Tag: visioni

27
Mar

EFFIMERA – Suoni, luci, visioni

Carlo Bernardini, Sarah Ciracì, Roberto Pugliese
a cura di Fulvio Chimento e Luca Panaro

18 marzo – 7 maggio 2017
MATA, Modena

Inaugura sabato 18 marzo alle ore 18.00 al MATA di Modena una nuova edizione di Effimera – Suoni, luci, visioni, a cura di Fulvio Chimento e Luca Panaro e in collaborazione con la Galleria Civica di Modena, che quest’anno propone opere di Carlo Bernardini, Sarah Ciracì e Roberto Pugliese. La mostra è realizzata con il supporto di Coptip e del Gruppo Fotografico Grandangolo BFI.
Effimera giunge dunque alla sua seconda edizione, coerente con l’intento dichiarato dai suoi curatori già nel 2016: individuare e valorizzare artisti, preferibilmente italiani e con esperienza all’estero, che fanno dell’utilizzo avanzato della tecnologia la cifra stilistica del proprio lavoro. Un evento espositivo che si propone quale indagine critica in relazione alle ultime tendenze artistiche caratterizzate dai “Nuovi Media”, momento di crescita e di aggregazione a livello nazionale intorno a parole chiave quali arte, tecnologia e comunicazione.

Nel 2016 Effimera aveva individuato il suo punto focale nel web, inteso come strumento di conoscenza artistica e relazionale grazie alla presenza degli artisti Eva e Franco Mattes, Carlo Zanni e Diego Zuelli. La nuova edizione si concentra sull’analisi della componente immateriale che è caratteristica della ricerca artistica dei nostri giorni, che trova trasposizione (e sintesi) all’interno di un percorso espositivo che prevede la creazione di un viaggio sensoriale interno alle tendenze artistiche recenti.

Nel 2017 i curatori hanno dunque strutturato i 500 mq del MATA in tre ambienti distinti. Punto di partenza di questo “attraversamento” è costituito dalla ricerca sonora del sound artist Roberto Pugliese, mentre l’approdo si identifica nelle installazioni luminose in fibra ottica di Carlo Bernardini, dipanando il percorso fra le immagini fluttuanti degli affreschi digitali di Sarah Ciracì.

Effimera – Suoni, luci, visioni è costruita intorno a un percorso spiccatamente immersivo, ideato e strutturato appositamente sul MATA: tre imponenti installazioni ambientali, separate ma contigue, marcano una distinzione linguistica e temporale, e al tempo stesso suggeriscono una linea di continuità all’interno del percorso evolutivo dell’arte. Arte intesa come esperienza totale e totalizzante, in grado di stimolare l’intelletto, ma anche di innescare un corto circuito a livello sensoriale.

Per rimarcare le distinte peculiarità d’approccio i curatori hanno coinvolto artisti appartenenti a tre generazioni differenti, nati rispettivamente negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, che riflettono altrettanti modi di intendere l’interazione tra arte e tecnologia. Il fil rouge che contraddistingue Effimera è sempre rappresentato dall’intento di indagare l’arte attraverso le sue componenti immateriali, al fine di far luce sullo statuto attuale dell’opera. I lavori degli artisti di ultima generazione, infatti, si caratterizzano per la spiccata componente effimera legata al procedimento artistico che rispecchia l’epoca nella quale viviamo. Non a caso il nome della rassegna si ispira anche a quello della specie animale che ha vita più breve sulla terra, l’Ephemera, un piccolo insetto acquatico (simile a una libellula) la cui esistenza dura all’incirca un’ora e mezza. Altro assioma fondante di Effimera è il constatare come l’unicità dell’opera non sia più un assunto dell’uomo contemporaneo: grazie alle tecnologie di cui disponiamo, ogni copia è riproducibile con la medesima qualità, e quindi è sempre potenzialmente identica all’originale.
Fa da corredo a Effimera un ricco calendario di incontri collaterali che prevede la presenza degli artisti coinvolti, ma anche di filosofi ed di esperti del settore “arte e tecnologia”.

