Tag: Karla Otto

20
Apr

Taryn Simon. Paperwork and the Will of Capital

Gagosian Gallery

Questi fiori accompagnavano uomini di potere mentre decidevano le sorti del mondo.
—Taryn Simon

Gagosian Gallery è lieta di presentare la prima personale di Taryn Simon in Italia, la cui apertura segue la presentazione a New York appena conclusasi e la partecipazione dell’artista alla 56esima Biennale di Venezia nel 2015. Paperwork and the Will of Capital, la più recente serie di Simon, si compone di 12 sculture uniche e 36 fotografie in edizione. Le fotografie—di grande formato, con colori spettacolari, non lontani dalla Pop Art, e cornici artigianali in mogano che richiamano l’arredamento delle sale riunioni—dialogano con l’opulenza della simbologia nazionale e “corporate”; le sculture invece—stilizzate presse di cemento contenenti esemplari floreali preservati e la relativa documentazione—vivono in una sfera discreta e riservata.
Narratrice la cui forza si concentra nell’imprevedibilità della realtà, Simon ha basato il suo lavoro sulla ricerca producendo serie artistiche importanti quali The Innocents (2002); An American Index of the Hidden and Unfamiliar (2007); Contraband (2010); e A Living Man Declared Dead and Other Chapters I–XVIII (2008–11); come anche le più poetiche The Picture Collection (2013), e Birds of the West Indies (2013–14). Per Simon la fotografia è sempre stata il modo di veicolare concetti più ampi: in Paperwork and the Will of Capital avvicina il medium alla pittura attraverso la cura dettagliata degli aspetti estetici e formali, ed esplorando per la prima volta la scultura. Per questa nuova serie l’indagine di Simon è partita da due spunti di riflessione: le fotografie di archivio di trattati ufficiali e lo studio botanico compiuto nel 19esimo secolo da George Sinclair, contenente campioni di erba essiccata, esperimento sull’evoluzione e la sopravvivenza citato da Charles Darwin nella sua rivoluzionaria ricerca.

In Paperwork and the Will of Capital, Simon esamina accordi, trattati e decreti che hanno influenzato i sistemi del potere e dell’economia, dall’armamento nucleare alle negoziazioni sul petrolio, al commercio dei diamanti. Tutti coinvolgono gli Stati presenti alla Conferenza Monetaria e Finanziaria delle Nazioni Unite tenutasi nel 1944 a Bretton Woods, New Hampshire, in cui si affrontava la globalizzazione economica dopo la Seconda Guerra Mondiale, e che portò alla nascita del Fondo Monetario Internazionale (IMF) e della Banca Mondiale. Le fotografie d’archivio delle firme di questi documenti rappresentano uomini potenti in compagnia di composizioni floreali studiate per sottolineare l’importanza dei presenti e delle occasioni. Nei lavori di Simon, le immagini, insieme alle relative descrizioni, sottolineano il modo in cui la rappresentazione del potere politico ed economico sia creata, messa in scena, pubblicizzata e consolidata.
Ognuna delle riproduzioni di queste composizioni floreali rappresenta un “bouquet impossibile”, un concetto nato nel diciasettesimo secolo nella raffigurazione delle nature morte olandesi parallelamente al boom economico che diede poi inizio allo sviluppo del capitalismo moderno. Mentre allora il “bouquet impossibile” era un insieme di fiori che mai sarebbero potuti sbocciare naturalmente nella stessa stagione o zona geografica, adesso, grazie alla globalizzazione commerciale, è una fantasia diventata realtà sia nelle fotografie originali che in quelle di Simon.
Simon ha esaminato la documentazione d’archivio identificando tutti i fiori con la collaborazione di un botanico. L’artista ha poi importato più di 4000 esemplari da Aalsmeer, in Olanda, la più grande asta floreale del mondo, dove 20 milioni di fiori arrivano e ripartono ogni giorno verso destinazioni internazionali di vendita al dettaglio. Dopo aver ricostituito le decorazioni presenti ad ogni evento, le ha fotografate su straordinari campi bicolore ispirati agli ambienti delle immagini originali, accompagnando ogni composizione con la descrizione del relativo accordo. Per le sculture, invece, alcuni campioni tratti dalle 36 composizioni sono stati essiccati, pressati e cuciti su carta d’archivio. In seguito, un completo set di collage botanici è stato posto in ognuna delle presse di cemento, con lo stesso numero di fotografie e di testi narrativi, sigillati insieme in una corsa contro il tempo.
Paperwork and the Will of Capital esplora tanto l’instabilità del potere e la natura precaria della sopravvivenza, quanto l’affidabilità e la resistenza della documentazione d’archivio: i trattati e i loro effetti su vasta scala, le fotografie di Simon e i campioni botanici conservati nelle presse di cemento, il linguaggio stesso. Le nature morte fotografiche si stagliano vivide in contrasto con quelle scultoree.Continue Reading..