Camera d’Arte

30
Set

Rebecca Horn

The Kunstforum Wien celebrates Rebecca Horn with the first comprehensive retrospective of her works in Austria in almost thirty years.

Curated by Bettina M. Busse, the exhibition focuses on the interrelationships in various media between the diverse genres throughout Horn’s oeuvre and will present a wide-ranging and insightful view into her artistic practice. Rebecca Horn is regarded as one of the most extraordinary and versatile artists of her generation. Horn achieved fame in 1972 as the youngest participant in documenta 5, titled Individual Mythologies, which was curated by Harald Szeemann. Throughout her practice Horn has created a body of work which constitutes an ever-growing flow of performances, films, sculptures, spatial installations, drawings, and photographs. The essence of their imagery comes out of the tremendous precision of the physical and technical functionality she uses to stage her works within a particular space.

Throughout her over fifty-year career, Horn has created her own symbolically charged cosmos in which reality and fiction overlap, and dualisms such as material: spirit, subject: object, and male: female are transgressed. Her works make up an expanding web of objects, motifs, and themes that she revisits in new light. In doing so Horn interweaves numerous traditions of art, literature, and film, along with mythology and fairy tales.

On the occasion of the exhibition, a new catalogue will be published by Hatje Cantz, with texts by Bettina M. Busse, Emma Lavigne, Chus Martinez, and Marta Smolinska, edited by Ingried Brugger and Bettina M. Busse.

Kunstforum Wien, Vienna, Austria
Rebecca Horn

28.09.2021 – 23.01.2022

Cover Image: Ausstellungsansicht Rebecca Horn, Bank Austria Kunstforum Wien, 2021, Foto: Gregor Titze/ Bank Austria Kunstforum Wien © Rebecca Horn, Bildrecht Wien, 2021

 

 

16
Set

Mustafa Sabbagh. Spazio Disponibile – areare il pensiero prima di soggiornarvi

Dal 17 settembre 2021 al 30 gennaio 2022, La Galleria Estense di Modena e il Palazzo Ducale di Sassuolo ospitano il progetto Spazio disponibile – areare il pensiero prima di soggiornarvi,a firma dell’artista contemporaneo Mustafa Sabbagh.

A cura di Federico Fischetti e Fabiola Triolo, il progetto nasce come reazione a una delle fasi più buie vissute dal settore dei musei e della cultura, costretto al silenzio nel pieno dell’emergenza Covid-19. Una cesura lunga e dolorosa, che ha indotto al ripensamento di alcuni specifici aspetti di educazione e di stimolo propri delle istituzioni museali di arte antica nei confronti della società contemporanea. Il desiderio di apertura, condivisione e circolazione di idee ha così abbracciato la strada del dialogo con un artista contemporaneo, alla ricerca di un comune approccio al patrimonio antico. Un approccio obliquo rispetto alle forme tradizionali, fondamentalmente basate sulla filologia, per riossigenare il rapporto tra il museo e il suo territorio – un percorso che le Gallerie Estensi hanno già avuto occasione di sperimentare con successo nel passato, con l’installazione corale Monochromatic Light (Lawrence Carroll, Phil Sims, Ettore Spalletti, David Simpson, Winston Roeth, Timothy Litzmann, Anne Appleby, 2004), divenuta permanente grazie alla donazione Panza di Biumo e oggi parte integrante degli apparati decorativi del Palazzo Ducale di Sassuolo.

