publishing, ceramics, cinema, performance, music, literature, seminar activity, education and much more will create a path toward interdisciplinary and transmedial activities. ICA Milano is the expression of a precise “Milanese” identity which historically connects private initiatives with the institutional dimension and finds its inspiration within the “give back” culture, that is to say, through giving back in order to share. Following the model of the pioneering experience held by the first Institute for Contemporary Arts, born in London in 1946 by a collective of artists, intellectuals and philanthropists, ICA Milano will be an active and propositional presence, supporting the most stimulating artistic production of our times and likewise being a breeding ground of ideas.

ICA Milano is pleased to present its first project: the collective exhibition Apologia della storia – The historian’s craft, curated by Alberto Salvadori and Luigi Fassi opening on January 24, 2019. The title of the show is inspired by the foundational book Apologie pour l’histoire ou Métier d’historien written in 1944 (and published posthumous in 1949) by one of the main intellectuals of the modern culture, French historian Marc Bloch. Bloch’s reflection on historiography has led the author to analyse the practical use of history and the historian’s craft. Bloch introduces history as the discipline for knowing the human being in society, which fulfils an interpretative function through a methodology that promotes an approach committed to an equal and respectable representation of all the histories. Stepping away from a typical syndrome of our time, the “judgment mania,” the exhibition unveils hidden stories and provides methodological suggestions in which the recovery of collective memory and its role becomes the central element for each contemporary society. The parallelism between history and art is thus necessary in order to read the two disciplines as complementary elements in human’s knowledge, as a continuous practice of change against immobility that pushes the human being to constantly question him/herself. Through the works and the practices of the invited artists, the exhibition reveals and deepens stratifications, ambiguities and dissonances in history. Such a strategy represents a fundamental moment within the development of the institution and a field of research that will be further investigated in the future activities of ICA Milano’s cultural program.

The exhibition gathers together works by: Yto Barrada (FR-MA), Lothar Baumgarten (DE), James Lee Byars (USA), Nanna Debois Buhl (DK), Ryan Gander (UK), Haroon Gunn-Salie (ZA), Arjan Martins (BR), Santu Mofokeng(ZA), Antonio Ottomanelli (IT), Paul Pfeiffer (USA), Javier Téllez (VN-USA), Mona Vatamanu & Florin Tudor(RO).

Apologia della storia – The historian’s craft
January 25–March 15, 2019

ICA Milano
Via Orobia 26
20139 Milan
Italy

image: ph. Dario Lasagni

16
Gen

Bill Viola / Michelangelo. Life Death Rebirth

In January 2019, we’ll bring together two artists – born centuries apart – who explore the same universal themes with works of transcendent beauty and raw emotional power.

In contrast to the scale and grandeur of his frescoes and sculptures, Michelangelo’s exquisite drawings take us closer to the emotional core of his work. Finished works in their own right, they were created as gifts and expressions of love, or as private and meditative reflections on his own mortality.

In 2006, pioneering video artist Bill Viola saw the finest of a collection of these drawings at Windsor Castle, and was astonished by the Renaissance master’s expressive use of the body to convey emotional and spiritual states. Although created in a radically different medium, Viola’s own works also grapple with life’s fundamental questions, asking us to consider the thresholds between birth, life and death. Both artists harness the symbolic power of sacred art, and both show us physical extremes and moments of transcendence.

This exhibition explores the affinities between Bill Viola and Michelangelo, and is conceived as an immersive journey through the cycle of life. You’ll see a selection of Michelangelo’s most poignant works, including those from Windsor such as his drawings of the Crucifixion, as well as Michelangelo’s only marble sculpture in the UK, the Virgin and Child with the Infant St John (the ‘Taddei Tondo’). From Viola, we feature 12 major installations spanning his entire career, including the extraordinary Tristan’s Ascension (The Sound of a Mountain Under a Waterfall), a five-metre-high projection depicting the ascent of the soul after death.

Royal Academy of Arts
Bill Viola / Michelangelo
Life Death Rebirth
26 January — 31 March 2019

Daily 10am – 6pm
Friday 10am – 10pm

Extended opening hours: open until 9pm on 29 – 30 January and 2 February.

Main Galleries, Burlington House, Piccadilly

 

03
Gen

Marina Bindella. L’opera grafica 1988-2018

L’Istituto centrale per la grafica, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Roma, presenta la mostra Marina Bindella. L’opera grafica 1988-2018 a cura di Claudio Zambianchi e Antonella Renzitti.

La mostra, che presenta una sessantina di opere di Marina Bindella, pittrice e xilografa nata a Perugia nel 1957, copre un trentennio di lavoro ed è dedicata prevalentemente all’opera grafica dell’artista, con qualche disegno, acquerello o pittura che servono come mera evidenza delle ulteriori avventure di segni nati in prima battuta come segni grafici. L’incisione sin dagli inizi ha costituito infatti per Bindella il laboratorio dove collaudare, controllare e filtrare il resto dell’attività creativa grazie alla qualità indiretta, riflessiva della grafica, frutto di un procedimento analitico volto a individuare le modalità sempre variate attraverso le quali il segno filtra la luce del bianco della carta: una pratica artistica che solo alla fine, attraverso la stampa, si traduce in una forma adatta alla lettura. Di qui la decisione di ordinare la mostra non in base al rispetto di una cronologia, ma secondo tre «famiglie» di segni («biomorfe», «filigrane» e «incroci»): la divisione non ha valenza rigidamente tassonomica, ma rende possibile organizzare i frutti di un lavoro che procede ogni giorno per invenzioni e varianti, dove la pazienza e l’immaginazione, l’artigianato e la cultura, si incontrano in momenti di intensa qualità poetica. Tra le opere esposte anche una selezione di fogli e libri d’artista che l’autrice ha voluto donare all’Istituto, arricchendone le collezioni contemporanee. I curatori scientifici del progetto espositivo e del catalogo sono Claudio Zambianchi docente di Storia dell’arte contemporanea dell’Università La Sapienza e Antonella Renzitti, responsabile del Dipartimento del contemporaneo dell’Istituto. Durante il periodo di apertura della mostra saranno attivati laboratori didattici, ideati con l’artista e coordinati dal Servizio educativo dell’Istituto, che vedranno coinvolti studenti dell’Accademia e dell’Università.

La mostra sarà corredata da una pubblicazione edita da Campisano Editore con testi di Claudio Zambianchi, Antonella Renzitti, Jolanda Nigro Covre, Daniela Fonti, Carlo Lorenzetti, Beatrice Peria e Ilaria Schiaffini. La mostra fa parte della rassegna Grafica Femminile Singolare. Iniziata da Maria Antonella Fusco, Dirigente dell’Istituto centrale per la grafica, nella simbolica data dell’8 marzo 2012, la rassegna consente al pubblico di conoscere lo sguardo delle donne, sia esso espressione artistica o lettura critica.

Marina Bindella. L’opera grafica 1988-2018
dal 28 novembre 2018 al 31 gennaio 2019

Istituto Centrale per la Grafica – Gabinetto disegni e stampe
Via della Stamperia, 6
Rione Trevi (Quirinale-Tritone-Barberini) (Roma centro)
Palazzo Poli

Non è possibile accedere all’Istituto con bagagli, zaini e borse di grandi dimensioni. Non sono disponibili armadietti o guardaroba.

Modalità di partecipazione: Ingresso libero

Telefono: +39 06 699801 centralino

Fax: +39 06 69921454