Tag: Francesco Mutti

16
Apr

Tales of // chapter IV // Takahashi Kenji

TALES OF

a cura di Francesco Mutti

in collaborazione con LUCIFERI fineart&designlab

CONCEPT
Nel centro storico di Arezzo, da anni il laboratorio di design e tecniche fotografiche LUCIFERI fineartlab presta la propria competenza creativa all’individuazione di forme d’arte che sappiano dialogare con il contemporaneo. Legati al graphic design e alla fotografia, in qualità di media privilegiati di tale dialogo, il laboratorio LUCIFERI si è fatto strada nel tessuto imprenditoriale aretino confrontandosi con realtà di sempre maggior livello: tali rapporti hanno instillato nella Direzione la volontà di confrontarsi con alcuni degli aspetti d’arte più rinomati che il nostro panorama possa presentare. Una certa affinità elettiva con la vicina Pietrasanta porta immediato il pensiero a una riflessione profonda sulla scultura e i suoi grandi interpreti come sinonimi di eleganza, rigore, tecnica, passione e innovazione: caratteri che, per tradizione, rappresentano le basi dei progetti grafici e fotografici di LUCIFERI. Consapevoli della effettiva complessità che la comprensione intellettuale della scultura porta in dote, LUCIFERI fineartlab, in collaborazione e sotto la direzione artistica di Francesco Mutti, si è fatto promotore di una serie di appuntamenti mensili personali dedicati alla grande scultura d’autore che impreziosisce gli spazi di Pietrasanta, garantendo quella varietà di stili, tecniche e sensazioni che rendono la scultura stessa un universo artistico ancora tutto da scoprire. Artisti storicizzati dalla fama internazionale ed emergenti dal talento innegabile troveranno dunque dimora in uno spazio totalmente dedicato che ne esalterà stile e fruibilità a trecentosessanta gradi.

LUCIFERI fineartlab, ambiente asettico e minimale con una notevole connotazione stilistica votata al design contemporaneo internazionale, diviene perciò l’interlocutore più immediato a una politica in atto in molti centri italiani di sdoganamento dell’arte dai luoghi canonici in cui questa viene esposta, per andare a intercettare fruitori in grado di poterla apprezzare non solo dal punto di vista stilistico ma senza vincoli identificativi e senza la pressione che tali luoghi di solito incutono. In un habitat al di fuori dal circuito canonico le sculture recuperano quindi quel vigore che le vede protagoniste indiscusse dello spazio: fondendosi con questo, i lavori dialogheranno con il visitatore il quale, per lo più abituato a un’arte figurativa di stampo rinascimentale, troverà stimolati i propri sensi, moltiplicate le proprie percezioni. Dal punto di vista visivo, la scultura coinvolge canali percettivi che armonizzano – e al contempo destabilizzano – i sensi del fruitore. Il progetto vuole raccontare la potenza evocativa e sensoriale della scultura, in una dimensione totalizzante e assolutamente protagonista. Nella sua consistenza, la scultura riesce a sottrarre al fruitore una parte del suo spazio vitale, lo occupa e lo invade: nello scenario in cui le opere verranno inserite, intimo e ristretto, questa dinamica di irruzione verrà amplificata.

TALES OF propone dunque un excursus variegato e multiforme sulla scultura contemporanea attraverso le opere dei grandi interpreti che, tra Carrara e Pietrasanta, tramutano il proprio concetto di stile in quello di bello.Continue Reading..

24
Feb

Pamela Grigiante. A different way to make love

A CURA DI TIZIANA TOMMEI

26 FEBBRAIO – 26 MARZO 2016
INAUGURAZIONE: VENERDÌ 26 FEBBRAIO, 19.00
GALLERIA 33 VIA GARIBALDI 33 AREZZO

Dal 26 febbraio al 26 marzo Galleria 33 presenta la personale di Pamela Grigiante “A different way to make love”.
Il titolo della mostra è tratto da un’opera dell’artista, “Dinner is an unconventional way to make love”, una tecnica mista su carta della collezione nata nel 2014 su commissione di Feltrinelli, “Domestic Love”. Il progetto espositivo propone un’indagine della più recente produzione dell’artista vicentina, presentando una selezione dei lavori su carta, dai progetti “Private Papers” (2012-14) e il già citato “Domestic Love”, oltre alle sculto-installazioni “Private Boxes”, serie della quale si presentano per l’occasione quattro opere inedite.
La mostra è accompagnata da testi critici di Francesco Mutti e Tiziana Tommei.