Da fertili conversazioni con Mustafa Sabbagh ha dunque preso forma il presente progetto inedito, che si articolerà in due sedi: nel Palazzo Ducale di Sassuolo e nella Galleria Estense di Modena. La doppia sede riflette una duplice posizione, liberamente incoerente, con cui Mustafa Sabbagh intende sollecitarci sul tema del rapporto col nostro patrimonio. A Sassuolo il linguaggio sarà quello proprio dei prodotti di consumo, confezionati e offerti in vendita per un utilizzo indotto e non consapevole, esito difficilmente eliminabile dalla retorica della valorizzazione del turismo culturale. Tre interventi ubicati nel Cortile d’Onore, nell’Appartamento Stuccato e nella Camera dell’Amore riproporranno frammenti di opere d’arte e pitture murali già presenti nella Reggia Estense e risemantizzati dall’artista attraverso fotografia, video e installazioni, offrendosi come medicinali da assumere secondo una specifica posologia, descritta in un apposito bugiardino. A Modena l’approccio è completamente diverso, per riflettere sul valore estetico autonomo delle opere d’arte, rifiutando la passiva semplificazione delle formule di consumo che riconducono tutto a logo, a brand. Anche qui, tre interventi si articoleranno in altrettante sale del museo attraverso i linguaggi della fotografia, del video-mapping, della scultura e dell’installazione prendendo le mosse da alcuni dipinti scelti, da Garofalo a Guercino, e da una scultura barocca della Collezione Estense. Il filo conduttore sarà quello di un erotismo indefinito, vagamente voyeuristico, che attraverso particolari anatomici decontestualizzati dal soggetto e dal suo genere suggerirà di liberare l’istinto e lasciarsi andare a personali ricerche nel mondo figurativo e nelle qualità formali dell’arte antica.

Mustafa Sabbagh nasce ad Amman (Giordania, 1961, vive e lavora in Italia). Italo-palestinese, allevato tra l’Europa ed il Medio Oriente, l’imprinting è cosmopolita, l’attitudine è nomade. Già assistente di Richard Avedon e docente al Central Saint Martins College of Art and Design di Londra, dopo una brillante carriera come fotografo di moda riconosciuta dai magazines più prestigiosi del mondo, a partire dal 2012 Sabbagh concentra la sua ricerca nell’arte contemporanea per mezzo della fotografia e della video-arte, attraverso una sorta di contro-canone estetico dove il punctum è la pelle – diario dell’unicità individuale. Armonia dell’imperfezione, indagine psicologica e studio antropologico attraverso la costruzione dell’immagine e dell’installazione ambientale sono gli stilemi che Sabbagh trasferisce dalle pagine patinate, agli spazi dei musei e delle gallerie più famosi del mondo – tra cui il Musée de l’Élysée di Losanna, considerato tempio internazionale della fotografia.

Spesso protagonista di interviste e documentari che indagano nelle sue visioni, nel 2013 Sky Arte HD, attraverso la serie Fotografi, lo ha eletto tra gli 8 artisti più significativi del panorama nazionale contemporaneo, e nel 2017 Rai5l’ha indicato come il cantore privilegiato del lato oscuro della Bellezzaattraverso il documentario di produzione internazionale The Sense of Beauty. Ad oggi Mustafa Sabbagh è stato riconosciuto, da uno storico dell’arte e della fotografia quale Peter Weiermair, come uno dei 100 fotografi più influenti al mondo, ed uno dei 40 ritrattisti di nudo – unico italiano – tra i più rilevanti su scala internazionale. Mustafa Sabbagh è stato chiamato a risemantizzare, a dimostrazione che l’arte è un continuum, l’Ebedi Canova (Musei San Domenico, Forlì, 2017), la Venere Pudicadi Botticelli (Palazzo dei Diamanti, Ferrara e Musei Reali, Torino, 2017), la Venere dei Portidi Sironi (Casa Museo Boschi Di Stefano, Milano, 2015) – opere tutte entrate a far parte della collezione d’arte delle suddette istituzioni museali. In seguito alla sua prima mostra antologica XI comandamento: non dimenticare, il Sindaco Leoluca Orlando ha conferito a Sabbagh la cittadinanza onoraria del Comune di Palermo.

