Camera d’Arte

31
Gen

SUBSTRATUM G A L L E R I A, spazio relazionale tra design e arte contemporanea

SUBSTRATUM G A L L E R I A, spazio relazionale tra design e arte contemporanea

☾Alla Luna

omaggio alla luce riflessa

il design incontra le opere di Virginia Carbonelli

Si ispira alla Luna il primo tema del format quadrimestrale che SUBSTRATUM, studio di architettura nel rione Monti di Roma, propone per presentare G A L L E R I A, spazio relazionale tra design, arte e pratiche contemporanee, visitabile fino al 29 aprile 2023. Un progetto che nasce dall’idea di ricreare un ambiente ‘interiore’ e familiare in cui il progetto di arredo interno si armonizzi con le opere di artisti contemporanei che, di volta in volta, interagiranno con lo spazio. Condurre i visitatori in un altrove dimenticato, un sotto che riemerga sopra, immersi in un’atmosfera raffinata e intima in cui ritrovarsi e ritrovare insieme, a ogni appuntamento, il senso di una cultura e umanità perduta attraverso pratiche artistiche che intervalleranno il periodo espositivo.

Perché la luna? Perché qui vengono raccolte tutte le cose perse dagli uomini sulla Terra, beni materiali ma soprattutto morali.

Come Astolfo nell’Orlando Furioso vogliamo intraprendere il nostro viaggio verso il regno della Luna per recuperare il senno e…il senso delle cose che siamo e facciamo. In questo omaggio al corpo celeste che da sempre ha ispirato artisti, poeti e scrittori, c’è il filo della poesia che attraversa SUBSTRATUM G A L L E R I A: le opere di Virginia Carbonelli, artista romana specializzata in calcografia e tecniche di stampa tradizionale e sperimentale, disegnano un unicum spaziale che evoca e celebra il disco lunare. Dal cerchio Universi ci si sposta con eleganza verso Fase Lunare, per poi convergere centralmente accolti dalla luce della grande Moon di Davide Groppi che dolcemente ci invita ad accomodarci sulle intriganti sedute di Kartell; così predisposti raccogliamo le parole di Luna, piccoli segni celesti incisi su carta, la stessa che ritroviamo nella impalpabile installazione della Carbonelli che ci riporta alla sospensione. Siamo nello spazio e sulle Nuvole…ed è forse in questa dimensione visionaria e onirica che tutto può accadere, ma solo se davvero lo desideriamo.

Virginia Carbonelli nasce nel 1980 a Roma dove vive e lavora nel suo studio in via di San Martino ai Monti. Nel 1999 si diploma al Liceo Artistico, avvicinandosi per la prima volta alle tecniche grafiche. Nel 2000 frequenta un corso di disegno e pittura alla Scuola di Arti Ornamentali S. Giacomo di Roma. Dal 2001 al 2003 segue vari corsi di calcografia presso Associazioni culturali e laboratori privati romani specializzandosi nell’arte della stampa e nell’incisione artistica. Nel 2004 ad Urbino frequenta un Corso di specializzazione in Tecniche Calcografiche presso il Centro Internazionale per la Grafica Artistica – Kaus. Nel 2005 si laurea in Lettere indirizzo Storia dell’Arte discutendo la tesi in Storia sociale dell’Arte. Nel 2007 si avvicina alla fotografia e nel 2008 al restauro e alla rilegatura di libri. Nello stesso anno apre a Roma la_lineaartecontemporanea, un’Associazione culturale dedicata alla stampa e all’incisione artistica in cui tiene corsi di incisione ed organizza workshop sulla stampa sperimentale e tradizionale. Nel 2011 si diploma all’Istituto di Stato per la Cinematografia e Tv “Roberto Rossellini”, l’anno successivo segue un seminario teorico e pratico sul segno inciso, all’Accademia Nazionale di San Luca a Roma. Dal 2016 al 2019 ha collaborato con HD Edizioni piccola private press che produce Libri d’artista a Roma. Dal 2018 al 2020 ha insegnato alla Asl di Roma 2 a Cinecittà nel Centro Diurno reparto igiene mentale, tecniche di incisione e stampa.

