Tag: Eugenio Viola

15
Dic

Gian Maria Tosatti. Sette stagioni dello spirito

17.12.16 — 20.03.17

Dal pluriennale progetto di Gian Maria Tosatti, in mostra al Madre un’officina creativa presentata come un diario, immaginato per la città e i suoi abitanti.

a cura di EUGENIO VIOLA

Dal 2013 al 2016 l’intera città di Napoli è stata coinvolta nell’imponente progetto pluriennale Sette Stagioni dello Spirito di Gian Maria Tosatti (Roma, 1980). Nell’ideazione e realizzazione del progetto, l’artista ha ripercorso la traccia de Il castello interiore (1577), il libro in cui Santa Teresa d’Avila suddivide l’animo umano in sette stanze, trasfigurate da Tosatti in altrettante, monumentali installazioni ambientali. Un’opera in formazione progressiva, dalla polisemia e dagli esiti complessi, tesa a ridefinire il rapporto fra arte e comunità e concepita come un unico grande romanzo urbano, visivo e performativo, che, esplorando la città e la dimensione comunitaria del vivere civile, sonda l’animo umano sospeso fra i limiti antitetici ma complementari del bene e del male.
La mostra finale restituisce la memoria di questa esperienza collettiva e, al contempo, ne ricostruisce il percorso “dietro le quinte”, permettendo al pubblico di ripercorrerlo nella sua articolazione complessiva e raccontandone la dimensione intima, fino a spingersi alle soglie dello studio dell’artista per raccogliere e testimoniare il sovrapporsi delle decisioni e dei cambiamenti, i disegni progettuali, gli schizzi preparatori, i documenti e i resti di un’officina creativa esposta come un diario, pieno di appunti e di cancellature, immaginato per la “città e i suoi abitanti”.

Sette Stagioni dello Spirito sarà ospitata in due aree del museo Madre: presso la Project room al piano terra e in sette sale al secondo piano del museo. Nella Project room saranno esposti il pavimento dello studio dell’artista durante la sua permanenza a Napoli e il suo diario, insieme a un lungometraggio che racconta il processo imponente di realizzazione di quest’opera. Il percorso al secondo piano, invece, è concepito come una sequenza di sette “camere mentali” che declinano i sette temi delle Sette Stagioni dello Spirito: inconsapevolezza, inerzia, errore, salvezza, ascensione, pratica del bene e destino.
Il progetto originario è stato promosso e organizzato da Fondazione Morra con il sostegno di Galleria Lia Rumma, in collaborazione con vari enti istituzionali e, per ogni sua tappa, con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.Continue Reading..

13
Nov

Boris Mikhailov. Io non sono io

Una galleria di ritratti e autoritratti del fotografo ucraino. Mikhailov affronta una molteplicità di temi sociali, indagando i profondi e spesso traumatici cambiamenti che hanno investito il suo Paese e l’identità contemporanea.
a cura di Andrea Viliani ed Eugenio Viola

Boris Mikhailov (Kharkov, 1938) è uno dei più autorevoli fotografi contemporanei. Nato in Ucraina, nelle serie fotografiche in cui si articola la sua ricerca, avviata negli anni Sessanta, mentre lavora come ingegnere in una fabbrica, e ripetutamente boicottata dal regime sovietico, Mikhailov affronta una molteplicità di temi sociali, indagando i profondi e spesso traumatici cambiamenti che hanno investito, e ancora oggi investono, il suo paese e, per traslato, la stessa identità contemporanea, nella sua frammentazione, ma, al contempo, nella ricerca delle sue comuni radici etiche.

La mostra al Madre, organizzata in collaborazione con Incontri Internazionali d’Arte e Polo museale della Campania, Villa Pignatelli – Casa della fotografia, segue e integra la retrospettiva che, nell’autunno del 2015, sarà dedicata all’artista da Camera – Centro Italiano per la Fotografia di Torino. A Napoli la mostra approfondisce in particolare il tema del ritratto e dell’autoritratto e quindi la matrice intimamente biografica di tutta la sua ricerca, in cui sono esplorati i temi della disintegrazione identitaria, dell’oppressione sociale, della povertà iniqua, dell’inermità del corpo, dell’abbandono e della solitudine in una situazione sospesa fra guerra e pace, così come l’inesauribile e insopprimibile ricerca della verità umana nelle pieghe del reale, temi che riecheggiano, attraversando i confini dello spazio e del tempo, la grande pittura barocca napoletana, come nelle tele del grande pittore spagnolo Jusepe de Ribera (Xàtiva, 1591-Napoli, 1652), alcune delle quali saranno accostate in mostra, in un inedito confronto, alle opere fotografiche dell’artista. Evocando inoltre anche altre possibili relazioni, come l’interesse per i “vinti” della pittura e della fotografia ottocentesca (come nelle opere della “Scuola di Resina”), fino alla ricerca di responsabilità personale e civile delle avanguardie storiche del primo Novecento, la mostra ci restituisce una galleria di ritratti e autoritratti al contempo disturbanti quanto universali nella loro urgente richiesta di dignità personale e collettiva.Continue Reading..