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18
Ott

Vincenzo Agnetti. Autoritratti Ritratti. Scrivere Enrico Castellani Piero Manzoni

Io scrivo delle cose dalle quali ricavo i miei quadri che a loro volta sono di stimolo per altri scritti…
Vincenzo Agnetti, Corriere della Sera, febbraio 1972

BUILDING, dal 23 ottobre 2019 al 18 gennaio 2020, presenta Vincenzo Agnetti – Autoritratti Ritratti, Scrivere – Enrico Castellani Piero Manzoni a cura di Giovanni Iovane.
La mostra, articolata nelle due sezioni Autoritratti Ritratti Scrivere, si concentra su una selezione di opere dell’artista che comprendono non soltanto i suoi celebri “feltri”, ma anche molti altri lavori tra cui Identikit (1973), Autotelefonata (No) (1972) e Elisabetta d’Inghilterra (1976) – in cui l’artista sperimenta in maniera originale il genere del ritratto – e il celebre Quando mi vidi non c’ero (1971), dedicato al tema dell’autoritratto con Il suonatore di fiori (1982), ultima sua opera rimasta incompiuta. Agnetti aveva stretto un sodalizio culturale con Enrico Castellani e Piero Manzoni, contribuendo, sin dagli anni Sessanta, all’indagine critica sul loro operato artistico con testi caratterizzati dal suo peculiare stile di scrittura, a metà fra analisi critica e poesia. Nella sezione intitolata Scrivere, vengono dunque presentate una selezione di opere di Castellani e Manzoni legate alla ricerca di Agnetti, a partire da Litografia originale (1968), in cui da un lato (recto) c’è l’opera di Castellani e dall’altro (verso) un testo con diagramma di Vincenzo Agnetti. Di Piero Manzoni troviamo invece le “tavole di accertamento” e le “linee”, oltre a opere attinenti al tema del ritratto, fra cui la Base magica (1961), modello di “scultura vivente” dall’evidente carattere performativo. Ritrarre è un’azione: il verbo, che etimologicamente deriva dal latino retrahĕre– tirare indietro – esprime un “atto negativo” che Agnetti, alla lettera, inserisce sia linguisticamente che come azione performativa all’interno della sua pratica artistica. In questa pratica, che consiste in una dialettica negativa “scrittura – opera – scrittura”, l’atto del ritrarre gioca un ruolo fondamentale proprio per il suo significato negativo di sottrazione ma anche, successivamente, di recupero. L’ultima parte della mostra comprende un’ampia sezione documentaria con testi e fotografie che raccontano il complesso rapporto “scrittura – opera – scrittura” di Agnetti, per il quale la “scrittura – opera” diventa qualcosa di diverso rispetto agli Statements degli artisti concettuali. In questo senso, un’opera come l’autoritratto Quando mi vidi non c’ero può essere intesa come uno speech actper usare un termine di John Langshaw Austin, filosofo del linguaggio, autore di How to Do Things with Words [come fare opere con le parole] (1962). Nella serie dei “feltri” Agnetti delinea una sperimentazione artistica in cui la scrittura e l’opera assumono un valore che supera la definizione restrittiva di una pratica “concettuale”, per diventare performance.

Parte del progetto espositivo sono anche le performances di Italo Zuffi, create dall’artista in occasione di questa mostra, per attivare, sottolineando l’aspetto performativo dell’opera di Agnetti, una riflessione contemporanea sui concetti di ritratto etraduzione. Anche per questo progetto BUILDING propone un’estensione pubblica della mostranella città di Milano. Alcune opere fra le più mistiche di Vincenzo Agnetti, come Ritratto di Dio(1970) o Apocalisse (1970), verranno esposte in alcuni ambienti dei Chiostri di Sant’Eustorgio. Un calendario di lectures e seminari di approfondimento accompagnerà lo svolgimento della mostra. Il catalogo, edito da BUILDING, comprenderà testi, fra gli altri, di Giovanni Iovane, curatore della mostra, Marco Meneguzzo, Gaspare Luigi Marcone, Rosalia Pasqualino di Marineo, Federico Sardella, Marco Senaldi e un’intervista inedita di Tommaso Trini all’artista, risalente agli anni Settanta.

