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Giu

Giovanni Presutti. Hello Dolly!

Giovanni Presutti
Hello Dolly!
18 giugno – 31 luglio 2015 – POSTCIPATA fino al 30 settembre 2015
Inaugurazione (alla presenza dell’artista): giovedì 18 giugno 2015, ore 19.00 – 22.00
Carlo Gallerati è lieto di presentare Hello Dolly! , una mostra personale di Giovanni Presutti a cura di Noemi Pittaluga.

“Per parlare del progetto Hello Dolly! di Giovanni Presutti è essenziale sottolineare la pluralità di segni iconografici presenti nella serie di immagini. La molteplicità di elementi intertestuali proposta connette fotografie di grandi magazzini, fast food, periferie, note catene alberghiere a una precisa e sfaccettata visione della contemporaneità, grazie a un lavoro di costruzione di veri e propri set cinematografici. In un’atmosfera apocalittica, i luoghi, stigmatizzati da insegne luminose o dalle grandi dimensioni, sono popolati da un’unica protagonista: la bambola dall’inquietante e perenne sorriso. L’ironia dell’artista si concretizza nel disfacimento paradossale di situazioni apparentemente esemplari: ed è infatti dal contrasto tra l’immagine patinata e il suo contenuto che emerge un diffuso scenario grottesco. Lo smantellamento di un’estetica della perfezione avviene attraverso un discorso sottile e acuto. I messaggi veicolati dai neon non sono altro che leggi di un nuovo testamento improntato al culto dell’omologazione e del consumo, mentre crepe concettuali si manifestano concretamente nella parziale distruzione (realizzata con interventi di post-produzione 3D) di simboli globalizzanti. Presutti, prendendo spunto da ambientazioni fantascientifiche e iperrealiste, opera una meditazione dal sapore malinconico, e la sua riflessione sul concetto di bellezza, di cui la protagonista del film Hello, Dolly! di Gene Kelly era ambasciatrice, è la tematica sulla quale si sofferma e ci invita a ragionare. Il pensiero nostalgico, che pervade gli scatti, valuta indispensabile il bisogno di incompiutezza e di sentimenti per scardinare un sistema spesso sterile, asettico e alienante. La grazia dell’imperfetto è per l’autore il motore necessario e imprescindibile alla creazione intesa in senso lato, tanto è vero che il progetto stesso può essere interpretato attraverso due visioni opposte: se da un lato la magra bambola di plastica può rappresentare l’elogio funebre della famosa dolly cinematografica, dall’altro, come il titolo suggerisce attraverso il saluto di benvenuto, ci accorgiamo della sua funzione critica nelle mani di un artista che si rifiuta di nascondersi dietro la maschera di un anonymous.” (Noemi Pittaluga)Continue Reading..