Substratum è uno studio di architettura con sede a Roma dal 2017, costituito da Giorgia Castellani e Giovanni Tamburro. Il principale oggetto di interesse dello studio è la materia storica, antica o più recente, che si traduce in lavori di restauro di beni storico-artistici, ristrutturazioni di edifici residenziali, disegno di arredi e allestimenti. Si relazionano con l’esistente urbano anche attraverso la progettazione di nuovi edifici. In un senso arcaico Substratum è ciò che sta sotto, talora nascosto, ma pur sempre ciò che tiene, materia fatta di relazioni solide, connessioni costanti, collegamenti persistenti. Esige uno sguardo acuto, dinamico, capace di leggere dal basso verso l’alto e ritorno, di lato e di traverso, fuori e dentro. Un’indagine attenta non solo alle luci ma soprattutto alle ombre, perché sono queste a dare spessore e sostanza, capace di rintracciare segni e disegni, di ricostruire tessuti e trame, di connettere idee ad altre idee, colori a forme, gesti a corpi, sensi a sogni, suoni a forme, forme a idee, e da capo. La filosofia di SUBSTRATUM può essere sintetizzata nelle loro parole: osserviamo il basso per guardare l’alto, ricuciamo il sotto per tessere un sopra.

SUBSTRATUM G A L L E R I A

Alla Luna | Omaggio alla luce riflessa

il design incontra le opere di Virginia Carbonelli

Inaugurazione sabato 28 gennaio 2023 ore 18.00

Visite su appuntamento lun-ven 10-19

Tel. 3384038423

fino al 29 aprile 2023

SUBSTRATUM Via in Selci, 84b. 00184 – Roma

T. 064823658 www.substratum.it g.tamburro@substratum.itg.castellani@substratum.it

Communication Manager Amalia Di Lanno info@amaliadilanno.com

Si ringrazia Mobilia Scatena s.n.c. di Battaglini Gabriele & c. Via Montello, 17 – 06024 Gubbio (PG)

18
Gen

Jan Fabre | ALLEGORY OF CARITAS (AN ACT OF LOVE)

Allegory of Caritas (An Act of Love), una mostra composta da nuove sculture in corallo rosso e inediti disegni di sangue di Jan Fabre.

Il progetto espositivo, a cura di Melania Rossi, vede la partecipazione anche della sede londinese della galleria, presenta una selezione di lavori appartenenti alla stessa serie.

Il corpus di sculture in corallo rosso del Mediterraneo, concrezioni rosso fuoco che sembrano emerse direttamente dagli abissi della mente dell’artista, è un incontro poetico tra materia naturale e visionarietà artistica.

In mostra, teschi da vanitas, cuori anatomici, croci e oggetti liturgici ma anche lo Yin-Yang e il nodo d’amore celtico, simboli legati alla solidarietà e oggetti che ricordano credenze popolari o vicende personali dell’artista.

L’aspetto di carne viva unisce le sculture ai disegni realizzati dall’artista fiammingo con il suo stesso sangue, in cui l’artista racconta gli albori dell’esistenza umana attraverso le ecografie del figlio Django.

La dolcezza di un sentimento intimo e personale diventa invito ad una riflessione sulla vulnerabilità e le necessità umane.

Un antico legame unisce il sangue al corallo, di cui Ovidio nelle “Metamorfosi” racconta la nascita mitica dal sangue di Medusa. Anche nella forma del ramo corallino è facile rintracciare una somiglianza con il reticolo dei vasi sanguigni.

Nelle opere di Fabre, la lunga tradizione simbolica del corallo si unisce al concetto di “caritas”, dal latino carus: diletto, amato. Un concetto presente in tutte le culture, religioni e filosofie da est a ovest del mondo.