La mostra è stata realizzata in collaborazione con l’Archivio Vincenzo Agnetti, la Fondazione Enrico Castellani, la Fondazione Piero Manzoni e con il supporto della galleria Osart, della Collezione La Gaia e di collezioni private.

Vincenzo Agnetti

Autoritratti Ritratti
Scrivere Enrico Castellani Piero Manzoni

con performances di Italo Zuffi

a cura di
Giovanni Iovane

Dal 23 ottobre 2019 al 18 gennaio 2020

In collaborazione con

Piazza Sant’Eustorgio 3, 20122 Milano
lunedì – domenica, 10 – 18 biglietto: €6, ridotto €4
+ 39 02 89402671
museo@museosanteustorgio.it www.museosanteustorgio.it

Stampa: press@museosanteustorgio.it

Ufficio Stampa BUILDING
Lara Facco P&C
viale Papiniano, 42 | 20123 Milano
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BUILDING
Via Monte di Pietà 23, 20121 Milano
martedì – sabato, 10 – 19

CHIOSTRI DI SANT’EUSTORGIO
Piazza Sant’Eustorgio 3, 20123 Milano
lunedì – domenica, 10 – 18

Immagine in evidenza: Note sul ritratto di tutti, 1975. Litografia 105 x 78 cm cad. Edizione di 100©Archivio Agnetti, courtesy BUILDING

30
Ott

Jan Fabre: The Castles in the Hour Blue

I Castelli nell’Ora Blu , è la prima mostra personale a Milano dell’artista, creatore teatrale e autore Jan Fabre, curata da Melania Rossi.
In mostra una selezione di lavori – in gran parte in anteprima assoluta perché provenienti dalla collezione dell’artista, e messi ora a disposizione del pubblico- realizzati da Jan Fabre dalla fine degli anni Ottanta, incentrati su due temi particolarmente significativi per l’artista: i castelli e l’Ora Blu. Disegni, collage, film e opere fotografiche compongono un percorso nell’immaginario più “romantico” e poetico, ma sempre radicale e simbolico, di uno degli artisti più interessanti della scena contemporanea.
Se il castello è il luogo della favola romantica per eccellenza, i castelli di Jan Fabre hanno qualcosa di diverso, sono infusi del personale romanticismo dell’artista, che si definisce “cavaliere della disperazione e guerriero della bellezza”.
La tonalità dell’inchiostro Bic ricorda all’artista l’atmosfera di quell’ora speciale tra la notte e il giorno, tra il sonno e la veglia, tra la vita e la morte. L’Ora Blu, teorizzata da Jean Henri Fabre, considerato il padre dell’entomologia, è un momento di totale silenzio e perfetta simmetria in natura, quando gli animali notturni si stanno per addormentare e quelli diurni si stanno svegliando, in cui i processi di metamorfosi hanno atto.
Anche nei grandi formati in mostra, l’attenzione si concentra naturalmente su piccole porzioni di disegno per seguirne le linee ora più lievi, ora più marcate, oppure trova un immaginario punto di fuga negli insetti-foglia applicati sulla carta, che formano profili di torri castellane. Come di fronte al grande telo in seta di quasi diciassette metri (Un Castello nel Cielo per René, 1987) che è esposto all’interno della Basilica di Sant’Eustorgio, al cospetto della scultura nella Cappella Portinari o nell’opera site specific che l’artista ha realizzato sul lucernario di BUILDING, siamo dentro il disegno, che diviene spazio, casa, castello.

Jan Fabre: The Castles in the Hour Blue
a cura di Melania Rossi
22 Sep 201822 Dec 2018

BUILDING
Via Monte di Pietà 23, Milano
Mar – Sab, 10:00 – 19:00

Basilica di Sant’Eustorgio e Cappella Portinari
P.zza Sant’Eustorgio 1, 20122 Milano
Lun – Dom, 10:00 – 17:30
Ingresso Capella Portinari: €6

English below

BUILDING is pleased to present The Castles in the Hour Blue, the first solo exhibition ever held in Milan of the visual artist and theatrical author Jan Fabre. The exhibition, curated by Melania Rossi, will open to the public on 22 September, with site specific installations at BUILDING; it will also feature ad hoc installations in two institutional places of the city of Milan, such as the Basilica of Sant’Eustorgio and the Portinari Chapel.

