Tag: GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA

14
Lug

Paolo Loschi. Tarab, quando le anime si toccano

Il quinto evento previsto nel calendario delle mostre della galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni per questa estate è affidato all’artista trevigiano Paolo Loschi con la sua mostra “TARAB, quando le anime si toccano”.
La mostra giunge dopo un lungo percorso di crescita e consolidamento della pittura di Loschi; un gesto ormai maturo, fluido e veloce con cui l’artista imprime su tele di grandi dimensioni la proiezione quasi cinematografica di più immagini in movimento.
Grazie alla pronta collaborazione del Museo Civico di Ostuni e del Museo Diocesano, che per l’occasione hanno messo a disposizione i Giardini Vescovili, alle ore 19,00 in apertura mostra, avrà luogo una performance, una frizzante ed immediata action painting eseguita sulle note stridule ma dolci, incalzanti e lente della tromba jazz di Alberto Di Leone. La sinuosa melodia guiderà il gesto di Loschi a dare forma ad immagini maschili e femminili, sospese e volanti, sorprese nell’ignoto della infinita lotta della danza d’amore.

Ecco come Cristina Principale descrive il lavoro dell’artista:

Da spettatori delle opere di Paolo Loschi, si è coinvolti oltre i confini bidimensionali delle immagini e lo spazio in cui vengono a collocarsi. Esempio di pittura, la sua, che trasuda il gesto che di volta in volta la compie e i contenuti di una potente immaginazione.
Verrebbe infatti da domandarsi dove risieda quel quid nel suo linguaggio che lascia credere che da un momento all’altro le scene prendano vita, liberate da una condizione determinata e dal riferimento del tempo, e svincolate dall’influenza di un titolo o un sentimento in particolare.
Ebbene, una risposta possibile la suggerisce una delle accezioni del termine tarab, che sta a indicare idealmente lo stato di estasi che viviamo quando ascoltiamo certa musica, per ciascuno diversamente speciale; l’alterazione felice in cui ci troviamo quando avviene quel coinvolgimento, appunto, che ci aiuta a riconoscere l’arte, nelle sue coniugazioni. Vi sono infatti elementi di fascinazione nella sensibilità dell’artista Loschi che accompagnano al piacere. La capacità di riscrivere la realtà, mettendo in gioco nuovi mondi visivi, e certamente il ritmo della sua pittura.
L’impronta sinestetica della sua creatività, come l’ha definita Michela Giacon nel 2008, rinviene dalla formazione come musicista e da una spontanea e accentuata attenzione alle armonie. Propriamente alle relazioni tra elementi, umani o formali, rapporti dentro e fuori la superficie. Sia questa di carta, legno o tela, di piccole o grandi, grandissime dimensioni. Loschi riesce, con la medesima intesa espressività, a gestire il segno pittorico tanto concentrandolo nei pochi centimetri di una cartolina che sfidando supporti vuoti, fino a 30 metri – record di un suo ultimo progetto dell’estate 2018. E la musica risulta tutt’altro che accessoria nel determinare l’azione, che ha a che fare con la dote di quanti nell’esecuzione vanno “ad orecchio”, come lui stesso riconosce. È capace così, rivolto al suo supporto, di concerti da camera e per orchestra, con un tocco talvolta intimista e delicatissimo, altre volte plateale e gridato. A partire dal disegno asciutto nero su bianco, per completarsi con tonalità liquide e luminose che danno corpo a intensi ritratti, di protagonisti singoli o a più figure, vedute di paesaggi naturali o urbani, e collages di forme a descrivere paesaggi invece interiori, per lo più legati in serie e che scandiscono la sua ricerca negli anni. L’esperienza forbita e di lunga data di Loschi fa eco alle avanguardie storiche, rinnovando lo sguardo sull’importanza della concertazione, e garantendo pregio performativo e nella resa pittorica. Una spontanea disposizione all’ensemble ha guidato proprio ad una serie di site specific che lo vedono autore, nell’ultimo lustro, di Concerti per musica e pennello, performance collaudate nelle quali il pittore si esibisce live durante la creazione, accompagnato da musicisti che contribuiscono all’esibizione e ne scandiscono l’umore. Questa proposta è stata declinata in contesti d’eccezione sempre differenti, in spazi museali, quanto in spazi storici e industriali, dedicata a collezionisti privati o aperta al pubblico. Il tratto in comune con le sperimentazioni in studio è, puntualmente, la sensazione di immersione nelle anime dei suoi colori.
Da spettatori delle opere di Paolo Loschi, si può condividere la seduzione del contatto, il suo con la musica, quello tra i soggetti delle opere nelle opere, e tra questi e noi, attraverso un’espressione umorale e incalzante, frutto di un imprevedibile incontro.