Suoi lavori sono presenti in numerose monografie (tra cui About Skin, ed. Damiani, acquisita all’interno della biblioteca di libri d’arte della Tate Gallery, Londra, e XI comandamento: non dimenticare, nelle biblioteche dei più importanti poli museali italiani), in pubblicazioni accreditate internazionalmente (tra cui Faces – the 70 most beautiful photography portraits of all time, a cura di Peter Weiermair), e in molteplici collezioni permanenti, in Italia e all’estero – incluse le storiche Collezione Arte Farnesina, la collezione della Fondazione Orestiadi, la collezione di arte contemporanea del MAXXI – Museo nazionale delle Arti del XXI secolo.

Federico Fischetti (Roma, 1977) dopo il dottorato di ricerca in Storia dell’arte è entrato in servizio nel Ministero della Cultura e lavora come curatore alle Gallerie Estensi, dove si occupa delle collezioni d’arte del Sei e Settecento.

Fabiola Triolo (Firenze, 1977) è critica d’arte e cultura, curatrice e responsabile della comunicazione per selezionati artisti. Colonnista dal 2008 per testate di settore, dal 2017 è curatrice editoriale della pubblicazione culturale Ossigeno – Elements of Life.

Le Gallerie Estensi sono un museo diffuso che, seguendo il filo rosso della storia dinastica e collezionistica degli Este, racchiude al suo interno diversi istituti culturali tra le provincie di Modena e Ferrara. Questa caratteristica rende le Gallerie Estensi un modello museale innovativo: una rete di musei sempre in movimento ma allo stesso tempo un “luogo dell’incanto” che offre ai suoi visitatori un itinerario culturale unico.

La Galleria Estense espone la straordinaria collezione d’arte dei duchi d’Este, fra cui opere di pittura, scultura, arte applicata. La Biblioteca è un moderno istituto di rilievo nazionale che unisce la preziosa collezione libraria estense alla ricca Biblioteca Universitaria. Il Museo Lapidario racconta la storia di Modena dalla fondazione romana fino alla modernità, con una vasta collezione monumenti e reperti archeologici. La Pinacoteca Nazionale propone un percorso alla scoperta della pittura ferrarese, nella cornice di Palazzo dei Diamanti di Ferrara.

Il Palazzo Ducale di Sassuolo è una delle più importanti residenze barocche dell’Italia settentrionale. Il suo aspetto attuale prende forma per volere del duca Francesco I d’Este, che nel 1634 incarica l’architetto Bartolomeo Avanzini di trasformare l’antico castello di famiglia in una moderna dimora extraurbana per la corte. Pitture murali, decorazioni a stucco, sculture e fontane ancora oggi trasmettono il senso dello splendore della corte estense.

Mustafa Sabbagh
Spazio Disponibile – areare il pensiero prima di soggiornarvi
a cura di Federico Fischetti, Fabiola Triolo
dal 17 settembre 2021 al 30 gennaio 2022
vernice: giovedì 16 settembre, h. 10:00, c/o Galleria Estense
Galleria Estense– Largo Porta Sant’Agostino 337, Modena
Palazzo Ducale– Piazzale della Rosa 10, Sassuolo
GIORNI E ORARI DI venerdì 17 settembre e sabato 18 settembre: ore 09.00 – 23.00
APERTURA PER IL domenica 19 settembre: ore 09.00 – 21.00
FESTIVAL FILOSOFIA: ingresso libero e contingentato
GIORNI E ORARI Galleria Estense: dal martedì al sabato, ore 08.30 – 19.30 |
DI APERTURA: domenica ore 10.00 – 18.00 | chiuso il lunedì
Palazzo Ducale: dal venerdì alla domenica, ore 10.00 – 19.00
CONTATTI: Gallerie Estensi tel. +39 059 4395711 – fax +39 059 230196
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02
Set

ASSONANZE CROMATICHE

In occasione della Milano Design Week 2021, Paraventi Giapponesi – Galleria Nobili propone un focus sulle recenti realizzazioni di Simone Negri, un progetto espositivo pensato e costruito per esperire un dialogo ravvicinato tra la ceramica contemporanea e gli antichi paraventi giapponesi presenti nella collezione della galleria.
Dal 6 settembre verrà proposta, presso gli spazi espositivi di via Marsala, una selezione di nuove opere dell’artista. La produzione si concentra sulla ricerca di una sintesi tra forma e colore ed è caratterizzata dall’esordio di una palette di pigmenti che, dal nero e dal ruggine precedenti, vira ad una gamma sofisticata di blu.

