Tag: amlia di Lanno

25
Giu

Wang Luyan

Una serie di nuovi dipinti appositamente realizzata e una scultura. Oggetti comuni sono trasformati in irrazionali e pericolosi per chi li usa, contrariamente alla loro normale funzione.

La Galleria Alessandro Bagnai è lieta di annunciare la prima mostra personale in Italia dell’artista cinese Wang Luyan (Pechino, Cina, 1956).

La mostra consiste in una serie di nuovi dipinti appositamente realizzata dall’artista e da una pistola in acciaio inox di grandi dimensioni.

Nelle opere di Wang Luyan, oggetti utilitaristici e comuni vengono trasformati in irrazionali e pericolosi per chi li usa. Essi funzionano infatti al contrario rispetto alla loro normale funzione. Uno dei principali significati all’interno dell’opera di Wang Luyan è il trattamento allegorico dell’autodistruzione: l’oggetto è costruito in maniera ambivalente, cosicché l’azione diventa superflua o addirittura pericolosa per la persona che lo utilizza; molte delle sue immagini hanno a che fare con una violenza suicida e reciproca, l’omicidio implica il suicidio.

Sulla tela Wang Luyan dipinge i suoi temi con molta nitidezza: non vi è una vera gestualità, i suoi quadri sono caratterizzati da linee e disegni “meccanici” che rimandano ai disegni tecnici della industria. L’artista ha la consuetudine di creare enormi facsimili di oggetti e strumenti di uso quotidiano ai quali generalmente non prestiamo molta attenzione; esiste quindi una certa similitudine tra le opere di Wang Luyan e la Pop art, in cui le cose sono celebrate semplicemente per essere quello che sono.

I dipinti con le gabbie presentano la seguente relazione logica: aprire necessita chiudere. Quindi, più apriamo e più chiudiamo. Questo ci porta a riflettere sulla complicata e contraddittoria costellazione delle relazioni di causa ed effetto.Continue Reading..

23
Mag

ALBUM DI FAMIGLIA + TOP SECRET – Images from the Stasi Archives

ALBUM DI FAMIGLIA presenta TOP SECRET – Images from the Secret Stasi Archives di Simon Menner.

L’evento espositivo e didattico, che percorre la Puglia per ampliare l’archivio delle memorie fotografiche familiari, giunto al terzo appuntamento, ospita l’artista berlinese che ha esaminato la vasta raccolta di informazioni e di fotografie raccolte dalla polizia segreta della Germania dell’Est. Il suo intervento sarà formativo e curatoriale, nell’ambito del workshop e dell’evento espositivo ALBUM DI FAMIGLIA.

Menner ha studiato l’archivio dal punto di vista fotografico e lo ha usato come punto di partenza per un discorso più generale sui concetti di sorveglianza e di privacy, e sul ruolo delle immagini nelle dinamiche del potere. Menner è riuscito, richiedendo autorizzazioni speciali, a visionare parte dell’archivio della Stasi e a digitalizzarne alcuni materiali, di cui ha poi studiato e riorganizzato gli elementi principali e che vi ricorrono di frequente.
La Stasi raccolse fotografie di esercitazioni, manuali per imparare a travestirsi, spiegazioni per applicare barbe e baffi finti, cataloghi dei segni e delle procedure di spionaggio, fotografie fatte da spie ad altre spie in occasione di missioni nella Germania Ovest, fotografie scattate prima delle perquisizioni, usate per rimettere poi in ordine appartamenti ed uffici. Menner spiega che la banalità di alcuni materiali lascia spazio all’interpretazione. Non è difficile immaginare l’utilizzo repressivo di tali fotografie, come nel caso dell’immagine di una macchina da caffè Siemens, un prodotto tedesco occidentale, che gli agenti della Stasi usarono per accusare cittadini della Germania Est di contatti con l’Ovest. L’oggetto, attraverso la “prova fotografica”, viene trasformato in potenziale causa di repressione, accusa e incarceramento.Continue Reading..