BIOGRAFIE ARTISTI

Carlo Bernardini (Viterbo, 1966) vive e lavora a Milano; utilizza la fibra ottica dal 1996. Tra le mostre si segnalano nel 1996 a Roma la XII Quadriennale, nel 2002 la XX Triennale di Milano, Sculpture Space a Utica (NY), la XIV Quadriennale al Palazzo Reale a Napoli (2003), le installazioni al Museo Paço Imperial di Rio De Janeiro (2004), a Valencia (2008) alla Ciudad De Las Artes Y Las Ciencias, Event Orizon (2007) allo Swing Space di New York. Nel 2009 per Art First presenta a Bologna Codice Spaziale in Piazza S. Stefano, a New York viene invitato al D.U.M.B.O. Art Festival, e dai Musei della Lombardia al progetto Twister per il MAM di Gazoldo degli Ippoliti (MN) ed alla GAM di Gallarate. Nel 2010 realizza grandi installazioni per Luci d’Artista a Torino, La Scultura Italiana del XXI sec. alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, ad Amsterdam, all’Aja e all’Art Light Domaquarée a Berlino. Del 2011 sono le mostre alla Delloro Art Contemporary di Berlino, a Londra a The Arc Show e alla Kinetica Art Fair alla University of Westminister e al MACRO. Nel 2013 è invitato a Londra presso la House Peroni con l’installazione Infinity, a Metz nell’ambito della Nuit Blanche 06 con l’installazione Submerged Breath presso la Square du Luxembourg nelle acque del fiume che attraversa la città la Moselle Canalisée. Nel 2014 realizza per la città di Prato l’installazione permanente Il Passo della Luce in collaborazione con il Museo Pecci ed espone Invisible Dimensions alla IV Bienal del Fin del Mundo a Mar del Plata. Sempre nel 2014 è la volta della XVII edizione dell’Islamic art festival di Shariah, presso lo Sharjah Art Museum (Emirati Arabi). Nel 2015 è invitato alla Bienal de Curitiba al Museu Oscar Niemeyer con il progetto Invisible Dimensions, e nello stesso anno alla Pop Austin (Texas – USA) con Light Trasformation. Nel 2016 prende forma l’installazione Dimensioni Invisibili presso il Terminal 1 dell’Aeroporto di Malpensa e l’installazione pensata per la Global Innovator Conference all’898 Innospace di Pechino.

Sarah Ciracì (Grottaglie 1972) vive e lavora tra Grottaglie (Ta) e Milano. La sua ricerca si muove nella coerente ambiguità di antinomie e nella capacità di sollevare dubbi suggerendo riflessioni che traggono spunto dalle contraddizioni del presente, al fine di sollevare interrogativi ed evidenziarne i cortocircuiti. Nell’ultimo decennio Sarah Ciracì per descrivere il suo mondo visionario utilizza strumentazioni tecnologiche, fotografie digitali manipolate al computer, video registrazioni e installazioni. Le sue opere vengono popolate da dischi volanti e astronavi, che ripetono gli stereotipi proposti da TV, film, cartoni animati giapponesi e da una narrativa scientifica popolare, che l’artista contamina con il linguaggio alto dell’arte. La sua recente produzione si muove invece su un crinale fatto di equilibri sottili, dove l’interpretazione scientifica del mondo sconfina nella ricerca spirituale. In questa dimensione la suggestione per le teorie scientifiche si carica di implicazioni filosofiche, letterarie e fantastiche. Sarah Ciracì prende parte a numerose mostre collettive e personali in gallerie private e musei internazionali: partecipa a Campo 6, a cura di Francesco Bonami, Torino (1996); vince il New York Prize (2004); Oh my God is full of stars, MACRO, Roma (2004); Intramoenia Extrart, a cura di Achille Bonito Oliva e Giusy Caroppo, Castel del Monte, Bari (2005); Tangent, Aomori Contemporary Art Center, Giappone (2007): Apocalittici e integrati, MAXXI, Roma (2007); I paesaggi e la natura dell’arte, a cura di Danilo Eccher, Arcos, Benevento (2009). Nel 2013 presenta il suo video Watershed al MAXXI e nel 2016 espone alla Fondazione Museo Pino Pascali di Bari.

