Tag: contemporary art

10
Set

Jan Fabre. Ecstasy & Oracles

Fino al 4 novembre 2018 Agrigento e Monreale ospitano l’esposizione “Jan Fabre – Ecstasy & Oracles”, una sorprendente selezione di lavori sia noti che inediti realizzati dall’artista visivo, creatore teatrale e autore fiammingo, un percorso straordinario che si snoda tra siti archeologici, luoghi di culto, monumenti e biblioteche di queste due splendide città siciliane. Curato da Joanna De Vos e Melania Rossi in continuo dialogo con il maestro Jan Fabre, il progetto è organizzato da MondoMostre e promosso dalla Regione Siciliana – Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo, Polo Culturale di Agrigento – in collaborazione con la Città di Palermo, l’Arcidiocesi di Monreale, il Comune di Monreale, il Comune di Agrigento e l’Arcidiocesi di Agrigento. La mostra è tra i Manifesta 12/CollateralEvents e si inserisce nel cartellone di eventi di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, durante il quale, nel corso di tutto l’anno, si svolgerà un ricco programma che coinvolgerà non solo il capoluogo ma tutta l’isola. Il catalogo della mostra sarà edito da Skira.

Esposti oltre cinquanta lavori realizzati da Jan Fabre tra il 1982 e il 2018: serie di disegni a matita e penna bic; sculture in diversi materiali, dalla cera al bronzo; film che documentano performance e mosaici realizzati con preziose ma solide e cangianti corazze di scarabei. L’artista presenta anche due opere inedite, pensate appositamente per questa occasione: “Schande übers Ganze Erdenreich!” e “Searching Oracle Stones”. L’esposizione si sviluppa in sinergia con luoghi di eccezionale valore storico e artistico: il Parco della Valle dei Templi e la città di Agrigento, Monreale e gli spazi del complesso monumentale della Cattedrale. Si instaura così una relazione tra l’arte greca dei templi, i mosaici bizantini e il personale vocabolario visuale di Fabre.

Jan Fabre – Ecstasy & Oracles
fino 04 novembre 2018
PARCO ARCHEOLOGICO E PAESAGGISTICO DELLA VALLE DEI TEMPLI
Agrigento, Agrigento – Sicilia
CIVICA GALLERIA D’ARTE MODERNA – EX CONVENTO DEI BENEDETTINI
Piazza Guglielmo II, Monreale – Sicilia

10
Set

James Turrell. The Substance of Light

Anyone who immerses themselves in James Turrell’s light spaces enjoys a magical experience: the colored, changing light makes the room seem endless. Born in 1943 in Los Angeles, Turrell took an avid interest in flying at an early age. Today, he describes the skies as his studio, his material, his canvas. In the 1960s, influenced by minimal art and land art, he employed a range of techniques to give the immaterial light a physical presence. The Substance of Light at the Museum Frieder Burda is an exhibition conceived in close cooperation with the artist himself. Over five decades, Turrell’s work has combined conceptual thinking, science, technology and spirituality to create a unique art form: the artwork takes shape through the perception of the observer, which becomes so focused that he, in Turrell’s words, “can see his own seeing.”

This becomes clear right at the beginning of the exhibition, when visitors are led into the huge light space Apani, which already caused a sensation at the Venice Biennale in 2011. Turrell uses the German word “Ganzfeld” to describe these installations, in which visitors enter a room that seems to have no limits, with its own, especially composed light sequence. This triggers a paradox phenomenon: the visitor‘s attention turns from outside to inside, changing into a kind of meditative observing. “In a way,” explains the artist, “light unites the spiritual world with the ephemeral, physical world.” Turrell‘s affection for painting is demonstrated by his “Wedgework” installations. Projections form walls and barriers made of colored light. They suggest a spatial depth but also evoke the monochrome canvases of color field painting. The exhibition also presents Turrell’s most ambitious project, Roden Crater: During a flight in the 1970s, he noticed an extinct volcano in the Arizona desert. Since then, he has been converting it into a type of space observatory. This complex of subterranean chambers, shafts and tunnels is like a temple dedicated only to light. A selection of models, photographs and a film documentary provide impressions of the biggest artwork on our planet. Models and prints of Turrell‘s Skyspaces are on show on the mezzanine: this part of the show is dedicated to these walk-in light spaces whose architecture is especially designed to fit in with their surroundings. They comprise both solitary constructions and individual rooms in existing buildings, with apertures in their ceilings, through which one can gaze at the skies as if they were a living work of art.