L’arte è il mezzo privilegiato per raffigurare la vita, la sua origine e il suo mistero, gli opposti e le armonie. In questa allegoria di Fabre, le tante storie e leggende del corallium rubrum si intrecciano nello spazio sconfinato dell’immaginazione dell’artista, dando vita ad opere vibranti che, come la materia naturale di cui sono fatte, appartengono al tempo eterno dell’arte e della bellezza.

L’aspetto di carne viva unisce le sculture di corallo ai disegni di sangue, da cui emerge la dolcezza di un sentimento intimo e personale. L’artista racconta gli albori dell’esistenza attraverso le ecografie del figlio nascituro, invitando ad una riflessione sulle vulnerabilità e le necessità umane.

L’esperienza privata si fa universale nelle opere del maestro Fabre, che ci inducono a osservare le cose del mondo come aggregazioni di significati che risuonano tra loro, di storie che si tramandano e si fondono nel corso del tempo.

La tensione presente nei suoi lavori e lo stupore che suscitano sono sempre infusi di una spiritualità che armonizza i contrasti.

Come dice l’artista: “L’arte è come l’amore, porta sempre ad una riconciliazione”.

La mostra è corredata da catalogo edito da Silvana Editoriale con testi di Melania Rossi, Dimitri Ozerkov, Barbara De Coninck e Sara Liuzzi.

Ufficio Stampa mostra
Maria Bonmassar | +39 335 490311 | ufficiostampa@mariabonmassar.com

INFORMAZIONI:
Mostra:  ALLEGORY OF CARITAS (An Act of Love) Jan Fabre
Sede: Galleria Mucciaccia, Largo della Fontanella Borghese 89, Roma
Apertura al pubblico: 6 ottobre – 15 dicembre 2022 PROROGATA al 28 gennaio 2023
Orari: lunedì– sabato, 10.00 – 19.30; domenica chiuso
Ingresso gratuito. T. +39 06 69923801 | roma@galleriamucciaccia.it| www.mucciaccia.com

22
Ago

UNKNOWN UNKNOWS, quello che non sappiamo di non sapere

La mostra tematica, a cura di Ersilia Vaudo, astrofisica e Chief Diversity Officer dell’Agenzia Spaziale Europea, è il centro nevralgico della 23ª Esposizione Internazionale, concepita come uno spazio di dibattito e confronto aperto e plurale, dove possano convergere esperienze, culture e prospettive differenti. Unknown Unknowns cerca di rispondere ad una serie di domande su quello che ancora “non sappiamo di non sapere” in diversi ambiti: dall’evoluzione della città agli oceani, dalla genetica all’astrofisica. Un’esperienza profonda, che coinvolgendo designer, architetti, artisti, drammaturghi e musicisti, dà la possibilità di rovesciare la nostra idea di mondo. 

Un percorso dai contorni sfumati e permeabili che presenta più di cento tra opere, progetti e installazioni di artisti, ricercatori e designer internazionali che si confrontano con l’ignoto.

Unknown Unknowns affronta una serie di tematiche tra cui la gravità, considerata “il più grande designer”, un artigiano che modella instancabilmente l’universo cui apparteniamo; le mappe, sistemi attraverso cui orientare traiettorie e percorsi; le nuove sfide della architettura, che si apre a prospettive inedite come quella di abitare lo spazio extraterrestre; fino ai misteri legati allo spazio profondo.

La mostra tematica comprende quattro special commission che Triennale ha affidato all’artista giapponese Yuri Suzuki, alla designer italiana Irene Stracuzzi, al collettivo di architetti statunitensi SOM, e all’artista turco-americano Refik Anadol. Oltre alle opere commissionate, la mostra include una serie di installazioni site specific, tra cui quelle realizzate da Andrea Galvani, Tomás Saraceno, Bosco Sodi, Protey Temen, Julijonas Urbonas e Marie Velardi. 

