Tag: Maria Lai

18
Giu

Maria Lai. Fame d’infinito

“All’essere umano non basta la terra sotto i piedi, non basta il sole sulla testa. L’uomo diventa adulto per realizzarsi oltre il proprio spazio e il proprio tempo”. Maria Lai

A distanza di un mese dalla riapertura della Stazione dell’Arte, il 26 giugno 2020 apre al pubblico il nuovo allestimento della collezione permanente dal titolo Maria Lai. Fame d’infinito. Arte da vedere, sentire, toccare: mai come in occasione del nuovo allestimento, le opere di Maria Lai attraverseranno ogni barriera fisica e intellettuale. Una mostra che è esperienza multisensoriale, concepita per favorire un nuovo approccio all’arte e nutrire la curiosità dei visitatori. Per soddisfare la nostra “Fame d’infinito”, l’esposizione recupera il dialogo diretto con il pubblico dopo lo stop per l’emergenza sanitaria e la riapertura dell’istituzione museale, avvenuta un mese fa.

La nuova esposizione aprirà al pubblico venerdì 26 giugno 2020, alle ore 15.00, negli spazi del museo fortemente voluto dall’artista ulassese, in piena sicurezza e nel rispetto delle indicazioni fornite dalle autorità preposte: ingressi contingentati (per un massimo di 10 persone alla volta) e mascherina obbligatoria.

La mostra è organizzata dalla Fondazione Stazione dell’Arte con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Ulassai e della Fondazione di Sardegna. Curata da Davide Mariani, direttore del museo dedicato a Maria Lai, Fame d’infinito scandisce l’intero percorso dell’artista attraverso l’esposizione delle opere più significative da lei donate al Comune di Ulassai. La collezione restituisce, nella sua totalità, l’esperienza creativa di Maria Lai: dalle sculture ai disegni a matita e su china, dai telai alle tele cucite, dai celebri pani ai libri cuciti, dalle geografie alle installazioni e agli interventi ambientali.

Il progetto espositivo, concepito come un’esposizione permanente, è suddiviso secondo un ordine cronologico e tematico ed è arricchito dalla presenza di un sistema di apparati didattici, in italiano e in inglese, da alcune riproduzioni tattili dei manufatti in mostra e da un archivio multimediale interattivo.

MARIA LAI. FAME D’INFINITO
a cura di Davide Mariani
Museo Stazione dell’Arte
Ex Stazione ferroviaria, Ulassai (Nu)
Orari: dal martedì alla domenica, dalle 9:30 alle 19:30 (orario continuato) – ingressi contingentati
Chiusura settimanale: lunedì
Visite guidate: sospese
Per informazioni: Tel. 0782787055; e-mail: stazionedellarte@tiscali.it

Immagine in evidenza: Maria Lai Fame d’infinito. Installation view. Ph. E. Loi S. Melis Arasole Ç. Courtesy Fondazione Stazione dell’ Arte
20
Ago

MARIA LAI. Tenendo per mano il sole

Giocavo con grande serietà e ad a un certo punto i miei giochi li hanno chiamati arte – Maria Lai
www.maxxi.art#MariaLai

In occasione del centenario della nascita, il MAXXI dedica una grande mostra a Maria Lai. Esposti oltre 200 lavori che restituiscono una biografia complessa e affascinante e un approccio alla creatività libero e privo di pregiudizi. Si intitola Tenendo per mano il sole la grande mostra che il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo dedica a Maria Lai (1919 – 2013), una tra le voci più singolari dell’arte italiana contemporanea. Artista dalla straordinaria capacità generativa, in anticipo su ricerche artistiche che saranno sviluppate solo successivamente, Lai ha saputo creare un linguaggio differente e originale, pur consapevole del lungo processo di decantazione che la sua arte avrebbe dovuto attraversare per essere riconosciuta. Oggi quel processo sembra essersi compiuto. Negli ultimi anni molte sono state le iniziative a lei dedicate e i suoi lavori sono stati recentemente esposti a Documenta 14 e alla Biennale di Venezia 2017. “Nel 2019 – indica Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione MAXXI – abbiamo scelto di rivolgere particolare attenzione alle visioni artistiche femminili e non poteva, dunque, mancare un progetto legato a Maria Lai. Con questa mostra, infatti, rendiamo un tributo alla figura ed all’opera di una donna che ha saputo interpretare nel corso della sua carriera artistica infiniti linguaggi, sempre però nel solco della sua ricerca: rappresentare e reinventare con delicatezza e poesia tradizioni e simboli di una cultura arcaica, eterna e rivolgersi con forza ed immediatezza ai contemporanei”. La retrospettiva al MAXXI si concentra su ciò che viene definito il suo secondo periodo, ovvero sulle opere che l’artista crea a partire dagli anni Sessanta e che ricomincia ad esporre, dopo una lunga assenza dalla scena pubblica e artistica, solo nel 1971. “Questo perché – sottolinea Bartolomeo Pietromarchi, Direttore MAXXI Arte – è proprio da quel momento, sino alla sua scomparsa nel 2013, che sono presenti nel lavoro di Maria Lai, in maniera più evidente, molte delle istanze che ne fanno oggi un’artista estremamente attuale e che permettono di restituire alla sua figura una posizione centrale nella storia dell’arterecente”.

