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18
Gen

Giulio Paolini. FINE

Il 10 novembre 1966 la Signora Margherita von Stein inaugurava in Via Teofilo Rossi 3 a Torino una nuova galleria con una mostra personale di Aldo Mondino. Christian Stein fu il nome d’arte scelto dalla Signora per sé e per la Galleria, destinata a diventare un punto di riferimento internazionale in particolare per la corrente dell’Arte povera.

Oggi – cinquant’anni ed oltre 250 mostre dopo, chiusa la Galleria di Torino e attive le due sedi di Milano – la Galleria Christian Stein celebra l’anniversario con una doppia esposizione dedicata a Giulio Paolini negli ambienti di Corso Monforte 23, in centro città, e di Via Vincenzo Monti 46 a Pero, nei pressi di Milano.

Giulio Paolini (Genova, 1940), protagonista dell’arte concettuale, espose una prima volta a Torino in Via Teofilo Rossi nel 1967 e in seguito, in varie altre occasioni, al nuovo indirizzo di Piazza San Carlo. Negli anni rimase sempre vicino alla Galleria oggi diretta da Gianfranco Benedetti che, dal 1971, affiancò la Signora Stein poi scomparsa nel 2003.

Per questa esposizione l’artista ha scelto di presentare negli ampi spazi di Pero alcune opere particolarmente significative e di grande formato datate dagli anni ’70 ad oggi. Il percorso segna le tappe più importanti dell’evoluzione artistica di Paolini che ha personalmente effettuato una scelta di opere storiche in dialogo con tre interventi inediti. Dialoghi che si articolano in sei capitoli espositivi corrispondenti alle sei sale a disposizione. Degli anni ‘70 i calchi in gesso dal titolo “Mimesi” (1976-88) a proposito dei quali l’artista scrive “dei due esemplari identici, posti l’uno di fronte all’altro, di una stessa scultura antica, l’intento è di cogliere la distanza che li separa e il vuoto che l’opera crea intorno a sé sottraendoci la facoltà di possedere il suo impenetrabile significato”. Esemplare della ricerca degli anni ’90 è l’opera “Hic et nunc (Le Radeau de la Méduse)” (1991) che evoca in termini metaforici la scena raffigurata nel dipinto di Géricault “La zattera della Medusa” e suggerisce con enfasi teatrale l’equilibrio instabile che presiede al compimento della visione.

In questa esposizione, come sempre accade negli allestimenti paoliniani, si avverte l’eco degli artisti del passato assunti come elementi vitali e insostituibili del divenire dell’opera: un “teatro” della rappresentazione senza tempo, sempre fedele a se stesso eppure ogni volta rinnovato.

Nella storica sala di Palazzo Cicogna, in Corso Monforte, Paolini presenta invece un’unica grande installazione dal titolo “Fine”, realizzata espressamente per l’occasione: un’opera complessa e articolata che tende a ripercorrere l’intera esperienza creativa dell’artista in un simbolico “viaggio di ritorno”. Attraverso un dichiarato riferimento a Jean-Antoine Watteau e al suo dipinto ”L’embarquement pour Cythère” (1717), Paolini mette in scena una sorta di grande zattera che ospita una varietà di oggetti, tutti provenienti dallo studio dell’artista, opere o semplici strumenti d’uso.

*Uno scritto di Paolini accoglie il visitatore e lo introduce alla lettura dell’esposizione.
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18
Gen

Bill Viola

Dal 10 marzo al 23 luglio 2017 la Fondazione Palazzo Strozzi presenta al pubblico di Firenze Bill Viola, una grande mostra che celebra il maestro indiscusso della videoarte contemporanea attraverso opere della sua produzione dal 1973 a oggi esposte in dialogo con l’architettura di Palazzo Strozzi e in un inedito confronto con grandi capolavori del Rinascimento.

La rassegna, a cura di Arturo Galansino (direttore generale, Fondazione Palazzo Strozzi) e Kira Perov (direttore esecutivo, Bill Viola Studio), si pone come un evento unico per ripercorrere la carriera dell’artista, sempre segnata dall’unione tra ricerca tecnologica e riflessione estetica, dalle prime sperimentazioni con il video negli anni settanta fino alle grandi installazioni degli anni duemila che catturano l’attenzione del pubblico con forti esperienze sensoriali.
In modo totalmente inedito, nella cornice rinascimentale di Palazzo Strozzi, la mostra crea inoltre uno straordinario dialogo tra antico e contemporaneo attraverso il diretto confronto delle opere di Viola con quei capolavori di grandi maestri del passato, che sono stati fonte di ispirazione per l’artista americano e ne hanno segnato l’evoluzione del linguaggio.

Nato a New York nel 1951, Bill Viola è internazionalmente riconosciuto come uno dei più importanti artisti contemporanei, autore di videoinstallazioni, ambienti sonori e performance che propongono al pubblico straordinarie esperienze di immersione tra spazio, immagine e suono. Esplorando spiritualità, esperienza e percezione Viola indaga l’umanità: persone, corpi, volti sono i protagonisti delle sue opere, caratterizzate da uno stile poetico e fortemente simbolico in cui l’uomo è chiamato a interagire con forze ed energie della natura come l’acqua e il fuoco, la luce e il buio, il ciclo della vita e quello della rinascita.

L’artista dichiara: “Sono davvero felice di recuperare le mie radici italiane e di avere l’occasione di ripagare il mio debito con la città di Firenze attraverso le mie opere. Dopo aver vissuto e lavorato a Firenze negli anni settanta, non avrei mai immaginato di avere l’onore di realizzare una così grande mostra in una istituzione così importante come Palazzo Strozzi”.Continue Reading..