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Nov

Michael Kenna. Forms of Japan

Le sue immagini sono caratterizzate da un bianco e nero essenziale. La mostra ‘Forms of Japan’ racconta un amore per il Giappone, da parte dell’autore, iniziato oltre 30 anni fa.

Michael Kenna è considerato uno dei più importanti ed influenti fotografi di paesaggio al livello internazionale. Le sue immagini sono caratterizzate da un bianco e nero essenziale. La mostra Forms of Japan racconta un amore per il Giappone da parte dell’autore iniziato oltre 30 anni fa. Un legame empatico per la filosofia e il paesaggio di una terra che esprime poesia visiva. Il linguaggio fotografico di Michael Kenna si appropria di questi elementi poetici che l’autore rende in forme poetiche e meditative in equilibrio con l’anima del Giappone. Un percorso di meditazione attraverso alberi solitari, profili delle montagne, ponti , giochi d’acqua, piccole isole, paesaggi sommersi dalla neve ma anche sagome di pesci e particolari di antiche pitture. I suoi scatti diventano Haiku e ne seguono la composizione e le strutture logiche.

L’Haiku consiste in tre versi costruiti in ordine verticale di solito con lo schema 7/5/7. Questa rappresentazione della natura come specchio dell’anima, come rappresentazione di una realtà interiore che si esprime con simboli e sillogismi ritorna nelle immagini dell’autore costruite con rigore e ordine apparente di un ‘equilibrio che in realtà genera emozioni profonde e contrastanti. D’altronde L’haiku (visto come anti-sillogismo) e il sillogismo stesso incarnano, a ben vedere, la doppia condizione della vita, che, per mantenersi, deve riuscire sia a rinnovarsi sia ad innovarsi. Se il rinnovamento esprime la riproduzione dei cicli vitali, l’innovazione deve realizzare quelle trasformazioni che permettono alla vita di affrontare e superare quei mutamenti dell’ambiente che ostacolano oppure rendono impossibili o inefficaci i processi ciclici di rinnovamento.
L’innovazione è, quindi, la capacità della vita di far emergere, di produrre, soluzioni vitali nuove. Nonostante alcuni elementi compositivi delle immagini possano creare determinati significati, la struttura iconografica riporta significati essenziali, il mare diventa l’acqua che, simbolo di solitudine, allontana le piccole isole dalla costa e le rende iconiche. In Giappone questa sensazione di isolamento è determinante perché il mare lambisce ed isola totalmente questa terra dal resto del mondo, privilegiando e difendendo una cultura antica ed autoctona. La terra rappresentata dalla forma delle montagne o dal profilo delle coste simboleggia il potere, le strutture sembrano essere statiche ma è una falsa impressione, questo elemento cambia nei secoli in maniera impercettibile, a volte con violenza e distruzione, altre con lenti e silenziosi movimenti. Gli alberi sono il simbolo di costante trasformazione, di rinascita e adeguamento alle stagioni della vita. Il cielo veicola le sensazioni di leggerezza e libertà, impera immenso sulla vita terrestre. Inoltre c’è un ulteriore elemento presente nei Lavori di Michael Kenna non visibile ma che può essere distintamente percepito nelle atmosfere di ogni singola immagine, lo spirito, l’anima, il senso dell’assenza e presenza l’idea fondamentale della filosofia Zen l’uno e il tutto in compenetrazione. Tuttavia, Kenna dà solo alcuni spunti che servono a provocare l’immaginazione dello spettatore, secondo la maniera del Buddismo Zen, permette scorci di verità, ma lascia il reale significato aperto per l’interpretazione a ogni spettatore. Kenna crea uno spazio vuoto che è in grado di assorbire i sentimenti e i pensieri, lasciando all’immaginazione e alla soggettività di ognuno la costruzione di un reale immaginario. Così, egli trasforma il vuoto in pienezza e rende visibile ciò che in realtà è invisibile; la grazia delle piccole cose comuni rivelandone il loro aspetto minimalista. Kenna con il tempo si è forgiato uno stile indiscutibile e inconfondibile, osservando il mondo con lo sguardo dello scultore che di fronte al blocco di marmo sa già dove vuole arrivare ma sa anche che quello che sta per intraprendere sarà un lungo e difficile percorso. Dalla penombra dei luoghi in cui fisicamente si trova, egli parte per un viaggio che non si esaurisce mai dopo i suoi lunghi click ma continua anche più tardi in un luogo altrettanto buio, la camera oscura, dove alla flebile presenza di una lampadina rossa il fotografo si trasforma in stampatore per rivedere e ridonare nuova luce a ciò che aveva già osservato. O forse solo immaginato.

Michael Kenna (1953) attualmente vive a Seattle con la sua famiglia e continua a viaggiare per lavoro nel mondo. Le sue fotografie fanno parte di collezioni permanenti presso la Bibliothèque Nationale di Parigi, la National Gallery of Art di Washington DC, Tokyo Metropolitan Museum of Photography, e il Victoria and Albert Museum di Londra.

Inaugurazione 11 novembre ore 18.30

Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea
via Gorani, 7 Milano
lunedì-venerdì 11-19
ingresso libero

Michael Kenna
dal 11 novembre al 6 dicembre 2015