Upstairs in the museum, a small selection of light works is on show. These include one of his Dual Shallow Space Constructions, which display light frames in front of a wall of light or a room of light, along with one of his astonishing Projection Pieces, his earliest series. Here, a projector shines a geometric body of light on the opposite corner of the room. In the cabinet, also upstairs, works never seen before from his two-dimensional “Hologram Series” are on display.

Finally, in the basement, the viewer can look forward to a new creation especially made for the Frieder Burda Collection: Accretion Disk is part of the “Curved Wide Glass Series,” whose objects slowly change color over a space of several hours. The cosmic aspect of James Turrell‘s art manifests itself here: in astrophysics, an accretion disk is the term used for a disk of gas or interstellar dust orbiting around a central body, often a new-born star.Continue Reading..

06
Set

Enrico Fico. In virtù di una improbabile quanto aleatoria empatia

Il titolo In virtù di una improbabile quanto aleatoria empatia reca in sé l’elemento più intimo ed identificativo del percorso creativo di Enrico Fico: il confronto con l’altro, tema che trova un inedito svolgimento in questa mostra, la sua prima personale. I lavori esposti, con un allestimento che vuole suggerire le tappe di un iter portato avanti con progettualità e continuità, coprono gli anni 2014-2018. Tiziana Tommei, curatrice dell’artista, ha scelto di proporre opere in cui la parola compenetra l’immagine e l’immagine si fonde con la parola, generando una dimensione ibrida all’interno della quale l’equilibrio tra le parti si svela utopia. La fotografia, la cera e gli oggetti: tutti elementi diversi, ma anche vocaboli di un discorso univoco, che al pari di un flusso di poesia, emozioni e vissuto si riverbera in espressioni nuove, fisicamente eterogenee perché di matrice profondamente mentale. Il mezzo concreto è puro veicolo d’espressione interiore, intellettuale e percettiva. Il messaggio che egli vuole inviare resta sempre fortemente ancorato ai contenuti, alla sostanza delle cose, al noumeno.
In mostra saranno presentati lavori diversi, con un approccio curatoriale diacronico, inteso a sciorinare lo svolgimento in atto di una ricerca che non muove mai dalla materia, ma sempre dall’intangibile, quale corpo emotivo, spirituale e intellettuale d’interesse fondamentale. L’esposizione apre con una selezione di opere dal progetto À chacun son enfer (2014-2016), compenetrazione di fotografia analogica e testo poetico, presentato in forma d’installazione site specific su leggii da orchestra, presentato per la prima volta presso Galleria 33 ad Arezzo e già esposto Set Up Contemporary Art Fair, Bologna 2017 e a Palazzo Magini, Cortona nel 2018, nonché pubblicato su Juliet Art magazine 180 (dicembre 2016 – gennaio 2017). WAX e Sòtto pèlle rappresentano invece l’evoluzione di un connubio, già avviato con il progetto Ghiandole e che mette al centro, sul piano formale, la cera. In questo caso la materia si fa concetto: dissimula e vanifica pesi, misure e margini di oggetti e corpi rappresentati o evocati. Se la parola, e più in particolare il testo poetico, costituisce il filo rosso dei lavori proposti, la cera unisce le più recenti sperimentazioni, tra cui alcuni inediti. In essi sono gli oggetti – libri antichi e piccole scatole di antiquariato – ad accogliere il messaggio rispetto al quale essi si fanno veicoli segnici e semantici: per la parola, più vicina all’immagine in Monadi, e per l’oggetto (vertebra), da intendere come logos, in sostienimi. La cera protegge, nutre, impermeabilizza suggerisce e mostra una realtà velata, intima e segreta, esortando ad una visione oltre la realtà fenomenica.
La curatrice Tiziana TommeiContinue Reading..