Lungo il percorso espositivo sono inoltre presenti quattro Listening Chambers, spazi in cui il suono si fa parola e il visitatore può abbandonarsi alle narrazioni di grandi personalità del mondo scientifico. E così il neuroscienziato Antonio Damasio affronta il tema del sé e della coscienza, il fisico teorico Carlo Rovelli quello del tempo, il filosofo della biologia Telmo Pievani riflette sull’origine della vita, la fisica teorica Lisa Randall sul mistero di ciò che sta al di là dei nostri sensi.

Nell’ottica del riuso e della sostenibilità, l’allestimento della mostra tematica – progettato da Space Caviar e realizzato da WASP – è interamente creato attraverso la stampa 3D. È stato prodotto negli spazi di Triennale da grandi stampanti, sviluppate per questa specifica applicazione architettonica, utilizzando solo materiali di origine naturale, e in gran parte derivati da sottoprodotti dell’industria agroalimentare.

 

Antonio Fiorentino, Dominium Melancholiae, 2014
Courtesy of Antonio Fiorentino e Villa Arson, Nice (France)
Photo: Jean Brasille

Gaia’s stellar motion for the next 400-thousand years
Copyright: ESA/Gaia/DPAC; CC BY-SA 3.0 IGO. Acknowledgement: A. Brown, S. Jordan, T. Roegiers, X. Luria, E. Masana, T. Prusti and A. Moitinho

 

Curatrice:
Ersilia Vaudo

Exhibition project:
Space Caviar, Wasp

Unknown Unknowns
15 luglio – 11 dicembre 2022
Triennale di Milano

Cover Image:The complex terrains of Saturn’s icy-moon Enceladus Credit; NASA/JPL-Caltech

28
Lug

Olafur Eliasson | Nel tuo tempo

Dal 22 settembre 2022 la Fondazione Palazzo Strozzi presenta la grande mostra dedicata a Olafur Eliasson, la cui poliedrica produzione mette al centro il visitatore in una riflessione sull’idea di esperienza condivisa e relazionale della realtà.

Curata da Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, la mostra è il risultato del lavoro diretto di Olafur Eliasson sugli spazi di Palazzo Strozzi. L’artista lavora su tutti gli ambienti rinascimentali, dal cortile al Piano Nobile alla Strozzina, creando un percorso coinvolgente tra nuove installazioni e opere storiche che utilizzano elementi come il colore, l’acqua e la luce per creare un’interazione con nostri sensi e lo spazio rinascimentale. Il contesto architettonico, storico e simbolico del palazzo viene così ripensato esaltando il ruolo del pubblico come parte integrante delle opere.

L’esposizione è realizzata in collaborazione con il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea che il 3 novembre apre al pubblico una mostra dell’artista nei propri spazi.

La mostra è ideata da Olafur Eliasson e promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Studio Olafur Eliasson. Main Supporter: Fondazione CR Firenze. Sostenitori: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi, Intesa Sanpaolo. Con il sostegno di Fondazione Hillary Merkus Recordati, Maria Manetti Shrem, Città Metropolitana di Firenze.

Olafur Eliasson

Olafur Eliasson, 2020. Photo: Lars Borges

L’artista islandese-danese Olafur Eliasson (1967) lavora con la scultura, la pittura, la fotografia, i video, le installazioni e i media digitali. La sua arte è guidata dal suo interesse per la percezione, il movimento, l’esperienza vissuta, i propri sentimenti e quelli della comunità. La sua pratica non si limita ai confini dei musei e delle gallerie e coinvolge il pubblico attraverso progetti architettonici, interventi negli spazi pubblici, azioni di educazione artistica, sociale e ambientale.