On view will be a “world premiere” selection of artworks – for the main part, never seen before since part of the artist’s collection, now available to the public for the very first time – made by Jan Fabre since the late Eighties, focused on two themes which are particularly important to the master: castles and the Hour Blue. Drawings, collages, videos and photographic works bring together a journey in the most “romantic” and poetic – but always radical and symbolic – imagery of one of the most important artists on the contemporary scene. The aesthetic and ethical fusion of the two themes in the conception of Jan Fabre, declared in the title of the show, is evident in the exhibited artworks, starting from Tivoli(1990), one of the works that consecrated the artistic career of Jan Fabre at an international level. In this case, Fabre had completely covered the Tivoli castle (Mechelen) in sheets all drawn in blue Bic, which had been left transforming under the sun light and bad weather. A real architectural performance that the artist had been recording during day and night, releasing a 35 mm short movie that will be on view at the gallery. “Sometimes the castle has a purple reflection, sometimes more towards the red, then a silvery glow, to then turn into intense blue bic again. (The sculpture-drawing trembles and lives with its enigmas)”, Fabre writes in his nocturnal diary during the realization of the work.
The tone of the Bic ink reminds the artist of the atmosphere of that special hour between night and day, between sleep and awakening, between life and death. The Hour Blue, a sublime moment of complete silence and perfect symmetry in nature, when nocturnal animals are about to fall asleep and the diurnal ones are waking up, in which the processes of metamorphosis take place. Theorized by Jean-Henri Fabre, considered the father of entomology, the Hour Blue has inspired Jan Fabre a production of Bic pen drawings of different sizes, but it is mostly in the large works that the eye is completely immersed in the dense blue lines, where it is difficult – if not impossible – to embrace the work in its entirety. The drawing, in this production by Fabre, acquires a dignity which is not only autonomous but also three- dimensional, becoming sculpture, architecture; it is not a mere preparation for a painting or a draft sketch for a sculpture, it is an immersive artwork that reveals the most intimate, true and instinctive feeling of the artist’s thought. On this idea Jan Fabre has been working since his beginnings, since the birth of his “bic art”. “I want my viewers to be able to abandon themselves to the physical experience of drowning in the apparently calm sea of my blue bic drawings”, the artist writes in 1988. Even in the large formats on display, the attention is naturally captured by small portions of drawing in order to follow the lines, now subtler, now more marked, or it finds an imaginary point of escape in the leaf-insects applied on the paper, which form profiles of castle towers. As in front of the large silk installation displayed inside the Basilica of Sant’Eustorgio, in presence of the sculptures in the Portinari Chapel or in front of the site specific work that the artist will make at BUILDING, we are inside the drawing, which becomes space, house, castle. If the castle is the place of the romantic fairytale par excellence, Jan Fabre’s castles have something different, they are infused with the personal romanticism of the artist, who defines himself “a knight of despair and a warrior of beauty”. The first aim, the only creed of the artist, is to defend the beauty and fragility of art. Jan Fabre is a contemporary knight who makes castles in the air, castles of cards, rests in his castle and dreams. Tivoli, Wolfskerke, Monopoli, are the castles on which the artist has taken action with his blue sign and which are represented in the artworks on display, covered in the typical light of that special moment in which we can dream of owning a castle, still being in a chivalrous era made of values for which to fight strenuously. The “way of the sword” is “the way of the art”, the true avant-garde of the artist who, while dreaming, draws, writes and invents a personal universe starting from the great tradition that precedes him. Fabre fights to the point of exhaustion in defense of the most authentic, tragic, mad and heroic spirit of the artist and of the man.

Basilica of Sant’Eustorgio and Portinari Chapel
Mon – Sun, 10:00 AM – 5:30 PM
Entrance to Portinari Chapel: €6
P.zza Sant’Eustorgio 1, 20122 Milan

Jan Fabre: The Castles in the Hour Blue
Curated by Melania Rossi

Tue – Sat, 10 AM – 7 PM

Additional venues:
Basilica of Sant’Eustorgio
Portinari Chapel