18
Apr

Simone Lingua. Ninfea

A partire dal 29 aprile 2018, Bagno Vignoni, storico borgo termale della Val d’Orcia, ospiterà per due mesi un’installazione site specific, intitolata Ninfea, creata in esclusiva dall’artista Simone Lingua, nome emergente dell’arte cinetica e optical, per la vasca della Piazza delle sorgenti. Il progetto, curato da Tiziana Tommei, presenta collateralmente una mostra diffusa, estesa al territorio attraverso un percorso che coinvolge una triade di strutture ricettive. L’evento è parte dell’iniziativa Paesaggi del benessere 2018, promosso dal Comune di San Quirico d’Orcia in collaborazione con la Proloco di Bagno Vignoni. L’opera Ninfea èrealizzata grazie al contributo di Centro Medico Bartoleschi.

Non è la prima volta che la frazione di Bagno Vignoni si apre all’arte contemporanea. Per l’occasione è stato chiamato il cuneese Simone Lingua a misurarsi con un contesto storicizzato, fortemente strutturato, nonché incentrato su di una realtà densa di memoria e significato: il celebre “vascone”, vasca termale dall’aura sacrale, cuore dell’abitatoLunga 49 metri, larga 24 metri e profonda 95 cm, essa domina la piazza del piccolo centro, raccogliendo al suo interno le acque della sorgente termale, le cui esalazioni generano una dimensione sospesa e allucinata, quasi metafisica. Tale scenografia naturale ha ispirato l’artista, che, immaginando una realtà parallela ed emersa dal fondo della vasca, ha concepito una zolla idealmente restituita in sospensione dalle acque. Egli, per dare forma a questa sorta di isola, ha preso a modello un concept già applicato nei suoi quadri cinetici: una teoria di elementi circolari, trattati da un lato a vernice e dall’altro a specchio, quindi ordinati entro un perimetro definito. L’installazione così ideata risulta composta da 50 elementi, ciascuno dei quali assembla base e sostegni in acciaio con dischi in plexiglass cromato e verniciato. Ad una visione complessiva l’opera mostra una doppia anima: quella dominata dal colore, che veste di un manto rosso la superficie dell’acqua; l’altra specchiata, che permea e riflette il contesto, e con esso il riguardante. Quest’ultimo, muovendosi e circumnavigando la vasca, assiste alla metamorfosi graduale dell’insieme: ne percepisce il moto endogeno, i giochi di luce creati dall’acqua, la dissimulazione delle forme indotta dai vapori sulla superfici specchiate, fino alla fusione in una sola entità delle sue due parti. Un organismo vivente e mutante in forza del suo cinetismo che, echeggiando un fiore acquatico, si ancora al terreno sul fondo della vasca, mostrando fiori e infiorescenze sopra il livello dell’acqua. A latere, in corrispondenza di tre poli selezionati, Adler Thermae, Albergo Le Terme, Albergo Posta Marcucci, saranno esposte opere della produzione recente dell’artista: dal Cilindro cinetico in acciaio Super Mirror, già esposto al Carrousel du Louvre (Parigi, 2016), al Cubo cinetico, presentato di recente alla Galleria Tag (Lugano, 2017), fino alle opere a parete, i Quadri cinetici in plexiglass e, infine, le Cupole cinetiche, realizzate alla fine del 2017 e già presentate in mostra a Bologna, Parigi e Ferrara. Inoltre, presso la libreria Librorcia sarà disposto un infopoint.