La mostra sarà visitabile fino al 2 ottobre con i consueti orari di apertura e nel rispetto delle disposizioni ministeriali sulla salute dovute all’emergenza epidemiologica.

Simone Negri nei mesi di settembre ed ottobre, parallelamente ad ASSONANZE CROMATICHE, partecipa a FITTILE: una mostra a cura di Ugo La Pietra, realizzata grazie alla collaborazione tra Triennale Milano e Fondazione Cologni, finalizzata a presentare negli spazi della stessa Triennale una panoramica odierna della realtà ceramica artistico-artigianale presente sul territorio nazionale.

ASSONANZE CROMATICHE
Focus sulla nuova produzione di Simone Negri in dialogo con antichi paraventi giapponesi

Periodo: 6 Settembre – 2 Ottobre 2021
Orari: lunedì 15.30 – 18.30 | da martedì a sabato 11.00 – 18.30

Paraventi Giapponesi – Galleria Nobili
+ 39 02 655 1681
via Marsala, 4 – Milano

30
Ago

Spazi sensibili

La galleria A arte Invernizzi inaugura mercoledì 15 settembre 2021 dalle ore 17 alle ore 20.30 la mostra Spazi sensibili a cura di Francesca Pola.

La relazione complessa tra spazio e sensorio è il fulcro di questa mostra che presenta insieme Philippe Decrauzat, Riccardo De Marchi, Martina Klein, Arcangelo Sassolino.

Tra le opere di questi quattro autori si possono riconoscere alcuni elementi di analogia: sono caratterizzate da un’essenzialità formale che intende annullare qualsiasi aspetto di espressività in chiave sentimentale ed emotiva e con essa da una radicale e fondante nitidezza materiale ed esecutiva, per cui il metodo operativo è parte fondante e significante, trasparente ed evidente nel suo farsi immagine.

Ciascuno di essi, in modo differente, realizza immagini che possiamo definire spazi sensibili, con i quali il visitatore è chiamato a mettere in gioco la propria fisicità: Decrauzat nelle sue distorsioni percettive di permeabilità dell’astrazione, De Marchi nelle sue traiettorie di buchi che materializzano il vuoto, Martina Klein nelle sue articolazioni plastico-cromatiche sospese, Sassolino nelle sue paradossali tensioni di materia. Sono opere pensate come modulazioni sensibili dello spazio, ma non in una chiave puramente visuale: non esauriscono infatti il loro significato nell’essere osservate, ma richiedono un altro tipo di coinvolgimento. Il visitatore è chiamato a decifrare la loro presenza sensibile attraverso la propria, in un tempo di relazione e assimilazione: non limitandosi allo sguardo, ma percorrendo con il corpo e con la mente le vibrazioni e i respiri di queste immagini, la cui essenzialità complessa diviene luogo di accadimenti sensoriali, in tempo reale.

In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte, un saggio introduttivo di Francesca Pola e un aggiornato apparato bio-bibliografico degli artisti esposti.

Note Biografiche
Philippe Decrauzat, nato a Losanna in Svizzera nel 1974, intende minare il campo dell’astrazione nell’intento di spingere la percezione oltre i confini dell’immagine. Attraverso una varietà di media che include murales, sculture, installazioni, opere site-specific e audiovisuali è interessato al rapporto diretto che l’Op art fornisce agli spettatori e al modo in cui influenza le loro menti. Con l’investigazione dello stato dell’immagine propone situazioni che mirano a stabilire un dialogo con il visitatore e a stimolare lo sguardo del pubblico. Vive e lavora a Losanna e Parigi.