Roberto Pugliese (Napoli, 1982) vive e lavora a Bari. Consegue la laurea in Musica Elettronica presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli sotto la guida del Maestro Agostino di Scipio. A Napoli per alcuni anni divide la propria attività tra l’insegnamento (Sistemi Musicali Digitali, Laboratorio di Elettroacustica e Informatica e Sound art) presso il conservatorio in cui si è formato, l’attività compositiva e la produzione di installazioni sonore. La sua ricerca trae ispirazione principalmente da due correnti artistiche: la sound art e l’arte cinetica. Si serve con maestria di apparecchiature meccaniche pilotate da software in grado di interagire tra loro, con l’ambiente e il pubblico; intende esplorare nuovi punti di ricerca su fenomeni legati al suono e all’analisi dei processi psichici utilizzati dalla mente per differenziare le strutture di origine naturale da quelle di origine artificiale. Centrale nel suo lavoro è la dicotomia tra uomo e tecnologia, tra arte e tecnologia, senza perdere mai di vista l’aspetto visivo e strutturale dell’opera. Il suono diviene continuo oggetto di ricerca e mezzo espressivo, pura energia che anima l’inanimato, guida che analizza e stimola la percezione umana.

Attualmente è docente della cattedra di Multimedialità presso il Conservatorio Piccinni di Bari. Tre le mostre personali ricordiamo: Ivy Noise, IED, Madrid (2010); Unexpected Machines, Galerie Mazzoli, Berlino (2011); Gervasuti Mix, omaggio a Cage, Gervasuti Foundation, Venezia (2012); Volta NY, New York (2012); Concerto per natura morta, Muse, Trento (2014); [bo’loɲɲa], Villa delle Rose, MAMBO, Bologna (2016).

BIOGRAFIE CURATORI

Fulvio Chimento (1979) curatore con all’attivo l’organizzazione di oltre 30 eventi espositivi. Si interessa alle molteplici forme della comunicazione artistica e alla genesi dei processi creativi. Ideatore della residenza Italia-Oriente (2012-2015) e del progetto itinerante Ailanto (2016); cura Terzo Paradiso, una performance collegata al progetto internazionale di Michelangelo Pistoletto (2016). Nel 2014 pubblica Arte italiana del terzo millennio (Mimesis); scrive per le riviste Inside Art ed Espoarte. www.fulvio-chimento.it

Luca Panaro (1975) critico d’arte e curatore, insegna all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. Tra i suoi libri: L’occultamento dell’autore (2007), Tre strade per la fotografia (2011), Conversazioni sull’immagine (2013), Casualità e controllo (2014 – trad. inglese 2016), Visite brevi (2015), Photo Ad Hoc (2016). Ha pubblicato su Enciclopedia Treccani XXI Secolo (2010) e co-curato l’opera in più volumi Generazione critica (2014-2017) oltre a una serie di cataloghi e monografie su artisti contemporanei. www.lucapanaro.net

mostra: Effimera – Suoni, luci, visioni
sede MATA, via della Manifattura dei Tabacchi 83, Modena
a cura di Fulvio Chimento e Luca Panaro
periodo 18 marzo – 7 maggio 2017
inaugurazione 18 marzo ore 18
apertura alla stampa 16 marzo ore 11.30 (a seguire visita alla mostra con i curatori)
in collaborazione con
Comune di Modena e Galleria Civica di Modena

con il sostegno di
Coptip e Gruppo Fotografico Grandangolo BFI
catalogo APM Edizioni, Carpi (Italy), bilingue, contenente il testo critico dei curatori Fulvio Chimento e Luca Panaro, la riproduzione iconografica delle opere esposte a colori, e l’elenco completo delle opere in mostra.
orari
dal giovedì alla domenica 11.00-13.00 / 16.00-19.30 (ingresso libero)
ufficio stampa
ufficio stampa Pomilio Blumm
Irene Guzman tel. +39 349 1250956, email irene.guzman@comune.modena.it

informazioni bookshop in orario di mostra
Tel.059 4270657
www.visitmodena.it
mata@comune.modena.it
www.mata.modena.it