Simone Lingua è nato Cuneo nel 1981. Gli esordi della sua carriera artistica sono legati alla pittura. I primi studi inerenti l’arte cinetica risalgono al 2010 e sono applicati alla progettazione in ambito architettonico per le facciate di Prada. Ha esposto in gallerie e spazi istituzionali, in Italia e all’estero. Tra il 2016 e il 2017 ha esposto al Pan di Napoli, al Louvre, al Castello Estense a Ferrara, alla Galleria Mirabilia a Reggio Emilia, a Palazzo Bentivoglio Gualtieri a Reggio Emilia, alla Galleria Accorsi a Torino, al Museo di Villa Mazzucchelli a Brescia, al Castello di Bratislava, alla Fondazione De Nittis a Barletta, al Castello di Sarzana, alla Galleria Idearte a Ferrara, al Museo Fondazione Sorrento e alla galleria TAG a Lugano. Nel luglio del 2016, Palazzo Gagliardi a Vibo Valentia, ha ricevuto il Premio come miglior opera concettuale. Di recente ha partecipato alla seconda edizione di Art Adoption New Generation a Cortona e a SetUp Contemporary Art Fair 2018 a Bologna. Dal 5 al 29 aprile 2018 è in mostra a Parigi, presso Dôme di Éléphant Paname, nell’ambito del progetto Condizione, curato da Roberto Baciocchi; dal 2 al 29 maggio esporrà con una personale alla Galleria Idearte a Ferrara. Il suo lavoro è seguito dal 2017 da Tiziana Tommei. Vive e lavora ad Arezzo.

L’installazione Ninfea sarà realizzata e visibile in loco già dal 20 aprile. L’inaugurazione della medesima, unita alla mostra diffusa, avrà luogo domenica 29 aprile alle ore 17.00. Le opere resteranno fruibili fino al 24 giugno 2018.

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30
Mar

SHIO KUSAKA

Gagosian è lieta di presentare la prima mostra in Italia dell’artista giapponese Shio Kusaka.

Kusaka, nota per i suoi lavori in continua tensione tra astratto e figurativo, ha sviluppato per Roma un progetto fortemente incentrato sulle geometrie dell’astrazione. Le ceramiche in mostra, variazioni sulla forma del vaso, sono disegnate e incise con linee geodetiche continue tramite un processo contemporaneamente sistematico e intuitivo. Ripetizioni minimaliste si estendono lungo i volumi stondati riecheggiando le griglie di Agnes Martin o i disegni a muro di Sol LeWitt, e rivelando le irregolarità della linea disegnata a mano per creare terreni sinuosi oscillanti. Nella sua opera Kusaka fonde la raffinata lavorazione tradizionale della ceramica con dettagli e soggetti giocosi quali palloni da basket, frutta, dinosauri, gocce di pioggia e venature del legno. I lavori geometrici offrono una dimostrazione più immediata della padronanza tecnica dell’artista che, ​concentrandosi sull’elaborazione di un singolo processo ne scopre le infinite varianti. Nei precedenti lavori astratti Kusaka spesso “terminava” una linea o un motivo a griglia appena questi venivano distorti dalla curvatura del vaso, producendo motivi frammentati, come dei disegni sovrapposti, che contraddicevano il volume tridimensionale dello stesso. In queste nuove opere, invece, l’artista assume un approccio quasi topografico, sviluppando la manualità tattile necessaria per lavorare al tornio intagliando o disegnando linee intricate lungo ogni superficie del vaso. Lasciando che la tridimensionalità di ciascun vaso determini le curve concentriche delle linee, Kusaka fonde i primordiali atti creativi del disegno e della scultura. Mentre alcune linee appaiono sottili e parallele, altre assomigliano a delle onde e a schemi topografici. Saranno presenti in mostra i vasi più grandi mai realizzati dall’artista disposti su un piedistallo lungo e curvo, e smaltati in vari colori, dal blu pallido, al rosa, al giallo fino ad un placido bianco sporco. Il liquido denso si ferma al di sopra della base di ognuno: una precauzione necessaria per la cottura a fuoco, e un sottile ricordo delle trasformazioni alchemiche tipiche di questa tecnica. In una selezione di vasi più piccoli, Kusaka ripropone molti dei motivi a incisione come disegni a matita su fondo bianco, creando echi più intimi, quasi degli schizzi, dei lavori più grandi. L’artista ribadisce così la tecnica dei Minimalisti basata sul metodo, e sottolinea anche l’infinito potenziale della forma stessa che varia da grande a piccola, da liquida a solida, da due a tre dimensioni.