18
Mag

ANISH KAPOOR. Descension

ANISH KAPOOR
Descension

Inaugurazione: sabato 2 maggio 2015, Via del Castello 11, ore 18-24
Fino al 05.09.2015, da lunedì a sabato 10-13 / 14-19

Riconosciuto a livello mondiale come uno tra i più significativi artisti contemporanei Anish Kapoor torna ad esporre in Italia con la mostra Descension, un progetto espositivo appositamente conce-pito per gli spazi del cinema teatro di Galleria Continua di San Gimignano. Cuore della mostra è l’installazione posta in platea, Descension, che dà anche il titolo alla personale.
Anish Kapoor si inserisce a pieno titolo in quella genealogia di artisti che sviluppano interrogativi alchemici e agiscono anche attraverso concetti paradossali realizzando opere che ci spingono oltre l’apparire alla ricerca dell’essere, facendoci riflettere sullo stato latente della potenza della materia stessa, dell’energia in essa contenuta e per questo metafora dell’intero universo.
A caratterizzare l’opera di Kapoor sono l’infinita capacità di reinvenzione del linguaggio artistico, nella sua dimensione monumentale come anche in quella più intima. I temi della sua ricerca, che è anche e in primo luogo ricerca filosofica, sono centrati sull’uomo e sulla consapevolezza di sé, sulla mente e l’esperienza delle cose che la circondano, sull’universalità di tempo e spazio, dalle prime opere fino alle più recenti e monumentali installazioni in musei e spazi pubblici.
L’opera di Kapoor ridefinisce e amplia il concetto di scultura nell’arte. La sua poetica implode e al contempo intensifica ed approfondisce le relazioni binarie, le energie opposte, le antitesi che costituiscono il mondo visibile. Luce ed ombra, negativo e positivo, maschile e femminile, materiale ed immateriale, interno ed esterno, concavo e convesso, lucido ed opaco, liscio e ruvido, naturale ed artificiale, rigido e morbido, solido e liquido, attivo e inerte, ordine e disordine, pieno e vuoto non sono che alcune delle polarità che l’opera di Kapoor è capace di rappresentare suscitando straordinario incanto. A proposito della relazione tra pieno e vuoto l’artista afferma: “Ho sempre pensato al vuoto come a uno spazio transitorio. E tutto ciò ha molto a che fare con il tempo. Sono sempre stato interessato al momento creativo in cui ogni cosa è possibile e niente è ancora accaduto. Il vuoto è quel momento di tempo che precede la creazione, in cui tutto è possibile”.Continue Reading..

18
Mag

PER_FORMARE UNA COLLEZIONE #4

PER_FORMARE UNA COLLEZIONE #4
A cura di Alessandro Rabottini ed Eugenio Viola
Opening: 22 maggio, ore 19.00
dal 23 maggio 2015 – in progress
Secondo piano e spazi vari

Il quarto capitolo del progetto Per_formare una collezione (avviato dal museo MADRE nel 2013) prende corpo sull’intero secondo piano del museo e in altri spazi dell’edificio (con la costituzione, tra l’altro, del primo nucleo della sezione video della collezione e l’ampliamento della sezione di sculture all’aperto), per approfondire la riflessione sullo sviluppo e l’articolazione di una collezione museale oggi. L’attenzione non è posta su un gruppo o periodo storico specifici, quanto su artisti, opere, documenti che permettano, nel loro complesso, di ricostruire la storia e lo scenario delle avanguardie artistiche a Napoli e in Campania, storici crocevia negli ultimi cinquant’anni delle ricerche artistiche più autorevoli e sperimentali, e di fornire una prospettiva sul presente, dotando il museo di una collezione al contempo radicata sul proprio territorio e attenta alle dinamiche della ricerca italiana e internazionale, e favorendo un incontro fra linguaggi, media e artisti di generazioni, formazioni e provenienze diverse. In questo quarto capitolo saranno presentaste più di cento opere di più di sessanta artisti. Il progetto di ampliamento della collezione museale del MADRE continuerà a partire dall’autunno del 2015.

Informazioni
lunedì-venerdì, 09.00 – 18.00; sabato, 09.00 – 14.00
081 193 13 016 / www.madrenapoli.it
Email: info@madrenapoli.it

Orari di apertura
Lunedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato: 10.00 – 19.30
Domenica: 10.00 – 20.00
La biglietteria chiude un’ora prima
Chiuso il Martedì

Immagine: Joseph Beuys, La Rivoluzione siamo noi, 1971.
Collezione privata, Napoli.
In comodato a Madre – Museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli

17
Mag

Yoko Ono: One Woman Show, 1960–1971

Yoko Ono: One Woman Show, 1960–1971
Curated by Christophe Cherix, and Klaus Biesenbach, with Francesca Wilmott