Dal 1997 le sue mostre personali di ampio respiro sono state ospitate nei principali musei di tutto il mondo. Ha rappresentato la Danimarca alla 50ª Biennale di Venezia nel 2003; nello stesso anno ha presentato The weather project, installazione site specific per la Turbine Hall della Tate Modern di Londra, visitata da più di due milioni di persone. Nel 2014 la mostra Contact ha inaugurato la Fondation Louis Vuitton a Parigi. La mostra del 2015 Verklighetsmaskiner (Reality machines) è divenuta l’esposizione di un artista vivente più visitata di sempre del Moderna Museet di Stoccolma. Nel 2016 Olafur Eliasson ha realizzato una serie di interventi per la reggia e i giardini di Versailles e ha allestito due grandi mostre al Long Museum di Shanghai e al Leeum, Samsung Museum of Art di Seul. Reality projector, installazione site-specific per la Marciano Foundation di Los Angeles, è stata inaugurata nel marzo 2018, lo stesso mese di The unspeakable openness of things, mostra personale al Red Brick Art Museum di Pechino. Nel 2019 si è tenuta presso la Tate Modern In ​​real life, ampia retrospettiva sulla pratica artistica di Eliasson negli ultimi venticinque anni, che nel 2020 ha viaggiato al Guggenheim di Bilbao. Nel 2020 si sono tenute Olafur Eliasson: Symbiotic Seeing alla Kunsthaus Zürich e Sometimes the river is the bridge al Museo di Arte Contemporanea di Tokyo. Per la mostra Life del 2021, Olafur Eliasson ha rimosso la facciata in vetro della Fondation Beyeler a Basilea e ha creato un’installazione dove l’acqua verde brillante di uno stagno è stata deviata all’interno delle gallerie del museo, insieme a una miriade di piante, anatre e ragni.

Situato a Berlino, lo Studio Olafur Eliasson riunisce un ampio gruppo di artigiani, architetti, archivisti, ricercatori, amministratori, cuochi, storici dell’arte e tecnici specializzati.

In copertina: Olafur Eliasson, Firefly double-polyhedron sphere experiment, 2020. Photo: Jens Ziehe. Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York. © 2020 Olafur Eliasson

29
Giu

Claudia Losi | Being There. Oltre il giardino

Being There. Oltre il giardino, mostra conclusiva del progetto biennale dell’artista Claudia Losi, a cura di Leonardo Regano, promosso dalla Rocca Roveresca di Senigallia, istituto della Direzione Regionale Musei delle Marche in collaborazione con NTU – Centre for Contemporary Art – Singapore, Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme, Center for Mind/Brain Sciences dell’Università di Trento e Rovereto, Accademia di Belle Arti di Urbino e Collezione Maramotti di Reggio Emilia, e realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (IX edizione, 2020), programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Con Being There. Oltre il giardino, Claudia Losi prosegue la sua indagine sulla complessa relazione tra l’essere umano, l’ambiente in cui vive e la lingua con la quale comunica. L’artista lavora sull’ambiguità del concetto di paesaggio, sulla percezione dell’ambiente intorno a noi e sul labile confine tra contesto naturale e antropizzato. Una ricerca avviata durante una serie di viaggi nel nord della Scozia e in particolare sull’isola di St Kilda nelle Ebridi Esterne, e poi sviluppata nel 2016 in occasione della personale How do I imagine being there presso la Collezione Maramotti di Reggio Emilia.

Being There. Oltre il giardino ha preso il via nel febbraio 2021 con un workshop online sull’interpretazione del concetto di “luogo naturale” organizzato dal NTU-Centre for Contemporary Art di Singapore. Tra novembre e dicembre 2021, il centro culturale Hansen House di Gerusalemme ha ospitato – oltre a un workshop organizzato dalla Bezalel Academy of Arts and Design – una selezione di lavori dell’artista e una performance che ha visto la realizzazione di piccoli amuleti di terra cruda dalle sembianze metà umane e metà animali, disseminati nel giardino esterno. Nel mese di dicembre 2021 si è svolto anche un workshop rivolto agli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Urbino. Nel febbraio 2022 l’artista è stata ospitata presso il CIMeC–Centro Interdipartimentale Mente/Cervello dell’Università di Trento e Rovereto, dove ha potuto presentare il progetto e aprire un dialogo con i ricercatori dell’istituto.

