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Pietro Mari. Oggetti non trovati

La tecnica duchampiana del rinominare l’oggetto industriale icastico e dell’associazione aporetica che crea uno spiazzamento nella percezione dell’oggetto-opera è esattamente opposta al metodo di Pietro Mari, un fotografo che a dirla come Antonella Sica ‘tanto è rigoroso e compatto nelle sue opere fotografiche quanto leggero e ribelle come un sasso lanciato contro le convenzioni nelle opere di creazione esposte in questa mostra’. Dopo la sua serie Oggetti Pensanti, oggetti di uso comune che esprimono pensieri spaesanti sul loro destino e sulla realtà (nel piano bidimensionale della fotografia), si applica a definire attraverso la costruzione e la manipolazione di nuovi oggetti il senso di propri pensieri sporadici o ossessivi. Un lavoro tridimensionale ‘costruttivo’ che nasce prima come parola, come idea linguistica e che successivamente diventa Oggetto. Le opere hanno nomi come Blind Trust o Hyperreaktion, Sei Volti Antibiotici o Pissing Match, didascalie nate prima dell’oggetto ed emanatrici dell’oggetto stesso. Come in fotografia Pietro Mari non concede nulla alla bellezza conforme o all’estetizzazione, superfici metalliche sabbiate, punti di sutura, grigi antracite e rari colori di emergenza; una stringatezza ironica dove non compare mai la decorazione o il piacere retinico. Oggetti che stavolta lascia ad altri per la fotografia, come un set che possa liberarlo dalla planarità dell’immagine. 

Vernissage venerdì 11 maggio 2018 ore 18.00

Studio Tiepolo 38-Arte Contemporanea
Via Giovanni Battista Tiepolo, 3B, Roma

La mostra è visitabile fino all’ 8 giugno 2018
Orari visita: dal martedì al giovedì: dalle 16.00 alle 22.00, venerdi e sabato: dalle 16.00 alle 24.00, domenica dalle 16.00 alle 22.00. Chiusa: lunedì