07
Mar

EFFIMERA – Suoni, luci, visioni

Carlo Bernardini, Sarah Ciracì, Roberto Pugliese
a cura di Fulvio Chimento e Luca Panaro

18 marzo – 7 maggio 2017
MATA, Modena

Inaugura sabato 18 marzo alle ore 18.00 al MATA di Modena una nuova edizione di Effimera – Suoni, luci, visioni, a cura di Fulvio Chimento e Luca Panaro e in collaborazione con la Galleria Civica di Modena, che quest’anno propone opere di Carlo Bernardini, Sarah Ciracì e Roberto Pugliese. La mostra è realizzata con il supporto di Coptip e del Gruppo Fotografico Grandangolo BFI.
Effimera giunge dunque alla sua seconda edizione, coerente con l’intento dichiarato dai suoi curatori già nel 2016: individuare e valorizzare artisti, preferibilmente italiani e con esperienza all’estero, che fanno dell’utilizzo avanzato della tecnologia la cifra stilistica del proprio lavoro. Un evento espositivo che si propone quale indagine critica in relazione alle ultime tendenze artistiche caratterizzate dai “Nuovi Media”, momento di crescita e di aggregazione a livello nazionale intorno a parole chiave quali arte, tecnologia e comunicazione.

Nel 2016 Effimera aveva individuato il suo punto focale nel web, inteso come strumento di conoscenza artistica e relazionale grazie alla presenza degli artisti Eva e Franco Mattes, Carlo Zanni e Diego Zuelli. La nuova edizione si concentra sull’analisi della componente immateriale che è caratteristica della ricerca artistica dei nostri giorni, che trova trasposizione (e sintesi) all’interno di un percorso espositivo che prevede la creazione di un viaggio sensoriale interno alle tendenze artistiche recenti.

Nel 2017 i curatori hanno dunque strutturato i 500 mq del MATA in tre ambienti distinti. Punto di partenza di questo “attraversamento” è costituito dalla ricerca sonora del sound artist Roberto Pugliese, mentre l’approdo si identifica nelle installazioni luminose in fibra ottica di Carlo Bernardini, dipanando il percorso fra le immagini fluttuanti degli affreschi digitali di Sarah Ciracì.

Effimera – Suoni, luci, visioni è costruita intorno a un percorso spiccatamente immersivo, ideato e strutturato appositamente sul MATA: tre imponenti installazioni ambientali, separate ma contigue, marcano una distinzione linguistica e temporale, e al tempo stesso suggeriscono una linea di continuità all’interno del percorso evolutivo dell’arte. Arte intesa come esperienza totale e totalizzante, in grado di stimolare l’intelletto, ma anche di innescare un corto circuito a livello sensoriale.

Per rimarcare le distinte peculiarità d’approccio i curatori hanno coinvolto artisti appartenenti a tre generazioni differenti, nati rispettivamente negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, che riflettono altrettanti modi di intendere l’interazione tra arte e tecnologia. Il fil rouge che contraddistingue Effimera è sempre rappresentato dall’intento di indagare l’arte attraverso le sue componenti immateriali, al fine di far luce sullo statuto attuale dell’opera. I lavori degli artisti di ultima generazione, infatti, si caratterizzano per la spiccata componente effimera legata al procedimento artistico che rispecchia l’epoca nella quale viviamo. Non a caso il nome della rassegna si ispira anche a quello della specie animale che ha vita più breve sulla terra, l’Ephemera, un piccolo insetto acquatico (simile a una libellula) la cui esistenza dura all’incirca un’ora e mezza. Altro assioma fondante di Effimera è il constatare come l’unicità dell’opera non sia più un assunto dell’uomo contemporaneo: grazie alle tecnologie di cui disponiamo, ogni copia è riproducibile con la medesima qualità, e quindi è sempre potenzialmente identica all’originale.
Fa da corredo a Effimera un ricco calendario di incontri collaterali che prevede la presenza degli artisti coinvolti, ma anche di filosofi ed di esperti del settore “arte e tecnologia”.Continue Reading..