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08
Mag

Mirta Vignatti. Nessun posto da chiamare casa

Il secondo evento previsto nel calendario delle mostre della galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni per questo inizio estate è affidato all’artista italo argentina Mirta Vignatti che con la sua mostra Nessun posto da chiamare casa indaga sul senso di appartenenza a un luogo, a un posto, a unsogno.

Ecco come la stessa artista descrive la mostra:

Cosa succede quando ciò che chiamiamo casa non ci appartiene più?

Sono partita da questa domanda per sviluppare una personale ricerca fra abbandoni, sradicamenti e nuovi orizzonti. Da queste inquietudini nasce l’intimo bisogno di prendere le distanze necessarie per capire. Mentre i nostri occhi si socchiudono, il confine conosciuto lentamente comincia a svanire sciogliendosi in un bianco luce che ridisegna un nuovo territorio possibile. L’anima di quello che si chiamava casa se n’è andata da qualche parte, dove il tempo e lo spazio hanno sbaragliato le coordinate che ci donavano un certo equilibrio instabile. Quel contenitore di tutte le nostre sicurezze e fragilità diventa nella mia pittura un simbolico cubo color avorio, avvolto di luce e vento. Una casa sola con l’anima altrove. Uno spazio con una duplice missione: contenere o espellere, offrire un rifugio ovattato o trasformarsi in gabbia di un’identità soffocata. Un luogo d’arrivo e di abbandono, una sorta di ombra domestica che ci obbliga a cercare il vero posto nel mondo. Ma è proprio in quella fuga che si impara a non affezionarsi a niente e a nessuno, si osserva solo una natura che cambia. Un paesaggio che resterà sempre lì ad osservare il nostro tentativo maldestro di sentirci parte di qualcosa.
Siamo isole nelle isole.
Il verde smeraldo delle foglie, il grigio olivastro degli alberi, il blu intrappolato nel ghiaccio, la luce cangiante di un cielo d’inverno, il vento pungente che odora di suoni lontani ci sussurrano che questa non è una fuga. Il nostro passaggio è un semplice andare, un osservare la vita così com’è, contemplata e mai capita.
Lo scenario che le mie tele tentano di svelare è tutto in questo abbandonarsi allo sguardo nello stato più puro. Una panoramica costruita con l’intuizione di un volo di uccelli, custodi naturali di nuovi confini, maestri del viaggiare, del migrare, dell’abbandono di ogni radice.

Durante l’inaugurazione della mostra ci sarà l’intervento di Monica Giovene con una sua personale visione raccontata per immagini del mondo onirico dell’artista e dei suoi maestri ispiratori.

NESSUN POSTO DA CHIAMARE CASA
MOSTRA PERSONALE
di MIRTA VIGNATTI
a cura di Gabriella Damiani

Inaugurazione in galleria giovedì 10 maggio 2018 ore 19,00

con la partecipazione di Monica Giovene
con le sue Passeggiate nell’Arte

Dal 10 al 27 maggio 2018

GALLERIA ORIZZONTI ARTECONTEMPORANEA
Piazzetta Cattedrale (centro storico)
72017 Ostuni (Br)
Tel. 0831.335373 – Cell. 348.8032506
info@orizzontiarte.it
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F: Orizzontiartecontemporanea

Communication Manager
Amalia Di Lanno
www.amaliadilanno.com
info@amaliadilanno.com

13
Lug

Isabella Nazzarri. Albedo

A cura di Gabriella Damiani, Emanuela Romano e Valentina Bonomonte

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA
GALLERIA OPERE SCELTE

Piazzetta Cattedrale
Centro Storico
Ostuni

16 – 31 LUGLIO 2016

INAUGURAZIONE SABATO 16 LUGLIO 2016
ORE 19:30

Un antico testo veneziano, un manoscritto della seconda metà del settecento, gelosamente custodito e sapientemente restaurato, oggi conservato presso la Biblioteca Diocesana di Ostuni, è l’elemento che ha ispirato “Albedo”, la mostra di Isabella Nazzarri che la Galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni inaugurerà sabato 16 luglio 2016.

In mostra diverse opere realizzate sia su tela che su carta tra cui una tela dal titolo “Albedo” che rappresenta una reinterpretazione da parte dell’artista della marca tipografica dell’antico testo, disegnata da Lanchi ed incisa nei primi del ‘700 da Suor Isabella PICCINI, una delle rare e assai poco conosciute donne incisore dell’epoca.