La mostra, a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Luigia Lonardelli, è realizzata in collaborazione con Archivio Maria Lai eFondazione Stazione dell’Arte, con il patrocinio del Comune di Ulassai e il sostegno di Fondazione di Sardegna. Esposti oltre 200 lavori, tra cui Libri cuciti, sculture, Geografie, opere pubbliche e i suoi celebri Telai, per raccontare nel modo più completo possibile la personalità di Maria Lai e i diversi aspetti del suo lavoro. In mostra anche alcune opere recentemente entrate a far parte della Collezione del MAXXI: Terra, 1984; Il viaggiatore astrale, 1989; Bisbigli, 1996; Pagina cucita, 1978 e Senza titolo, 2009, una rara Geografia su acetato in corso didonazione.

La mostra
Tenendo per mano il sole è il titolo della mostra e della prima Fiaba cucita realizzata. Sia nel titolo che nell’opera sono presenti molti degli elementi tipici della ricerca di Lai: il suo interesse per la poesia, il linguaggio e la parola; la cosmogonia delle sue geografie evocata dal sole; la vocazione pedagogica del “tenere per mano”. Non una classica retrospettiva, ma piuttosto un racconto che non si attiene a vincoli puramente cronologici e asseconda un percorso biografico e artistico peculiare, caratterizzato da discorsi e intuizioni apparentemente lasciati in sospeso per poi essere ripresi molti anni più tardi.

Attraverso un’ampia selezione di opere, in buona parte inedite, la mostra presenta il poliedrico mondo di Maria Lai e la fitta stratificazione di idee e suggestioni che ha caratterizzato il suo immaginario. Il percorso si snoda attraverso cinque sezioni, che prendono il nome da citazioni o titoli di opere di Lai, mentre nel sottotitolo vengono descritte modalità tipiche della sua ricerca; ogni sezione è accompagnata dalla voce di Maria Lai attraverso un montaggio di materiali inediti realizzati dal regista Francesco Casu. C’è anche un’ultima, ideale, sezione, che documenta le opere di arte ambientale realizzate nel territorio e in particolare in Ogliastra. La sezione Essere è tessere. Cucire e ricucire documenta le prime prove realizzate negli anni Sessanta, un decennio in cui decide di abbandonare la tecnica grafica e pittorica per dedicarsi alla sperimentazione con i materiali. Nascono così i primi Telai e le Tele cucite: oggetti funzionali del quotidiano, legati all’artigianato sardo, vengono privati della loro funzione pratica per essere trasformati in opere che dimostrano una fervida ricerca espressiva. Il filo rappresenta anche un’idea di trasmissione e comunicazione, Lai vede l’arte come strumento e linguaggio capace di modificare la nostra lettura del mondo, un’attitudine che le deriva dalla sua storia personale di insegnante e che si manifesterà in seguito nei Libri e nelle Fiabe cucite. L’arte è il gioco degli adulti. Giocare e Raccontare raccoglie i giochi dell’arte creati da Lai, riletture di giochi tradizionali con cui ribadisce il ruolo fondante della creazione nella società. Gioco come mezzo per conoscere se stessi e per imparare a relazionarsi con l’altro, un’attività da non relegare al mondo dell’infanzia, ma da continuare a coltivare in età adulta. La sezione Oggetto paesaggio. Disseminare e condividere, racconta l’aspetto relazionale della pratica di Lai attraverso un ampio corpus di oggetti legati a un suo universo affettivo, tra cui sculture che simulano l’aspetto di un libro o di singole pagine, forme che richiamano manufatti del quotidiano, rivendicando però una propria inedita individualità. Il viaggiatoreastrale.Continue Reading..

20
Ott

Maria Lai. Sul filo del mistero

«I grovigli esprimono la mia tensione verso altri spazi» diceva Maria Lai. Nei primi anni Sessanta le sue mani hanno cominciato a intessere storie misteriose. Storie fatte di uomini fortemente legati alla terra. Ma anche di uomini tesi a elevare il proprio spirito verso nuove dimensioni.

Signora dell’arte, dei fili e dei telai. Signora delle montagne, nella Sardegna rupestre, Maria Lai (1919-2013) è stata una delle interpreti più intense nel mondo della ricerca estetica contemporanea. Un’artista lontana dalle mode, difficilmente riconducibile a un gruppo o a un movimento, ma il cui carisma l’ha consacrata nell’empireo dei grandi nomi del Novecento.