Principali mostre in Musei: 2000 Musée cantonal des Beaux Arts, Lausanne 2006 Centre d’Art Contemporain, Genève 2008 Secession, Wien; Bonner Kunstverein, Bonn 2009 Haus Konstruktiv, Zürich 2010 Musée cantonal des Beaux-Arts de Lausanne, Lausanne 2014 Le Magasin, Grenoble 2015 FRAC Île de France, Paris 2019 Blueproject Foundation, Barcelona.

Riccardo De Marchi, nato a Mereto di Tomba nel 1964, realizza opere costituite da traiettorie di fori che attraversano superfici in alluminio, acciaio inox, plexiglass, muro, materializzando una diretta fisicità del gesto iterato, ripetuto, del bucare, che letteralmente trascrive, senza mediazioni e sovrastrutture convenzionali, il mondo come pensiero umano, in tracciati volutamente sospesi tra logica e sensibilità. Riccardo De Marchi rintraccia il mondo riscrivendolo in sequenze di buchi, spazi e volumi e, con lenta e inesorabile coerenza, da decenni fora superfici offrendoci diaframmi di realtà come dispositivi per cogliere il non coglibile. Vive e lavora a Udine.

Principali mostre in Musei: 1993 XLV Esposizione Internazionale d’arte La Biennale di Venezia, Venezia 1994 Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia 2005 MART, Rovereto 2009 Villa Pisani-Bonetti, Bagnolo di Lonigo; MACRO, Roma; Collezione Peggy Guggenheim, Venezia 2011 Palazzo Fortuny, Venezia 2014 Casa Cavazzini Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Udine, Udine 2019 Neuer Kunstverein Aschaffenburg, Aschaffenburg.

Martina Klein, nata a Trier in Germania nel 1962, realizza tele monocrome che vengono appoggiate a muro o installate libere nello spazio. Le diverse monocromie creano piani di colori che definiscono lo spazio e il suo carattere. Martina Klein costruisce la sua opera con diversi strati di colore dove il pigmento a olio e l’uso specifico dei colori conferiscono maggiore luminosità al suo fare pittura. Vive e lavora a Düsseldorf.

Principali mostre in Musei: 1999 Projektraum Kunsthalle Bern, Bern 2000 Das Kabinet, Kunstverein Bremerhaven, Bremerhaven 2004 Rijksmuseum Twenthe, Enschede; Kunstverein Aichach, Aichach 2006 Neue Galerie, Staatlichen Mussen Kassel, Kassel 2008 Kunstraum Alexander Buerkle, Freiburg 2012 Lehmbruck Museum, Duisburg 2016 Museum Weserburg, Bremen 2017 Concept Space, Shibukawa, Japan.

Arcangelo Sassolino, nato a Vicenza nel 1967, parte da un’idea di compenetrazione tra arte e fisica, nel costante interesse per la meccanica e la tecnologia in quanto fonte di nuove possibilità di configurazione della scultura e di indagine sulle energie latenti della materia. Velocità, pressione, gravità, tensione costituiscono le basi di una ricerca rigorosa sempre protesa a sondare il limite ultimo di resistenza e di non ritorno.Vive e lavora a Vicenza.

Principali mostre in Musei: 2001 Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia 2005 Kunsthalle Göppingen, Göppingen 2008 Palais de Tokyo, Paris 2009 Peggy Guggenheim Collection, Venezia 2010 Museum Tinguely, Basel 2011 Swiss Institute, New York; MACRO, Roma 2014 Villa Pisani-Bonetti, Bagnolo di Lonigo 2016 Frankfurter Kunstverein, Frankfurt; Contemporary Art Museum, St. Louis 2018 Grand Palais, Paris 2019 Villa Medici, Roma.