È del tutto normale assegnare alla produzione di un artista quel significato assolutamente intimo e personale che non può prescindere dalla sua esperienza di vita. In quanto narrazione molto spesso didascalica o moraleggiante, l’Arte stessa ha incentivato questo tipo di analisi favorendo la comprensione dell’opera attraverso la conoscenza dell’autore e delle sue esperienze a cui idealmente di volta in volta sostituirsi o immedesimarsi: una comprensione direttamente proporzionale dunque che sviluppa la propria indagine critica sulla base di quella storica e umana, in un continuo e reciproco scambio che accompagna lo studioso, l’amante, l’appassionato o il semplice fortuito fruitore. Riferire però una produzione totalmente al vissuto di chi l’ha prodotta; e limitare l’area di interesse dei messaggi veicolati a quel solo ed unico ambito, fa correre il rischio di considerare ogni esperienza come fine a se stessa, venendo meno lo scopo ultimo dell’arte che è comunicazione nel senso più allargato del termine. Solo nel caso in cui il messaggio trasmesso sia allo stesso tempo esperienza personale ed indagine sociale da applicare per intero alla comunità di cui fa parte, allora si potrà parlare di analisi completa ed esauriente.
Possiede questo carattere la poliedrica artista Pamela Grigiante, in grado – con i suoi collages e le sue sculture-volume – di rappresentare visceralmente la nostra intimità più cara in un procedere verticale che è continua scoperta, feroce rivelazione. Legato alle condizioni di un quotidiano intensamente vissuto, il suo è un percorso artistico che pare superficialmente esaurire il proprio potenziale nell’indagine di situazioni contestuali a tale esperienza di vita, sezionata, analizzata e dunque restituita in forme semplici e pregresse di segno. Eppure, laddove si voglia considerare erroneamente l’immediato ed epidermico tratto come incapacità o puerile gestualità, si dovrà invece sommare una scaltra e violentissima critica al tessuto culturale che proprio il quotidiano – inteso in ogni suo singolo aspetto, dal cibo agli affetti, dalle tensioni emotive alle pulsioni sessuali, dai rapporti col prossimo a quello con la propria natura – porta con sé. Specchio reale di una società sull’orlo del baratro, le opere della Grigiante rivelano il senso della vita con ferocia e puntualità, celando dietro un’evidente genuinità ora intellettuale ora tecnica la totale padronanza dei media: nei collages, nelle sculture, nelle carte e, soprattutto, nelle ficcanti inserzioni letterarie di chiara matrice visivo-poetica, ella dunque recupera al proprio vissuto un monito personale e una regola generale, restituendo con gelida intuizione ciò che pochi altri osano dire. L’analisi emozionale della prima ora, già ampiamente assimilata e metabolizzata, si fa dunque più distante: a ciò la Grigiante sostituisce la sintesi di una comune esistenza, raccontata con fredda evidenza attraverso un ingannevole e innocente apparire. (Francesco Mutti)Continue Reading..

23
Mag

White Cube 33

Opere fotografiche di 13 autori, selezionati attraverso il bando Call 4 Photography: Beatrice Bruni, Luca Cacioli, Luca De Pasquale, Enrico Fico, Frances Von Fleming, Pierluigi Fresia, Donatella Izzo…

a cura di Tiziana Tommei e Francesco Mutti

Sabato 23 maggio alle ore 19 presso Galleria 33 ad Arezzo inaugura White Cube 33, collettiva fotografica a cura di Tiziana Tommei e Francesco Mutti. Il progetto viene presentato in collaborazione con Luciferi – laboratorio sperimentale di arti visive – ed è stato ideato per salutare l’avvio del terzo anno di attività di Galleria 33 e Luciferi. La mostra propone opere fotografiche di tredici autori, selezionati attraverso il bando Call 4 Photography: Beatrice Bruni, Luca Cacioli, Luca De Pasquale, Enrico Fico, Frances Von Fleming, Pierluigi Fresia, Donatella Izzo, Giulia Madiai, Antonio Mariotti, Luca Palatresi, Paride Scuffi, Beatrice Speranza, Valentina Zamboni. Special guest dell’iniziativa è Silvia Amodio, una delle più importanti artiste e fotografe italiane, che ha scelto di presentare per l’occasione un’opera inedita, Giulia, tratta dal progetto Tutti i colori del bianco, il suo più recente lavoro, assolutamente esemplare perché capace di coniugare alla perfezione concept ed estetica, etica e forma. L’artista Silvia Amodio sarà presente all’inaugurazione.

Testo di Tiziana Tommei
La partnership Galleria 33 e Luciferi, avviata ad ottobre 2013 con Bang! Nuove Generazioni Fotografiche, è stata consolidata negli anni e oggi trova ulteriore conferma attraverso questa nuova impresa comune e condivisa. L’idea è nata dal desiderio di mettere in gioco passioni comuni e skills specifiche e complementari al fine di celebrare i due anni delle rispettive attività con un progetto aperto, che potesse stimolare e coinvolgere chi come noi credono fortemente e senza remore nel potere visivo, estetico, narrativo e comunicativo della fotografia. Un mese e mezzo fa la pubblicazione del bando Call 4 Photography, a cui è seguita la comunicazione della prestigiosa presenza di Silvia Amodio quale testimonial. Dal 1 maggio ha preso avvio l’opera di selezione in collaborazione con Francesco Mutti, storico e critico d’arte. Sono giunte quarantatré proposte, tra le quali ne sono state scelte tredici. Il laboratorio di via de Redi 15 ad Arezzo, Luciferi, ha curato la realizzazione di tutte le stampe fotografiche fine art esposte, oltre alla grafica dell’evento, partecipando attivamente all’organizzazione e promozione dell’iniziativa. Un lavoro di équipe che ci ha impegnati con entusiasmo e convinzione.Continue Reading..