Un catalogo illustrato verrà pubblicato in occasione della mostra.

Shio Kusaka nasce nel 1972 a Morioka, in Giappone e vive e lavora a Los Angeles. Ha conseguito la laurea in Belle Arti nel 2001 all’Università di Washington,  Seattle. Il suo lavoro è incluso nelle seguenti collezioni: Museum Voorlinden, Wassenaar, Olanda; The Broad, Los Angeles; Allen Memorial Art Museum, Oberlin, Ohio; e Nerman Museum of Contemporary Art, Overland Park, Kansas. Tra le mostre personali recenti: Whitney Biennial del 2014, New York; “Jonas Wood and Shio Kusaka: Blackwelder”, Gagosian, Hong Kong (2015); e “Shio Kusaka and Jonas Wood”, Museum Voorlinden, Wassenaar, Olanda (2017–18).

*English below

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22
Mar

Irving Penn. Centennial

With a body of work stretching from portraits of Pablo Picasso, Marlene Dietrich, Alfred Hitchcock, New Guinean natives to abstract female nudes, exquisite still lifes, all the way to glamorous fashion photos for Vogue, Irving Penn (1917–2009) is considered the most influential photographer of the twentieth century. In his nearly 70-year career, he created an exceptionally diverse and distinctive visual cosmos. An unparalleled master of different genres, he succeeded in weaving contemporary photography and art. His new and different photographic gaze made each of his subjects special, whether they were human beings or inanimate objects. His innovative photographs are infused with clarity, elegance, perfection, and a flawless beauty. His unique style and pared-down aesthetic remain influential to this day, and have had a profound impact on innumerable successors. On the 100th anniversary of his birth, C/O Berlin is commemorating Irving Penn with a major retrospective. The exhibition featuring around 240 works was organized by The Metropolitan Museum of Art in collaboration with The Irving Penn Foundation. More than 180 works to be donated by The Irving Penn Foundation to The Metropolitan Museum of Art forms the core of the exhibition, among them the famous studies of Lisa Fonssagrives-Penn, the most sought-after photo model of the time, who became Irving Penn’s wife and muse. A comprehensive monograph accompanying the exhibition is published by Schirmer/Mosel, Munich.

Irving Penn (1917–2009) studied at the Philadelphia Museum School of Industrial Art, where Alexei Brodovitch, Art Director at Harper’s Bazaar, taught up to 1934. In 1943, Penn photographed his first cover photo for Vogue followed by many more. He became one of the most important fashion photographers of the 1950s and 1960s. After founding his own photographic studio in New York in 1953, he continued to create numerous portraits of luminaries from the worlds of film, music, and art and took innumerable still life and fashion photographs. Irving Penn ranks among the most important photographers of the last century, in no small part because of his pioneering work in both commercial and artistic photography. Penn died in New York in 2009. His photographs have been shown in numerous international exhibitions and are in major museums and collections throughout the world, including the Metropolitan Museum of Art and the Museum of Modern Art in New York, the Art Institute of Chicago, and the National Gallery of Art in Washington, D.C.