La Galleria San Fedele, nell’ambito del suo programma dedicato ai maestri dell’arte contemporanea votati a una dimensione profonda della ricerca spirituale ed estetica, presenta un omaggio a questa grande autrice.

I temi eterni dell’identità, delle origini, della femminilità e della memoria; i temi celesti, i motivi cosmici, le geografie di un universo parallelo, sono alla base di un nucleo di opere popolate di spiriti benigni, di donne e pastori. Abilissima nel passare dal piccolo formato dei libri di cotone, cuciti con testi segreti e sacri, alla dimensione monumentale della land art, ha firmato installazioni e performance, come la celebre Legarsi alla montagna, del 1981, in cui stese un lunghissimo nastro celeste per unire le case del paese di Ulassai alle rocce del Tacco, ossequio alla natura, un rito collettivo per scongiurare frane e sigillare con la montagna un patto di convivenza.

Meraviglioso il valore sacrale conferito da Maria Lai al nastro e al tessuto, simboli di comunione e testimoni dell’origine antropologica del legame sancito fra l’uomo e il paesaggio che lo accoglie.Continue Reading..

11
Apr

La sfida di Aracne – Riflessioni sul femminile dagli anni ’70 a oggi

La sfida di Aracne – Riflessioni sul femminile dagli anni ’70 a oggi
a cura di Angela Madesani
NUOVA GALLERIA MORONE, Via Nerino 3, Milano
31 marzo | 13 maggio 2016
Inaugurazione: 31 marzo, ore 18
Orari: martedì – sabato, ore 11 – 19

Artisti: Mariella Bettineschi, Louise Bourgeois, Silvia Celeste Calcagno, Daniela Comani, Bruna Esposito, Inés Fontenla, Nan Goldin, Meri Gorni, Rebecca Horn, Julia Krahn, Maria Lai, Chiara Lecca, Annette Messager, Shirin Neshat, Gina Pane, Cindy Sherman, Chiharu Shiota, Fausta Squatriti

Nuova Galleria Morone presenta La sfida di Aracne Riflessioni sul femminile dagli anni ’70 a oggi, curata da Angela Madesani. Da sempre, le donne sono state considerate le fedeli rappresentanti della Terra, nostra Madre Natura e origine feconda. Intuitivamente percepiamo questa analogia come vera, come qualcosa che incarna una realtà evidente e ci parla direttamente dell’Essenza del Femminile… Un’esposizione complessa, che indaga i diversi linguaggi della contemporaneità artistica attraverso il lavoro di 18 artiste. La rassegna, che prende in esame oltre quarant’anni di storia dell’arte, non deve essere intesa come una collettiva con i lavori di sole donne, ma come una riflessione sul lavoro di artiste che hanno indagato approfonditamente il tema in oggetto. Dai lavori di Body Art di Gina Pane a Louise Bourgeois, che ha fatto, nel corso degli anni, di questo tema il fulcro della sua ricerca. In mostra saranno i lavori di alcune delle più importanti protagoniste dell’arte internazionale da Annette Messager a Rebecca Horn, da Cindy Sherman, Shirin Neshat, Nan Goldin a Bruna Esposito, che ha vinto il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1999. Una particolare attenzione sarà riservata a Maria Lai, una delle più intense artiste italiane della seconda parte del XX secolo, rappresentata dalla galleria, come pure Daniela Comani, che da oltre venticinque anni vive e lavora a Berlino e che si occupa di tematiche legate alla cultura di genere. Sono presenti opere di artiste di diverse generazioni, che hanno posto la loro attenzione su questo tema da Fausta Squatriti a Mariella Bettineschi ( con l’opera La vestizione dell’angelo del 1996), all’argentina Inès Fontenla, a Meri Gorni, il cui lavoro si pone a cavallo fra arte figurativa e letteratura, alle più giovani Chiara Lecca,Chiharu Shiota, Julia Krahn e Silvia Celeste Calcagno, vincitrice del Premio Faenza nel 2015. Il progetto deve essere inteso come dialogo tra i vari linguaggi espressivi della contemporaneità. Il titolo della mostra presenta un chiaro riferimento di natura mitologica, ad Aracne, abile tessitrice e ricamatrice che, conscia della sua bravura, ebbe l’ardire di sfidare la dea Atena in una pubblica gara. Un’ambiziosa e vittoriosa sfida, simile a quella proposta dalle artiste del mondo occidentale dal dopoguerra in poi, desiderose di conquistarsi un loro ruolo, ben al di là dei coercitivi limiti a loro attribuiti dalla società e dal mondo dell’arte sino a quel momento.

NUOVA GALLERIA MORONE
via Nerino n°3, 20123
Milano – Italy
T. 02 72001994
F. 02 72002163
info@nuovagalleriamorone.com

Reportage by amaliadilanno