The Museum of Modern Art presents its first exhibition dedicated exclusively to the work of Yoko Ono, taking as its point of departure the artist’s unofficial MoMA debut in late 1971. At that time, Ono advertised her “one woman show,” titled Museum of Modern [F]art. However, when visitors arrived at the Museum there was little evidence of her work. According to a sign outside the entrance, Ono had released flies on the Museum grounds, and the public was invited to track them as they dispersed across the city. Now, over 40 years later, Yoko Ono: One Woman Show, 1960–1971 surveys the decisive decade that led up to Ono’s unauthorized exhibition at MoMA, bringing together approximately 125 of her early objects, works on paper, installations, performances, audio recordings, and films, alongside rarely seen archival materials. A number of works invite interaction, including Painting to Be Stepped On (1960/1961) and Ono’s groundbreaking performance, Bag Piece (1964). The exhibition draws upon the 2008 acquisition of the Gilbert and Lila Silverman Fluxus Collection Gift, which added approximately 100 of Ono’s artworks and related ephemera to the Museum’s holdings.

During the first 11 years of her extensive career, Ono moved among New York, Tokyo, and London, serving a pioneering role in the international development of Conceptual art, experimental film, and performance art. Her earliest works were often based on instructions that Ono communicated to viewers in verbal or written form. Painting to Be Stepped On (1960/1961), for example, invited viewers to tread upon a piece of canvas placed directly on the floor. Though easily overlooked, the work radically questioned the division between art and the everyday by asking viewers to participate in its completion. At times poetic, humorous, sinister, and idealistic, Ono’s early text-based works anticipated the objects that she presented throughout the decade, including Grapefruit (1964), her influential book of instructions; Apple (1966), a solitary piece of fruit placed on a Plexiglas pedestal; and Half-A-Room (1967), an installation of bisected domestic objects.Continue Reading..

15
Mag

This is Picasso: fotografie di David Douglas Duncan

In mostra per la prima volta gli scatti della cartella donata dall’artista al Comune versiliese

“This is Picasso: fotografie di David Douglas Duncan”

Camaiore e Fbml dedicano una mostra al fotografo amico del pittore

L’esposizione sarà aperta dal 30 maggio al 12 settembre a Villa Ariston – Lido di Camaiore

Ingresso libero

A Lido di Camaiore, dal 30 maggio al 12 settembre, sarà per la prima volta mostrato al pubblico il contenuto della cartella “Picasso per Camaiore”, che il fotografo David Douglas Duncan, amico del pittore Pablo Picasso, ha donato, insieme ad un disegno autografato che sarà esposto a Villa Ariston, nel settembre dello scorso anno al Comune di Camaiore, affidando i preziosi documenti nelle mani del sindaco, Alessandro Del Dotto. Un gesto voluto da Duncan, oggi quasi centenario (è nato il 23 gennaio del 1916), per il profondo legame con la cittadina della Versilia dove la prima moglie ha vissuto fino alla morte.

“This is Picasso: fotografie di David Douglas Duncan” è il titolo dell’esposizione, ambientata nel suggestivo scenario di Villa Ariston, a Lido di Camaiore, che ha avuto il patrocinio dell’Instituto Cervantes e che resterà aperta tutti i giorni dalle 17 alle 23.

L’esposizione, voluta dall’amministrazione comunale e dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca, è l’occasione imperdibile per vedere le immagini, le stampe e i provini a contatto, oltre ad un disegno autografato di Pablo Picasso: tutto materiale contenuto nella cartella e selezionato dal celebre fotoreporter americano tra gli scatti degli anni dell’intenso sodalizio con l’artista spagnolo, considerato uno dei maestri della pittura del Ventesimo secolo. Fotografie, in parte inedite, che rappresentano un documento unico e che raccontano il processo creativo così come la quotidianità dell’artista catalano. La mostra è curata da Enrico Stefanelli, e l’allestimento è progettato dall’architetto Alessandra Guidi.

A Lucca questo fine settimana un’anteprima della mostra, con 10 scatti dei 50 che compongono la cartella, sarà visitabile per tre giorni, da venerdì 1 a domenica 3 maggio, nel Palazzo delle esposizioni della Fondazione Banca del Monte di Lucca (piazza San Martino, 7 – Lucca), aperto a ingresso libero dalle 16 alle 19.Continue Reading..