La personale dell’artista livornese Isabella Nazzarri, curata in collaborazione con la Galleria Opere Scelte di Torino, simboleggia la seconda delle quattro fasi dell’alchimia rappresentate dai quattro colori della pittura greca; la mostra è un omaggio al bianco quale trasformazione e dissoluzione, nonché purezza e spiritualità. Le opere di Isabella Nazzarri evocano qualcosa di indefinito, elementi fitomorfi che danno vita a un’idea di sviluppo e germinazione. Dalle tele esposte, le forme emergono da un bianco nebuloso come se stessero nascendo da esso, mentre nelle carte le stesse forme astratte sono impostate rigorosamente su fondi neutri, ricordando le antiche tavole naturalistiche o mediche. Con una narrazione organica l’artista crea delle “figure astratte” che nascono da stati mentali e suggestioni emotive e conducono lo spettatore in una dimensione parallela, un universo di profili incredibili che ricordano delle surreali visioni microscopiche, cellule di organi in trasformazione, un mondo che si sta creando e autogenerando attraverso la mano della Nazzarri. Il percorso espositivo si snoda in un delicato susseguirsi di eteree fluttuazioni e colori evanescenti fino ad arrivare all’opera “Albedo” in cui le due donne, le due Isabelle, scavalcano tempo e spazio e si incontrano in quello che è e rimane l’unico loro gesto identificativo al di là dei secoli: il proprio segno. Quello della Nazzarri, caratterizzato da colori intensi, forti ma al tempo stesso evanescenti, si mescola al bianco candore delle tele e delle carte che, rievocando la città di Ostuni, diventano un inno al bianco, quale rappresentazione di metamorfosi, candore e misticismo. E quello di Suor Isabella, donna forte di spirito e dal piglio intraprendente, che obbligata dai costumi dell’epoca ad entrare in convento, con intelligenza e maestria, si dedica alla sua più grande passione: l’incisione. Il suo segno forte, insolito e deciso conferiva ai suo lavori unicità e pregio, rendendoli altamente riconoscibili. La lastra così fortemente incisa permetteva ai tipografi del periodo di stampare più volte le copie dei manoscritti, motivo per cui Suor Isabella divenne il più grande e richiesto incisore dell’epoca.
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28
Giu

Vania Elettra Tam. Origami e pregiudizio

Dopo i recentissimi successi raccolti a Trieste con la mostra personale “Kanon – regole ferree” e con la retrospettiva “OKO 10” al City Museum of Sibenik in Croazia, Vania Elettra Tam torna ad esporre nella galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni.

È da ben 8 anni che la galleria Orizzonti sostiene il bellissimo percorso di crescita artistica della Tam ed è con orgoglio (ma senza pregiudizio), che oggi ci presenta il suo nuovo ciclo pittorico.  Nelle sale sottostanti la Biblioteca Diocesana, sempre in piazzetta Cattedrale, ed in attesa di ritornare nel proprio spazio di sempre totalmente ampliato e ristrutturato, la Orizzonti ha invitato Vania Elettra Tam a realizzare delle opere site-specific, proprio per la sede della Biblioteca stessa. Una sfida che l’artista accoglie con entusiasmo e che la porta a realizzare i suoi primi dipinti tridimensionali. Sei rielaborazioni di ritratti di donne rinascimentali dall’atteggiamento composto e lo sguardo serio, ma con un pensiero fisso in testa che proprio non vuole rimanere imprigionato. Le sei Signore infatti hanno il capo avvolto in un soggolo bianco, diffusamente usato nel medioevo da alcune nobili Donne, che prende strane forme e come in un’esplosione diventa ora uccello, ora pesce, ora un qualcosa che vuole fuggire lontano.

Vania Elettra Tam per realizzare questi effetti tridimensionali piega la carta prendendo spunto dall’antica arte giapponese denominata origami.

Ecco spiegato il motivo della scelta del titolo ORIGAMI E PREGIUDIZIO, un chiaro riferimento al celeberrimo romanzo in cui viene evidenziato quanto sia facile cadere in inganno quando si giudica basandosi solo sulle apparenze.  In fondo chi è in grado di sapere cosa balena nella testa di chicchessia?

ORIGAMI E PREGIUDIZIO
OPERE di VANIA ELETTRA TAM

Inaugurazione: venerdì 1 luglio 2016, ore 19.00
Dal 1 al 14 luglio 2016

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA
Piazzetta Cattedrale (centro storico)
72017 Ostuni (Br)
Tel. 0831.335373 – Cell. 348.8032506
E-mail: info@orizzontiarte.it

F: Orizzontiartecontemporanea

Ufficio stampa
Amalia Di Lanno
www.amaliadilanno.com
info@amaliadilanno.com

08
Lug

Paolo Loschi. Angel of the earth

L’ultimo appuntamento estivo previsto nel calendario della galleria Orizzonti Arte Contemporanea presso lo Spazio Purgatorio è affidato alla mostra “Angel of the earth” dell’artista trevigiano Paolo Loschi.
La mostra prevede l’esposizione di una decina di opere che esplicano il salto dell’artista da un ciclo pittorico più istintivo e passionale, ad un altro ciclo più maturo e consapevole. Infatti parliamo di una salto mentale, quasi quantico, che racconta una sorta di maturazione, non solo pittorica dell’artista e della sintesi che egli stesso mette in atto negli anni che intercorrono fra i due stessi cicli: Angel de Tierra e Telline.