Nel corso di questi due anni, Losi ha messo in relazione realtà e contesti molto diversi tra loro dal punto di vista culturale, linguistico e paesaggistico, interrogandosi su cosa possa essere inteso come “naturale” e cosa considerato “luogo”, e osservando come tutti i punti di vista alimentino macro narrazioni d’inesauribile complessità: Singapore, città-isola vicino all’Equatore, è votata a un’idea di futuro, in cui il rapporto con l’ambiente naturale è tema centrale e controverso; Israele è terra in cui i concetti di luogo naturale e territorio assumono particolari connotati sociopolitici e filosofici; e infine l’Italia che detiene una forte e stratificata tradizione paesaggistica e articolate dinamiche antropiche.

I contributi visivi e narrativi raccolti nel corso di questa esperienza di ricerca sono stati rielaborati per la realizzazione di una nuova opera: Oltre il giardino, prodotta per la Rocca Roveresca di Senigallia, è un grande tessuto jacquard di 15 metri realizzato in collaborazione con il centro di ricerca sul tessile Lottozero di Prato in collaborazione con l’azienda Aròmata di Pistoia, che su di sé mostra la trasposizione grafica dei contributi ricevuti dall’artista durante i diversi step del progetto. L’opera si configura, quindi, come un grande diario visuale che narra Being There. Oltre il giardino nella sua interezza e complessità. Una moltitudine di riflessioni corali ed eterogenee – per media espressivi, linguaggi, autorialità – sulla percezione del luogo naturale sono state tradotte da Losi in suggestioni capaci di creare un racconto coerente e inedito della sua esperienza di ricerca. Le grandi sale al piano terra degli appartamenti ducali dell’antica Rocca Roveresca si trasformano in un percorso esperienzale unico che porta allo svelamento di Oltre il Giardino ripercorrendo alcuni dei momenti più importanti dell’intero progetto Being There: il visitatore è condotto in una visione immersiva dell’intera opera grazie a un allestimento site-specific progettato da Claudia Losi per avvolgere la visione in un flusso unico e continuo, in cui immagini e parole si sovrappongono e alternano liberamente.

Completano la mostra tre grandi lavori della serie Ossi (2019), metafora di un riparo fragile che pare costruito a partire dalle costole di un grande animale marino, una fotografia in biacno/nero su tela (Marmagne3, 1999) e una serie di oggetti in alluminio e cartapesta dal titolo Cose che sono cose (2015).

Luigi Gallo, Direttore della Direzione Regionale Musei Marche, ha dichiarato: “Arrivato nelle Marche per assumere l’incarico di Direttore della Direzione Regionale Musei Marche, sono stato accolto da una piacevole sorpresa: la vittoria del progetto Being There. Oltre il Giardino dell’artista Claudia Losi, alla nona edizione dell’Italian Council. L’importanza di promuovere la produzione, la conoscenza e la diffusione della creazione contemporanea italiana nel campo delle arti visive promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea, anche grazie  al progetto Italian Council nato nel 2017, si accorda perfettamente alla mission della Rocca Roveresca come contenitore di esposizioni d’arte contemporanea e che accoglierà in maniera permanente, l’opera che l’artista ha realizzato per la Rocca stessa”.

Nel 2019, quando assunsi l’incarico di dirigere la Rocca, decisi di promuoverla non solo come monumento di rappresentanza politica del Rinascimento ma anche come teatro per l’arte e la cultura contemporanea. – ha commentato l’Arch. Lian Pellicanò, ex Direttrice della Rocca Roveresca di Senigallia e Curatrice del Patrimonio architettonico della Galleria delle Statue e delle Pitture e del Corridoio Vasariano delle Gallerie degli Uffizi – Nel 2020, per la IX edizione dell’Italian Council, insieme al curatore Leonardo Regano, abbiamo proposto un progetto che valorizzasse il contrasto fra una quinta fortificata e le opere delicate e lievi della bravissima Claudia Losi. Oggi, con la nuova Direttrice Alessandra Pacheco, diamo l’avvio a una mostra che lascerà un segno permanente a Senigallia.