Irving Penn. Centennial
March 24–July 1, 2018

Opening: March 23, 7pm

C/O Berlin Foundation
Amerika Haus
Hardenbergstrasse 22-24
10623 Berlin
Germany

Saul Steinberg in Nose Mask, New York, 1966 © Condé Nast

14
Mar

Concetto Lineare. Cecilia Anselmi e Motorefisico

Concetto Lineare nasce con la volontà di creare una sinergia tra due mondi, quello di Motorefisico, dove la linea entra matericamente nello spazio reale, e quello di Cecilia Anselmi, in cui, sempre la linea, registra i movimenti e le geometrie degli spazi virtuali dei suoi collage. Concetto Lineare ha un solo protagonista: il segno astratto e il suo muoversi liberamente tra lo spazio tridimensionale della galleria e lo spazio surreale, pastiche, delle opere di Cecilia Anselmi. I riferimenti di questo terreno comune sono alla corrente del minimalismo astratto che da Josef Albers, uno dei maestri fondatori della Bauhaus, è possibile ritrovare nei lavori di Munari, nelle opere optical dell’arte cinetica e programmata degli anni 60, ancora, nella produzione del grande Sol Lewitt, fino ad arrivare a Daniel Buren in tempi più recenti. La rielaborazione di forme primarie, la linea, il tracciamento e la misura delle superfici e dello spazio (reale o virtuale) sono al centro di un ambito comune di ricerca in cui un architetto e due giovani artisti/muratori (così ama definirsi Motorefisico) si applicano da anni. I protagonisti della mostra, pur venendo da percorsi autonomi, si sono già incontrati in precedenza con ottimi risultati e qui da dMake avranno occasione di lavorare sulle loro affinità per creare una sinergia tra le opere e il luogo che proponga all’osservatore una rielaborazione dello spazio densa e inedita.

dMake | space
via Giovanni Lanza 174 – Roma – Lazio

Concetto Lineare. Cecilia Anselmi e Motorefisico
a cura di Cecilia Anselmi + dMake | art + Motorefisico
fino al 24 marzo 2018

17
Mag

Abolish Article 153. Annual art exhibition in Kuwait

Abolish Article 153: Expressive Exhibition at “The Hub” Gallery
Twelve years have passed since Kuwaiti women got the right to participate in the political battle in Kuwait; this date, the 16th of May, coincides with the launching of one of the most important creative exhibitions that show a collection of Artistic work and Photographs representing “Women” in order to encourage them to obtain their full rights as well as a support and solidarity with the abolition of Article 153 of the Kuwaiti Penal Code, which allows men to get away with killing their  mothers, daughters, sisters and wives if they suspect them of sexual impropriety with a light punishment of a prison sentence     for a period not exceeding three years or a fine of 15 KD  or one of these penalties, and this is contrary to the principles of Islamic law.

Dr. Al-Anoud Al-Sharikh, Sheikha Al-Nafisi, Lulu Al-Sabah, Amira Behbehani and Sundus Hussain are the organizers of this exhibition and they are the ones who initiated this idea to demand the cancellation of this article and its negative consequences on human rights in general and women’s rights in particular.

The exhibition will last for a week in the hall of “The Hub” Gallery located on the Arabian Gulf Street – Sharq. It will include paintings, jewelry and sculptures created by a group of young Kuwaiti and Arab artists to promote this awareness campaign in all segments of Kuwaiti society in the hope of achieving justice and equality between men and women and the exclusion of violence in any way. Read more about campaign

Abolish Article 153 will host its 4th Art Exhibition at the HUB Gallery in Kuwait. The exhibition will include more then 50 artworks in various media by Kuwaiti and Middle Eastern artists.

Artists: Abdulla Al Awadhi, Abdulla Al Saab, Alina Amer, Amani Althuwaini, Amira Behbehani, Afsoon, Alexandra Zambom*, Azza Al Sherif, Eilidh Middleton, Emma Harake, Fadel Al Abbar, Farah Salem, Fatma Abodoma, Ghada Khunji, Hamad Al Saab, Ibrahim Ismail, Jad El Khoury, Jamal AlYousef, Maher Kuraitem, Manal Al Majed, Maryam Hosseinnia, Mohammed Al Kouh, Neda Dana-Haeri, Norma I. Figueroa, Ricardas Blazukas, Sara AbuMrad, Sara Marwa, Shereen Audi, Shurooq Amin, Sumaya Abdul Ghani, Tagreed Al Baghshi, Thuraya Al Baqsami, Wafaa Al Husaini, Waleed Shalaan, Warda Al Kandari, Zahra Al Mahdi, Zeinab Qabazard, Ziyad Al Arfaj and AUK Graphic Design Students.

All artworks shown at the exhibition were created for the purpose of this exhibition.
Fifty percent of the proceeds from the sale will benefit the campaign.Continue Reading..