Tag: Vicente Todolí

07
Apr

Miroslaw Balka. Crossover/s

“CROSSOVER/S” è la prima retrospettiva italiana di Miroslaw Balka(Varsavia, 1958), artista tra i più rilevanti degli ultimi trent’anni che pone al centro del suo lavoro l’indagine sulla natura dell’uomo e sulla memoria individuale e collettiva. Attraverso una riflessione sulla storia dell’Europa e della Polonia, dove l’artista vive e lavora, Balka prende spunto da elementi ed eventi della propria biografia per realizzare opere che affrontano temi universali con grande potenza evocativa.
Dagli inizi degli anni ‘90, Miroslaw Balka abbandona le forme antropomorfe, che avevano caratterizzato gli esordi della sua carriera artistica, per creare opere che rappresentano oggetti simbolici quali letti, pedane e fontane. Balka concepisce questi lavori anche attraverso l’uso di materiali comuni come legno, sale, cenere, sapone, cemento e acciaio, utilizzando spesso come unità di misura le dimensioni del proprio corpo.
La mostra raccoglie quindici lavori – tra sculture, installazioni e video realizzati dagli anni ‘90 a oggi – in un percorso immersivo caratterizzato da incroci fisici, simbolici e temporali, dove anche la luce e l’oscurità assumono un ruolo centrale e in cui lo spettatore prende coscienza della propria presenza e funzione nello spazio.

Pirelli HangarBicocca
Via Chiese 2
20126 Milano
T (+39) 02 66 11 15 73
F (+39) 02 64 70 275
info@hangarbicocca.org

Miroslaw Balka. Crossover/s
a cura di Vicente Todolì
16 marzo – 30 luglio 2017

08
Nov

Kishio Suga. Situations

A cura di Yuko Hasegawa e Vicente Todolí / 30 settembre 2016 – 29 gennaio 2017

“Situations” è la prima retrospettiva dedicata da un’istituzione europea a Kishio Suga (Morioka, Giappone, 1944), figura chiave dell’arte contemporanea giapponese. La mostra, a cura di Yuko Hasegawa e Vicente Todolí, raccoglie nello spazio delle Navate di Pirelli HangarBicocca oltre venti installazioni realizzate da Suga dal 1969 fino a oggi e da lui riadattate per l’occasione.
Personalità di spicco di Mono-ha, gruppo artistico nato alla fine degli anni Sessanta, Kishio Suga inizia a esporre le sue opere in un contesto di grande fermento culturale per il Giappone, così come a livello internazionale, con la nascita di movimenti come la Post-Minimal Art e la Land Art negli Stati Uniti e l’Arte Povera in Italia.
Nel 1978 l’artista viene invitato a rappresentare il suo paese alla Biennale di Venezia, mostrando in Occidente il suo linguaggio che unisce una relazione profonda con la natura a una ricerca sui materiali e sullo spazio.
La mostra riunisce un insieme di opere ripensate e riadattate dall’artista in funzione dell’architettura industriale di Pirelli HangarBicocca, creando un intenso legame con i vasti spazi delle Navate e dando vita a un unico percorso dove convivono leggerezza e incombenza, linearità e tensione, solidità e immaterialità. I lavori di Suga si configurano come interventi temporanei che hanno la durata della mostra, site-specific nello spazio e nel tempo. “Situations”, si presenta come un paesaggio costituito da elementi organici e industriali – come ferro, zinco, legno, pietre e paraffina – spesso ricercati in loco. Le opere installate in Pirelli HangarBicocca acquisiscono, dunque, nuove qualità e caratteristiche che le rendono diverse da qualsiasi precedente installazione.

«Realizzo installazioni all’interno di spazi espositivi, una forma d’arte piuttosto comune oggi. Uso una varietà di materiali, accostandoli e creando una struttura che si adatta a tutto lo spazio. Le installazioni non sono mai permanenti e possono essere facilmente rimosse e distrutte. Si potrebbe dire che creo mondi temporanei»(Kishio Suga, The Conditions Surrounding an Act, 2009)

Kishio Suga, dopo aver conseguito una laurea in pittura alla Tama Art University di Tokyo nel 1968 e aver lavorato come assistente di studio dell’artista americano Sam Francis, inizia a realizzare ed esporre le sue opere in un contesto di grande fermento artistico per il Giappone. Tra il 1969 e il 1972 si forma e sviluppa il gruppo Mono-ha, di cui fa parte Suga, oltre agli artisti Kōji Enokura, Noriyuki Haraguchi, Shingo Honda, Susumu Koshimizu, Lee Ufan, Katsushiko Narita, Nobuo Sekine, Noburu Takayama e Katsuro Yoshida. L’utilizzo di materiali semplici, sia naturali sia provenienti dalla produzione industriale, l’indagine sulle relazioni tra uomo e materia, oggetti e spazio circostante, l’intervento diretto sulle opere, attraverso azioni che le alterano, accomunano la pratica individuale e personale di questi artisti. Mono-ha, che letteralmente significa “scuola delle cose”, si presenta quindi come un movimento legato a una dimensione oggettuale e perfomativa dell’opera d’arte. Aspetti tematici e formali che possono creare una vicinanza tra questo gruppo e quello italiano dell’Arte Povera, che negli stessi anni prende vita a Torino.Continue Reading..