10
Mag

La Grande Madre

LA GRANDE MADRE
Palazzo Reale
Piazza Duomo 12, Milano
26 Agosto – 15 Novembre, 2015

Attraverso le opere di oltre cento artisti internazionali, La Grande Madre analizza l’iconografia e la rappresentazione della maternità nell’arte del Novecento, dalle avanguardie fino ai nostri giorni.

Dalle veneri paleolitiche alle ‘cattive ragazze’ del post-femminismo, passando per la tradizione millenaria della pittura religiosa con le sue innumerevoli scene di maternità, la storia dell’arte e della cultura hanno spesso posto al proprio centro la figura della madre, simbolo della creatività e metafora della definizione stessa di arte. Archetipo e immagine primordiale, la madre e la sua versione più familiare di “mamma” sono anche stereotipi intimamente legati all’immagine dell’Italia.

La Grande Madre è una mostra sul potere della donna: partendo dalla rappresentazione della maternità, l’esposizione passa in rassegna un secolo di scontri e lotte tra emancipazione e tradizione, raccontando le trasformazioni della sessualità, dei generi e della percezione del corpo e dei suoi desideri.

Con un allestimento che si estende su una superficie di circa 2.000 metri quadrati al piano nobile di Palazzo Reale, La Grande Madre porta l’arte contemporanea al centro del programma di Expo in città, collegando la storia dell’arte alle questioni più urgenti del nostro tempo. La Grande Madre mescola il contemporaneo con la storia, accostando opere di oggi e capolavori storici, gemme sconosciute e artefatti provenienti dal mondo del cinema e della letteratura, ed evocando un ricco tessuto di associazioni, ricordi e immagini.

La Grande Madre è una mostra promossa da Comune di Milano | Cultura, ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi insieme a Palazzo Reale per Expo in città 2015

LA GRANDE MADRE
by Fondazione Nicola TrussardiContinue Reading..

05
Mag

Fabrizio Plessi. PLESSI IN VENICE

Un progetto dedicato all’Acqua composto di due momenti. “Plessi Liquid Life. Il flusso della memoria. 1000 progetti”, una grande videoinstallazione. “Plessi. Liquid Light”, alla Tesa 94 all’Arsenale, una tenue luce azzurrina fuoriesce dalle chiglie di 14 barche rovesciate.

a cura di Marco Tonelli

Venezia, città d’acqua, si appresta a ospitare PLESSI IN VENICE, un grande progetto, interamente dedicato a questo elemento naturale, interpretato da Fabrizio Plessi (Reggio Emilia, 1940), uno tra i maestri italiani più riconosciuti e apprezzati a livello internazionale. Proprio l’acqua è una delle cifre più caratteristiche del lavoro dell’artista. Elemento che, fin dal 1968, guida molte delle sue creazioni, siano esse installazioni, film, videotape e performance. Come ha avuto modo di ricordare lo stesso Plessi, “l’acqua è sempre stata il motivo dominante della mia vita e del mio itinerario artistico e culturale”.

PLESSI IN VENICE si compone di due momenti distinti, entrambi a cura di Marco Tonelli.
Il primo è l’esposizione PLESSI. LIQUID LIFE. Il flusso della memoria. 1000 progetti, organizzata dal Polo Museale del Veneto in collaborazione con la Fondazione Alberto Peruzzo, con il patrocino di EXPO 2015 e del Padiglione Italia EXPO 2015, in programma dal 6 maggio al 22 novembre 2015 alla Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, palazzo di grande suggestione e ricco di storia, che si affaccia sul Canal Grande di Venezia.

Alla Ca’ d’Oro Plessi ha pensato a una videoinstallazione in cui schermi, inseriti all’interno di tavoli, rimanderanno le immagini di un “flusso elettronico” di acqua, a rappresentare idealmente il flusso dei pensieri e dell’intera sua vita creativa.
Le opere saranno in grado di innescare visioni pittoriche di grande suggestione. “Penso che il video – afferma l’artista – formi con l’acqua un binomio perfetto: l’acqua è un elemento cangiante, antico, ancestrale primordiale, il video è un elemento della contemporaneità: entrambi sono fluidi, instabili. Entrambi emanano un bagliore azzurro”. Lo stesso bagliore che Plessi ha potuto incontrare nelle invenzioni di Tintoretto e di Tiziano, e che ebbe modo di studiare e di apprezzare proprio vivendo in una città d’acqua come Venezia. Tavoli come scultura ma anche contenitori di mille disegni che rappresentano il nucleo ideativo e progettuale dei suoi lavori.Continue Reading..