La Rocca Roveresca di Senigallia, fortezza nata per ospitare e proteggere la famiglia ducale e diventata sede museale agli inizi degli anni Settanta, ospita da anni esposizioni di arte contemporanea, con particolare inclinazione al medium fotografico, in sintonia con la tradizionale vocazione della città che ha fatto eleggere Senigallia città della Fotografia.” – dichiara Alessandra Pacheco, neo Direttrice della Rocca Roveresca – “Siamo felici di ospitare in occasione di questa mostra, l’opera di Claudia Losi, da sempre impegnata nell’analisi del paesaggio come strumento per indagare l’uomo e l’azione umana, affrontando spesso tematiche legate al luogo naturale e al territorio, utilizzando una varietà di mezzi espressivi che abbracciano installazioni, sculture, video e lavori su tessuto e carta”.

I Servizi Educativi della Rocca Roveresca, in collaborazione con l’artista, propongono per tutta la durata della mostra un laboratorio creativo: i visitatori avranno a disposizione una postazione per descrivere, con segni o parole, la loro idea di spazio naturale, vero, immaginario, sperato, vissuto. Gli elaborati verranno raccolti e assemblati da coloro che li hanno realizzati, creando un’opera collettiva sincrona all’arazzo esposto.

In occasione della residenza di Claudia Losi presso Lottozero sono stati realizzati tre libri opera in tessuto e ricamo, di cui uno verrà presentato alla Collezione Maramotti il prossimo novembre insieme a un libro d’artista edito da Viaindustriae, in cui sarà tracciata una riflessione poetico-teorica intorno a questo viaggio reale e immaginario.

Il progetto Being There. Oltre il giardino, è stato raccontato passo dopo passo attraverso il blog www.beingthereoltreilgiardino.com con il progetto grafico di Giulia Ripa.

Claudia Losi opera con diversi media come installazioni site-specific e performance, scultura, fotografia, opere tessili e su carta. Negli ultimi anni espone presso La Centrale (Bruxelles), Fondazione del Monte di Bologna, AssabOne (Milano), Hansen House (Gerusalemme), Galleria Monica de Cardenas (Milano-Zuoz), IKON Gallery (Birmingham), MAMbo – Museo d’Arte Moderna (Bologna), Collezione Maramotti (Reggio Emilia), Museo Carlo Zauli (Faenza). Nel 2016 pubblica How do I imagine being there?, Humboldt books e nel 2021 The Whale Theory. Un immaginario animale, Johan&Levi e Voce a vento, Kunstverein Milano. Nel 2020 vince la IX edizione dell’Italian Council.

Claudia Losi
Being There. Oltre il giardino
A cura di Leonardo Regano
Rocca Roveresca Piazza del Duca 2, Senigallia
4 giugno – 25 settembre 2022

Realizzato grazie al sostegno di
Italian Council (IX edizione, 2020), programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Soggetto Proponente
Rocca Roveresca di Senigallia – Direzione Regionale Musei delle Marche

Museo Beneficiario
Rocca Roveresca di Senigallia

In collaborazione con
CIMeC–Centro Interdipartimentale Mente/Cervello dell’Università di Trento e Rovereto
Collezione Maramotti, Reggio Emilia
NTU – Centre for Contemporary Art – Singapore
Bezalel Academy of Arts and Design, Gerusalemme
Accademia di Belle Arti di Urbino

Ufficio stampa
Irene Guzman
email irenegzm@gmail.com; tel. +39 349 1250956