A Arte Invernizzi
Via Domenico Scarlatti, 12 20124 Milano Tel. Fax 02 29402855  info@aarteinvernizzi.it

Spazi sensibili – Philippe Decrauzat, Riccardo De Marchi, Martina Klein, Arcangelo Sassolino
a cura di Francesca Pola
Catalogo con saggio di Francesca Pola
15 settembre – 17 novembre 2021

Immagine in evidenza: Philippe Decrauzat, (No Pussyfooting II), 2017 Acrylic on canvas, 193×193 cm. Courtesy A arte Invernizzi, Milan. Ph. Bruno Bani, Milan

09
Ago

straperetana 2021 | The New Abnormal

L’edizione 2021 di straperetana, la quinta, avrà luogo come sempre nel borgo di Pereto, in provincia de L’Aquila. Appuntamento consolidato del programma culturale estivo, il progetto vede la partecipazione di 24 artisti, le cui opere troveranno spazio in diversi luoghi di Pereto; gli interventi artistici creeranno un percorso che– attraversando edifici storici, strade, case dismesse – abbraccerà l’intero borgo, per un’esperienza atipica, legata sia alla fruizione delle opere sia all’esplorazione di Pereto.

The New Abnormal è il titolo scelto per questa quinta edizione. Direttamente ispirato all’ultimo disco della band statunitense The Strokes, uscito nei primi mesi del 2020 nel pieno della diffusione del virus, l’espressione trova una coincidenza con lo “strano” momento che stiamo attraversando, quasi a voler sancire l’avvento di qualcosa di inedito e insieme non conforme, diverso da ciò che conoscevamo. E proprio il concetto di “strano” è una delle categorie che la mostra intende toccare. Punto di partenza è il saggio di Mark Fisher The Weird and the Eerie(2016), nel quale il pensatore britannico cerca di delineare le nozioni di strano (“weird”) e inquietante (“eerie”) nel mondo contemporaneo attraverso una sterminata serie di esempi legati alla produzione culturale (dalla narrativa di H. P. Lovecraft al cinema di David Lynch, passando per autori come Stanley Kubrick, Philip K. Dick, Margaret Atwood).

Fisher identifica con il termine “weird” ciò che è fuori posto, inappropriato, che suscita insieme attrazione e respingimento; ma anche commistioni tra umano e animale, le soglie tra mondi diversi, l’accostamento di termini contrastanti e, in generale, il sorprendente e l’inatteso. L’“eerie” invece si manifesta “quando c’è qualcosa dove non dovrebbe esserci niente, o quando non c’è niente dove invece dovrebbe esserci qualcosa”, per usare le parole di Fisher; è un’esperienza diretta di ciò che è ignoto, capace di generare interrogativi le cui risposte oltrepassano i limiti della conoscenza.

In generale, “weird” e “eerie” hanno a che fare con ciò che risulta non conforme alla realtà, irrompendo al suo interno sotto forma di qualcosa di sconosciuto e apparentemente inclassificabile. Fisher trova una forte corrispondenza tra queste manifestazioni e la realtà contemporanea: il perenne senso di crisi e le ombre di un collasso imminente hanno portato in particolar modo negli ultimi anni all’elaborazione di un immaginario grazie al quale tentare possibili via di fuga da un reale percepito sempre meno sostenibile e desiderabile – un sentimento latente, accelerato ma non certo generato dalla pandemia.

In linea con questa visione, l’edizione 2021 di straperetana intende volgere lo sguardo alle zone d’ombra, al perturbante, allo stupefacente. La mostra sarà popolata di opere legate alle idee di metamorfosi e ibridazione, immagini stranianti e misteriose, forme non immediatamente identificabili, soglie da attraversare. A fianco di autori già affermati la mostra vede la presenza di numerosi emergenti, con un focus particolare sulla scena abruzzese grazie anche al coinvolgimento di Matteo Fato, che ha collaborato con Saverio Verini alla ricerca di artisti attivi sul territorio.

“Siamo davvero felici di annunciare questa nuova puntata di straperetana, a margine di un anno complicato, incerto. E ci fa ancora più piacere che coincida con il traguardo delle cinque edizioni, una soglia simbolica e incoraggiante”, affermano gli ideatori del progetto, Paola Capata e Delfo Durante. “L’organizzazione di straperetanaè sempre estremamente impegnativa: al termine della scorsa edizione ci siamo quasi subito messi al lavoro per la mostra del 2021, che speriamo sia ricca di stimoli per il pubblico, ma anche per gli stessi artisti invitati. Il rapporto con un borgo come Pereto genera sempre cortocircuiti inattesi e“colpi di fulmine” negli artisti, che amano trascorrere del tempo in questo luogo; un sentimento ricambiato dal borgo stesso, visto che l’appuntamento è sempre più sentito nel territorio”.

