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Giu

Roberta Busato, Enrico Fico. Take care, my love

In corso presso la Fortezza del Girifalco a Cortona la mostra dal titolo “Take care, my love”, doppia personale di Roberta Busato ed Enrico Fico a cura di Tiziana Tommei. L’evento, patrocinato dal Comune di Cortona, si inserisce nell’ambito della programmazione 2017 relativa all’arte contemporanea in Fortezza, è organizzato da Art Adoption, associazione attiva nella promozione e diffusione dell’arte contemporanea, e presentato dall’associazione OnTheMove.

Il progetto espositivo muove dalla materia verso il concetto, non volendo per questo negare, ma anzi all’opposto rafforzare, la coesistenza di questi due poli in ciascuno dei momenti del percorso. Si presentano scultura e tecnica mista: muovendo dalla figura umana, smembrata e ricomposta nei frammenti di terra cruda di Busato, si passa a riflettere su Dio, la religione e il potere della parola con la poesia visiva di Fico. Leggerla come un moto verso l’alto può ingannare, perché il contatto con quello che è personificazione del divino si rivela fallace. La terra si fa lentamente polvere; la parola unita all’immagine implode. I tagli degli arti, le cancellature di significati, le perdite di valori sono alcuni degli elementi che costituiscono parte integrante delle opere scelte ed esposte, come di un iter simbolico. In senso lato si tratta di una riflessione sul contemporaneo, sull’uomo e sul rapporto con il tempo e, più nello specifico, con il suo scorrere. Non c’è nulla di “buono” in questi lavori: tutti affermano la stessa cosa, ossia che non esiste luce se non attraverso la sofferenza, la distruzione e l’accettazione dell’impotenza umana. La costruzione di una forma di vita parte dalla coscienza di questa condizione di precarietà e dolore, ma non toglie speranza nella capacità umana di crescere e migliorare il mondo. Il venir meno della stabilità intesa come sicurezza, e con questi l’incompletezza e l’assenza di risposte, lastricano la strada della salvezza, perché ti costringono ad andare in profondità. Significativo è il fatto che il percorso espositivo, da Busato a Fico, all’interno delle sale, possa avvenire anche all’inverso, per tornare dunque alla terra, alla materia, che in ultima istanza si polverizza, come le ossa.Continue Reading..