Ecco come Marco Stoppa articola la sintesi:
“La consapevolezza che ogni piccolo evento può cambiare la nostra vita è maturata nella mente di Paolo Loschi fin dai suoi esordi. Momenti o persone in apparenza insignificanti possono inconsapevolmente indicarci la strada da percorrere. Questo è quello che è accaduto all’artista durante il suo soggiorno a Cadice, in Spagna, dal quale hanno preso vita nel 2006 la serie Angel de Tierra, un angelo che non può volare perché ha una missione da compiere sulla terra: elevare il comune sentire”.
Passando per i vari cicli che caratterizzano i sette lunghi anni che dividono gli Angel de Tierra da Telline, “la pittura di Loschi passa da un fare che potremmo definire “espressionista”, composta da violenza gestuale e cromatica che a tratti oltrepassa l’immagine figurale, ad un linguaggio maggiormente descrittivo concentrato sulla figura umana, attorno alla quale si sviluppa la poetica del rinnovamento inteso come rinascita mentale e fisica, che rianima il corpo di nuova energia.
Una metamorfosi interiore irreversibile, raccontata con uno stile grafico incisivo e tagliente.Continue Reading..

24
Giu

ANIMAE LUX. Tina Sgrò

ANIMAE LUX

OPERE di Tina Sgrò

A cura di Gabriella Damiani

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA

SPAZIO PURGATORIO
Via Alfonso Giovine
Centro Storico
Ostuni

1 – 15 LUGLIO 2015

VERNISSAGE MERCOLEDI’ 1 LUGLIO 2015
ORE 19:30

Dopo diversi successi seguiti alla Targa d’Oro del Premio Arte Mondadori e dopo tanta strada percorsa nell’ambiente dell’arte contemporanea, l’artista calabrese Tina Sgrò torna ad esporre le sue opere presso la Galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni che con la sua mostra “Animae Lux” inaugura quest’anno nuovamente lo Spazio Purgatorio.

Animae Lux è una mostra rappresentativa di tutto il lungo lavoro maturato in questi anni dell’artista; più di 15 opere di vari formati che portano prepotentemente l’attenzione del fruitore sulla forza della luce, sui suoi bagliori accecanti, sui chiari e oscuri ottenuti con un fare sapiente del pennello veloce; la luce che svela segreti e angoli bui, che regala un’anima a quel passato dolente, intriso di sentimenti ed emozioni.
La Luce, da sempre, protagonista assoluta delle opere di Tina Sgrò.Continue Reading..

25
Mag

Vania Elettra Tam. FILOILLOGICA

Vania Elettra Tam
FILOILLOGICA – Metodologie, indagini e congetture su comprensione/incomprensione delle intenzioni
A cura di Gabriella Damiani
GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA
Piazzetta Cattedrale
Centro Storico
Ostuni

La galleria Orizzonti Arte Contemporanea anche quest’anno ha il piacere di presentare una mostra personale di Vania Elettra Tam.
Come in “Doppia mentiS”, la mostra tenutasi lo scorso anno, anche in “FILOILLOGICA” l’artista comasca presenterà un ciclo di opere pittoriche che trattano il tema del doppio e dell’universo alternativo, sintetizzandolo ulteriormente dal punto di vista iconografico.
Se in “Doppia mentiS “ la costruzione dell’opera rispettava una visone prospettica in cui il pavimento separava il mondo di sopra da quello di sotto, nei dipinti di “FILOILLOGICA” la divisione viene rappresentata semplicemente da una riga e i fondi si svuotano, non rappresentano più ambienti casalinghi ma diventano semplici campiture piatte ritmate solamente da geometrie essenziali.

Sembra quasi che l’artista abbia tratto ispirazione da un disegno di Osvaldo Cavandoli , l’ideatore del cartone animato “la linea”, il personaggio diventato protagonista di un famoso carosello negli anni ‘70. Infatti se i soggetti delle opere della Tam avessero la voce, parlerebbero il “Grammelot”, il linguaggio adottato da “la linea”, composto di suoni onomatopeici privi di significato ma comprensibile da tutti. Un idioma capace di rende la filologica, ovvero la scienza che si occupa della ricostruzione storica dei significati delle parole, illogica.
Ecco perché L’artista ha scelto d’intitolare la mostra: FILOILLOGICA “Metodologie, indagini e congetture su comprensione/incomprensione delle intenzioni”.
Un gioco di parole in grado di mettere sottosopra anche le menti più equilibrate, proprio come accade ai personaggi dei suoi dipinti dove tutto è il contrario di tutto.Continue Reading..