I 24 artisti invitati di straperetana 2021: Giacomo Alberico (Chieti, 1994), Francesca Banchelli (Montevarchi, 1981), Giuditta Branconi (Teramo, 1998), Enzo Cucchi (Morro d’Alba, 1949), Luca De Angelis (San Benedetto del Tronto, 1980), Andrea Di Cesare (Pescara, 1977), Daniele Di Girolamo (Pescara, 1995), Floating BeautyLuca Francesconi (Mantova, 1979), Oscar Giaconia (Milano, 1978), Francesca Grilli (Bologna, 1978), Sacha Kanah (Milano, 1981), Claudia Losi (Piacenza, 1971), Giulia Mangoni (Isola del Liri, 1991), Edoardo Manzoni (Crema, 1993), Paride Petrei (Pescara, 1978), Giulia Poppi (Modena, 1992), Carol Rama (Torino, 1918 – 2015), Andrea Respino (Mondovì, 1976), Moira Ricci (Orbetello, 1977), Giuliano Sale (Cagliari, 1977), Andrea Salvino (Roma, 1969), Gabriele Silli (Roma, 1982), Giovanni Termini (Assoro, 1972).

Le visite alla mostra saranno organizzate per gruppi ristretti di persone, nel rispetto delle attuali norme di sicurezza, in diverse fasce orarie. È gradita la prenotazione all’indirizzo: info@straperetana.org

La mostra è prorogata al 22 agosto 2021. Nelle settimane di apertura, le opere saranno liberamente fruibili dal pubblico nel fine settimana (sabato e domenica), dalle 16.00 alle 20.00; negli altri giorni su appuntamento, che deve essere comunicato all’organizzazione con almeno 24 ore di anticipo.

straperetana  arte contemporanea nella porta d’Abruzzo

un progetto ideato da Paola Capata e Delfo Durante

PROROGATA al 22 agosto 2021

Orari di apertura: sabato e domenica dalle 16.00 alle 20.00
Negli altri giorni aperta solo su appuntamento. È richiesto un preavviso di 24 ore

Titolo: straperetana / The New Abnormal

Artisti: Giacomo Alberico, Francesca Banchelli, Giuditta Branconi, Enzo Cucchi, Luca De Angelis, Andrea Di Cesare, Daniele Di Girolamo, Floating Beauty, Luca Francesconi, Oscar Giaconia, Francesca Grilli, Sacha Kanah, Claudia Losi, Giulia Mangoni, Edoardo Manzoni, Paride Petrei, Giulia Poppi, Carol Rama, Andrea Respino, Moira Ricci, Giuliano Sale, Andrea Salvino, Gabriele Silli, Giovanni Termini

A cura di: Saverio Verini, con la collaborazione di Matteo Fato

Organizzazione: Paola Capata e Delfo Durante

Luogo: Pereto (AQ), sedi varie

Gradita prenotazione: info@straperetana.org- + 39 3351049685
Durata: dal 18 luglio al 15 agosto 2021 PROROGATA al 22 agosto 2021
Orari: sabato e domenica 16.00-20.00; gli altri giorni su appuntamento, prenotazione obbligatoria
Contatti: www.straperetana.org  – info@straperetana.org
STRAPERETANA socialFacebook @straperetana– Instagram straperetana

straperetana si avvale del Patrocinio del Comune di Pereto

Immagine in apertura: Enzo Cucchi, Lingue in bocca, 2017. Bronzo, ceramica, 45x45x27cm, esemplare unico. Courtesy l’artista e ZERO…Milano. Ph. Giorgio Benni